Expedia amplia le proprie offerte ed apre una sezione Gay-friendly
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dott_stefano_tiribocchi.
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26 Maggio 2010 alle 11:51 #15141
sfarinel
Amministratore del forumAlcuni mesi fa abbiamo già parlato di uno dei segmenti più in crescita nel mercato travel, quello gay e lesbo (vedi articolo Piccoli segmenti di mercato crescono…): anche in un periodo di flessione economica come quello 2008-2009, questa tipologia di utenti ha continuato a viaggiare, addirittura incrementando il suo budget di viaggio (peraltro tra i più elevati). Solamente in Italia, il giro d’affari legato ai viaggi gay-lesbo è di oltre i 3 miliardi di euro annui, andando a costituire il 7% del nostro intero mercato turistico.
28 Maggio 2010 alle 11:08 #19213Massimiliano D’Uva
MembroCredo che più che una nuova nicchia sia un’ennesima forma di discriminazione verso gli omosessuali.
Esistono location gay friendly ed altre no?
Credo che tutto parta da un errore: come per gli animali domestici esistono le location “small pets friendly”, perché non individuare anche delle location “gay-lesbo friendly”? Peccato, però, che tale associazione non solo rischia di offendere (giustamente) la sensibilità degli omosessuali, ma merita un ulteriore chiarimento. Le location “small pets friendly” hanno ragione di esistere perché, a differenza di altre, offrono alla clientela accompagnata dai fedeli amici a quattro zampe servizi ulteriori, normalmente non forniti nelle altre location. L’omosessuale non credo abbia bisogno di servizi ulteriori o, peggio ancora, di essere relegato e ghettizzato solo ed esclusivamente in alcune località o in alcune strutture. L’omosessuale può godersi la sua vacanza ovunque. Se fossi gay mi sentirei offeso e non poco. Mi piacerebbe sentire qualche opinione in merito.
Massimiliano D’Uva
28 Maggio 2010 alle 15:55 #19214Michele
MembroCiao Massimiliano,
personalmente non credo si tratti di una forma di discriminazione, ma semplicemente un segmento di mercato che si è venuto a creare in seguito ad una domanda sempre maggiore.
Si potrebbe parlare di discriminazione, ad esempio, nel caso ci fossero hotel che rifiutano prenotazioni da parte di omosessuali, ma non nel caso di strutture che hanno scelto di specializzarsi secondo il proprio target di riferimento.
Non ci sono dubbi sul fatto che l’omosessuale possa (ma soprattutto debba avere il diritto) di godersi ovunque la propria vacanza, ma la nascita di strutture “gay friendly” è una possibilità in più che si presenta, non in meno.
Discorso analogo vale per le location, non esistono destinazioni più o meno gay friendly, ma sicuramente esistono location che sono più o meno appetibili per un pubblico gay, così come accade per i gruppi di giovani ragazzi o per le coppiette in luna di miele…
In definitiva credo che le strutture specializzate per un determinato tipo di clientela riescano spesso a fornire servizi e attenzioni migliori per il proprio target di riferimento, riuscendo così a guadagnarsi la loro preferenza. Questo vale in generale per tutti i segmenti di mercato, compreso quello gay friendly.
Un saluto!
Michele
28 Maggio 2010 alle 16:16 #19215marghe
Amministratore del forum@Matte e Massimiliano,
capisco benissimo i vostri dubbi.. ma vorrei ricordare che il servizio che ha deciso di lanciare Expedia è stato fatto in base a ricerche e statistiche di mercato (che evidentemente hanno rivelato che una domanda da parte dei gay esiste), e lo ha fatto di concerto con la IGLA, una delle più grandi associazioni gay-lesbo in America.
La IGLA, come rappresentante della comunità gay internazionale, non ha visto nell’iniziativa di Expedia un tentativo di ghettizzare o discriminare, ma semplicemente una possibilità in più per i gay di organizzare in modo migliore il proprio viaggio.
Che poi ci sia il tentativo di lucrare su questa categoria di viaggiatori, questo è il mercato! C’è chi lucra sul servizio alle famiglie, agli over 65 e alle coppie in viaggio di nozze. Si offre semplicemente un servizio targettizzato, non ci vedo niente di male.
La speranza sarebbe che tutti gli hotel offrissero servizi di alta qualità ugualmente a chi è e chi non è omosessuale, ma evidentemente non è un fatto così scontato. Sarebbe interessante conoscere l’opinione di viaggiatori gay a questo proposito…
28 Maggio 2010 alle 17:07 #19216Riccardo Cocco
Partecipante@Tutti:
Signori, credo che vi sia un naturale errore di fondo nei commenti sin qui letti.
Non esistono, per mia conoscenza, alberghi che rifiutino prenotazioni (ovvero soldi), l’importante è dare un metodo valido di pagamento.
Per hotel gay-friendly si intende che l’albergo è riconosciuto all’interno di un circuito presso il quale gravitano gay, lesbo ecc.
Non per un tipo particolare di servizio offerto, ma semplicemente per poter essere presenti su cataloghi, motori di ricerca, sistemi di prenotazione e quanto altro viene identificato da questo segmento di clientela come fonte di approvvigionamento di informazioni e prenotazioni turistico-ricettive.
Non per nulla, l’orientamento verso le nicchie di mercato, vede un segmento molto appetibile nel circuito gay, lesbo, ecc..
Questo per un semplice motivo: generalmente nelle coppie omosessuali entrambi i componenti lavorano e conseguentemente sussiste un maggior potere di spesa. Non mi soffermo per scelta sul fatto che le coppie omosessuali non hanno generalmente prole per non innescare nessun tipo di male-interpretazione o strumentalizzazione, ma occorre pensare anche che non essendo generalmente presenti figli, la possibilità di spesa aumenta sensibilmente.
Ecco perchè questo segmento fa gola a molti.
Buon lavoro e buon gay-friendly a tutti!
Riccardo Cocco
28 Maggio 2010 alle 19:52 #19217sfarinel
Amministratore del forumhai ancora una volta colto nel segno!
Il segmento Gay-lesbo è appetibile per gli albergatori proprio perchè ha (di solito) una capacità di spesa notevolmente superiore alla media.
Sergio
29 Maggio 2010 alle 13:30 #19218Massimiliano D’Uva
Membro@tutti:
Credo di essere stato frainteso in parte.
Siamo tutti d’accordo che l’orientamento sessuale di una persona non è e non deve essere una discriminante.
Senza nessuna vena polemica ha un senso una location o una struttura family friendly oppure Single Friendly; sappiamo tutti quali sono i servizi di cui necessitano queste due tipologie di turisti i primi hanno bisogno di parchi giochi di animatori per bambini etc etc i secondi invece hanno bisogno di intrattenimento notturno magari sport per socializzare ma quali servizi deve riservare una struttura o un intero territorio per essere considerato Gay Friendly.
Se poi il tutto si risolve con la questione economica, che qualcuno ha sollevato e che di certo non è secondaria, allora alzo le mani ma mi restano tutte le perplessita sull’etica di una comunicazione di questo tipo.
Vorrei sentire l’opinione di una coppia gay per sapere se si riconoscono nei profili fin qui descritti e se hanno piacere a navigare nella sezione di un grande portale di prenotazione dedicato esclusivamente a persone e turisti con le loro stesse preferenze sessuali.
Massimiliano
29 Maggio 2010 alle 15:19 #19220dott_stefano_tiribocchi
Partecipantetralasciando qualsiasi discorso in merito alla discriminazione che riguarda una sfera del sociale non pertinente a questo blog, ritengo che a livello markeging il gay/lesbo sia un SEGMENTO di mercato, tant’è che le guide turistiche oggi trattano sezioni specifiche per questo segmento:
se trattiamo sezioni a parte per le famiglie le discriminiamo?
e allora hotel per coppie etero, hotel per coppie gay, hotel per famiglie con bambini, SEGMENTAZIONE tutto qui. Quindi appoggio riccardo cocco. Qui si parla di marketing turistico.
S.
29 Maggio 2010 alle 18:33 #19219Riccardo Cocco
PartecipanteCome ogni cosa che ruota intorno al “vil denaro” il mercato definisce quali siano i bisogni da soddisfare.
Qualche anno fa esisteva la necessità di far sentire a proprio agio le business-women che viaggiavano sole e si è quindi pensato in qualche realtà di creare women-floors dove potevano avere la sicurezza al 100%. Che male c’è segnalare che i luoghi siano friendly per qualche tipo particolare di segmento? Io ti dico, per esempio, che la struttura dove opero io è assolutamente elderly-unfriendly (per via del suo design molto spinto).
Buon lavoro e buon friendly-world a tutti!
Riccardo Cocco
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