Re: TripAdvisor sì, TripAdvisor no: tutto il mondo ne parla
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Franco, adoro il tuo smisurato ottimismo!
Quanto hai scritto è vero, è vero però che quando sostieni:
“siamo tutti adulti e siamo in grado di capire ed utilizzare al meglio uno strumento importante come internet.”, non mi trovi d’accordo.
Laddove fosse vero (sto parlando di un utilizzatore medio di internet, non di un addetto ai lavori), non vi sarebbero persone che cadono nello frodi internet, ci sarebbe un aumento degli acquisti e-commerce. Diciamo la verità, siamo (noi, popolo italico) molto ma molto ignoranti in tema di tecnologia internet. Quindi parlare di libertà autogestita e senza autorità è a mio avviso molto utopistico. Non voglio mettere il bavaglio ad internet, ma non voglio nemmeno che lo si usi indiscriminatamente. Libertà è anche scegliere se far parte di un meccanismo di valutazione o meno, libertà è scegliere il sistema di valutazione in modo che mi garantisca l’efficacia e la tracciabilità delle informazioni, in caso contrario il confine con la diffamazione gratuita è troppo vicino.
Bada bene io vorrei un sistema di valutazione ma con dei criteri validi e monitorabili, non che a Roma una struttura di 6 camere gestita da marito e moglie sia dichiarata la migliore di tutte! Questo sminuisce il mio, il tuo, il nostro lavoro. Iniziamo con il dire che è necessaria una classificazione delle strutture, una diversificazione da alberghi di compagnia e indipendenti, ovvero dare un modo all’utente di poter filtrare le informazioni in modo da valutare banane con banane e non come avviene oggi banane con citrioli, alla fine sempre ortolani siamo…
Buon lavoro e buon Revenue Management a tutti!
Riccardo Cocco