Re: Bye bye OTA: la storia del piccolo hotel inglese che ha disintermediato al 100%

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Antonio GreciAntonio Greci
Partecipante

Simpatica la metafora della sindrome di Stoccolma. Mi permetta che, rispettosamente e con sincera simpatia, le racconti un breve aneddoto. I miei figli sono la quarta generazione della mia famiglia che lavora negli alberghi e/o ristoranti. Di aneddoti ne abbiamo a iosa. Mio padre, il loro nonno, era un guru della metamorfosi. Un genio della creatività. Nel 1963 lavorava presso l’albergo “La Conca d’oro” del Lido degli Estensi (Prov. Ferrara). Una nebbiosa mattina d’autunno aprendo il bar dell’albergo, naturalmente vuoto, incontrò seduto nella distesa un giovane. Era il giornalista Luca Goldoni. Essendo ambedue gentlemans, mio padre conversando offrì la colazione al giovane. Dopo poco tempo, uscì un articolo sulla Gazzetta Padana intitolato “Il cafè delle cinque” firmato Luca Goldoni. Mio padre dovette assumere del personale per far fronte a tutti coloro che avevano scelto come destination (allora non si diceva così) l’albergo che iniziò a riempirsi anche d’inverno. Chi erano?: cacciatori, pescatori, amanti, artisti, nottambuli, ecc. ecc. .Lei sa cosa era l’inverno del Lido degli Estensi nel 1963?. Il nulla!! Lo ha scritto lei: …. (sono rari i casi dove l´albergo fa la destination)… . In agosto, si arrivava anche a 800 (400 al mattino e 400 alla sera) coperti al giorno. Altri tempi ? Certamente ma un operazione del genere l’ho ripetuta nel 2010, e mi è andata bene. Ovvio numeri infinitamente inferiori, non c’è paragone ma soddisfazione tantissima. A volte basta poco, magari un po di consapevolezza sui punti di forza e di criticità di un determinato contesto che fino a un momento prima si era presunto scontato e che possono cambiare un punto di vista da apodittico a trasformista dimensionando correttamente ciò che accade per trovare una alternativa. E’ anche questione di “vision”. Da quel che leggo, sono certo che Lei saprà distinguersi dai quei “competitors” che svendono l’albergo e “bruciano” il poco mercato che è rimasto. Non ci sono solo gli OTA a questo mondo. Tanti auguri a Lei e al suo lavoro.