Re: Dove sono i “Qualified Revenue Manager”?

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simonepuorto
Membro

Buon anno a tutti.

Ho visto che si parla di CST, in particolare di una mia collega, e sento il dovere di intervenire (solo per chiarire e non per polemizzare). Innanzitutto mi auguro che la “drammaticità” dell’incontro avuto da Franco Grasso sia stata nel frattempo superata con successo: tra l’altro la mia collega, al tempo, si occupava delle applicazioni RM in ambito compagnie aeree. Peccato non ci fossimo incontrati allora avremmo potuto capirci meglio ma spero che non mancherà occasione in futuro.

Mi permetto una precisazione ed una considerazione. La precisazione: al CST non abbiamo mai ritenuto che non sia importante “lavorare sul campo” semplicemente noi facevamo (e facciamo) il nostro mestiere di studiosi. Poi facciamo “anche” formazione e consulenza. Crediamo che conoscere lo stato dell’arte di una disciplina sia importante per poter fare sia formazione che consulenza: noi non riusciamo a pensare che il mondo sia fatto “solo” di quello che deriva dalla nostra conoscenza ed esperienza diretta. Abbiamo in grande considerazione quello che fanno gli altri: ascoltiamo, leggiamo, studiamo, osserviamo, impariamo (almeno ci proviamo!). Per essere ancora più precisi: la nostra prima guida è stata (ed è) la rivista della Cornell (in particolare gli articoli di Sheryl Kimes), poi convegni (per esempio gli atti dell’AGIFORS), i testi di Yeoman e Ingold, di Talluri e van Ryzin ed altri ancora. Inoltre, ovviamente, ascoltiamo anche operatori e manager. Il Revenue Management (quello vero!) ha una storia, non è nato ieri. Esso ha, come si dice, uno statuto epistemologico che, trent’anni fa era relativamente confuso, ma è andato progressivamente definendosi. Naturalmente tutto è in evoluzione, con il tempo le opportunità applicative si ampliano e le tecniche si affinano. Noi dubitiamo che sia possibile fare formazione e consulenza di qualità senza conoscere tutto questo (rischieremmo di spacciare per “nuove” cose note da decenni!).

La considerazione. L’idea che la scienza nasca dall’osservazione per arrivare alla teoria è una vecchia credenza (si chiama induttivismo) spazzata via ormai da quasi cento anni di epistemologia contemporanea. La scienza è deduttiva: è questo il segreto della sua universalità. Mille casi non fanno una teoria e non ci garantiscono la replicabilità del metodo (replicabilità che è basata invece sulla consistenza logica della teoria). Sicuramente i “casi” sono utili, didatticamente, per esemplificare concretamente quello che si sta comunicando. C’è da dire che molti comunicano solo quelli di successo (proprio) perché degli insuccessi preferiscono tacere. Una cosa è certa: l’approccio per “casi” garantisce la “stabilità” del consulente che ne diventa “interprete” unico ed esclusivo per il business dell’albergo (da contabilizzare quindi tra i costi fissi!).

Non voglio annoiarvi oltre. Complimenti per il blog e grazie a tutti per la possibilità di scambiare idee su un tema affascinante come il RM. Rinnovo a tutti gli auguri di buon anno.

Paolo Desinano

P.S. Ho notato dai post di oggi che il clima si è un po’ surriscaldato! Penso che sia utile per tutti (soprattutto per chi legge) di non personalizzare le discussioni e di stare sui contenuti tecnici dei diversi temi.