Re: Bye bye OTA: la storia del piccolo hotel inglese che ha disintermediato al 100%
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Buongiorno, unico determinante nella scelta discussa sopra é la destination e il comportamento dei tuoi competitor, la grandezza della struttura non c´entra assolutamente nulla. Chi ha una destinazione poco fortunata deve avere un “promotore”, anche se in realtà le OTA promuovano ben poco se hai una destination senza mercato. In practica ti danno l´ombrello quanto c´é il sole e non te lo danno quanto piove. Chi prenota un albergo ha già scelto la destination, (sono rari i casi dove l´albergo fa la destination) e va su google. E per catturare un cliente “google” non abbiamo bisogno di un OTA (ormai abbiamo imparato fare siti web, vero?) E grazie a social media il cliente ha anche la possibilità di farsi una valutazione relativamente oggettiva (essenziale) per il suo acquisto. Allora, per concludere: devo essere presente su un OTA esclusivamente perché tutti i mei competitor ci sono ed alimentano con le loro commissioni pagati il “partner” forte. Ma se invece tutti in maniera compatta rinunciassero a questo canale? Ecco: il cliente google ti trova lo stesso. Ma ormai tutti con sindrome di Stoccolma.