Re: Tariffe e Reputazione: come gli UGC influenzano il pricing dell’hotel

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Antonio GreciAntonio Greci
Partecipante

Verrebbe da dire finalmente! Ma non è così dato che sono concetti per i quali ancora oggi mi batto. Il “sentiment” lo si crea attraverso una serie di valori che devono avere dei riscontri oggettivi. Anche se la struttura alberghiera non è il massimo, ha sempre in se dei valori che vanno sviluppati. Uno, ad esempio, sono le risorse umane che è la forza propulsiva per una buona recensione. Signori, se un dipendente è capace di trasmettere questi valori bisogna “spingere” perché crei sempre nuove condizioni comunicative del valore, direi in questo caso aggiunto. Ho riscontrato, senza ombra di dubbi, che la valorizzazione dell’ accoglienza e dell’attenzione al cliente, condizionano una percezione del valore che si concretizza con recensioni che superano il rating espresso. Non è il voto che vende ma le parole del cliente. Più dettagli positivi sono espressi e più si vende. Più volte sono citati i nomi dei dipendenti è più si vende. Provate a dare dei biglietti da visita ai dipendenti che sono a contatto con il cliente e vedrete se le vendite aumentano o no. A tale proposito vedasi le teorie: del rischio, dell’utilità attesa, del prospetto, dell’ interculturalità ecc. ecc. A mio avviso sono basilari per interpretare i comportamenti d’acquisto sul web. E’ il framing che fa tutto. Tutto dipende da come si propone l’offerta, dal “punto di partenza” nel quale poniamo il potenziale cliente. Lasciate che sia un dipendente a dare un proprio biglietto da visita ad un cliente interessante, e studiatene i risultati.

Articolo interessantissimo