Pro e contro della Tassa di soggiorno: necessario il dialogo tra Albergatori e Amministrazioni

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  • Questo topic ha 23 risposte, 13 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 7 mesi fa da crt.
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  • #15411

    leggi l’articolo completo...Il 3 marzo scorso il Governo ha aperto le porte della Penisola alla tassa di soggiorno, dando ai comuni la facoltà di introdurla e ponendo come unica condizione che non superi i 5,00 € a notte. Il 7 luglio è scaduto il termine ultimo per scrivere le regole relative alla nuova imposta, ma non essendo arrivate altre direttive, i Comuni si ritrovano in mano solo un testo ambiguo da interpretare in modo arbitrario.

    Dopo Roma, adesso la tassa di soggiorno è stata attivata – non senza accese polemiche – anche a Firenze e Venezia. Ma quali sono i disagi che innegabilmente ha creato e quali al contrario i vantaggi che potrebbe dare al Paese in ambito turistico?

    Pro e contro della Tassa di soggiorno: necessario il dialogo tra Albergatori e Amministrazioni

    #20108
    sergiocucini
    Partecipante

    è dagli albori del rischio dell’introduzione della famigerata tassa che ho aperto un gruppo su facebook sul tema e registro giornalmente l’evoluzione delle decisioni da parte delle amministrazioni comunali riguardo l’introduzione della tassa e le opinioni dei, pochi, albergatori, che le esprimono; sul tema ho una posizione confermata da innumerovoli riflessioni e confronti: la tassa va rifiutata per definizione perchè è stata introdotta con un principio ingannatore, da governanti nazionali e comunali screditati e tende a colpire soggetti passivi d’imposta ad essa indifesi, i quali possono manifestarne l’avversità nel peggiore dei modi…….

    al momento io ritengo che l’opposizione debba essere dura ed inflessibile; e proprio l’esito dello scontro a firenze lo ha dimostrato, o devo ricordare il tono usato da renzi agli albergatori all’esordio della questione?

    la nostra è una categoria sottorappresentata rispetto alla sua importanza reale e poco considerata, per innumerevoli motivi e tutti legittimi, dai detentori del potere.

    questa è una battaglia che può avere effetti benefici ben oltre il caso particolare, e merita d’essere combattuta.

    #20109
    crt
    Partecipante

    La capacita’ dei nostri politici si riduce ad un’ulteriore tassa .

    Gli investimenti che promettono con questo gettito non mi interessano perche’ tanto arriverebbe forse il 10% ..il resto in chiacchere .. Mi interesserebbe un ministro del turismo capace , professionale e preparato sopratutto alle non piu’ tanto nuove realta’ della reta , non una signora da salotto la cui unica preoccupazione siglarsi di buonismo inseguendo le problematiche dei cani in vacanza. Non molto quello che ci si aspetta ma e’ diventato incredibilmente difficile da ottenere .

    #20110
    maxmolina
    Membro

    La tassa è stata imposta anche a Padova, città che non ha certo lo stesso appeal turistico di Venezia, Roma e Firenze, 2 euro 3 stelle 3 euro 4 stelle. Padova è una città di appoggio a chi visita Venezia o di transito. Immagino che i TO sceglieranno per i gruppi location diverse, magari 1 km fuori città, visto che la tassa impatterà sulle tariffe con un valore tra il 10 ed il 15% e che i margini su queste tariffe sono difficilmente comprimibili. Probabilmente i manager degli hotel affiliati alle catene useranno la leva del prezzo per recuperare le presenze perse e rispettare il budget. A cascata seguiranno anche gli altri hotels. L’amministrazione comunale si ritroverà con un gettito inferiore a quello previsto e staremo a vedere se investirà, come dice, per il turismo o se farà sparire tutto nel calderone.

    Spero di sbagliarmi ma non riesco a cogliere l’aspetto positivo. Come ciliegina l’imposta sembra sarà applicata dal 1 settembre quindi a stagione in corso e con i contratti comprensivi delle tasse, l’imposta sarà a carico delle strutture alberghiere.

    #20111

    La presa di coscienza sulla situazione del turismo generata dalla possibilità di applicazione a livello nazionele della tassa di soggiorno è l’unico elemento veramente positivo di tale nuova gabella. Mi è difficile trovarne di ulteriori. Del resto l’introduzione è avvenuta primamente a Roma per mere ragioni di bilancio capitolino: il Comune di Roma, avendo un buco di circa 12 miliardi di € accumulato negli anni, ha chiesto aiuto allo Stato il quale si è fatto carico, inserendo nel proprio bilancio, del debito della città a fronte dell’accensione di un “mutuo” da circa 500 mln di € l’anno. Tale importo viene finanziato con 3 voci: 300 mln (artifici della tecnica finanziata) tramite i trsferimenti da parte dello Stato al Comune di Roma, 120 mln tramite tasse varie e 80 mln tramite il “contributo di soggiorno”. E’ quindi una tassa di scopo introdotta al fine di finanziare tale mutuo. L’amministrazione capitolina l’ha invece sventagliata ai quattro venti come un contributo dei turisti al decoro ed ai servizi della città. La federalberghi romana è riuscita a strappare la promessa di impiegare il 5% di tali importi in promozione del turismo. Questo la dice lunga sull’utilizzo dei fondi recuperati da tale tassa. C’è anche da ricordare che a Roma è stata introdotta in anticipo perché prevista nella finanziaria 2010 e che durante l’assemblea nazionale della federalberghi, svoltasi a Roma proprio nell’imminenza dell’introduzione della tassa nella città, di fronte all’intera albergatoria italiana Berlusconi tranquillizzò tutti sostenendo che la tassa sarebbe stata un affare solamente romano e che non c’era la volontà né la necessità di allargare il fenomeno. L’applauso che si è levato è stato quanto di più deleterio potessimo fare noi tutti albergatori: ci ha mostrati divisi (“meglio a Roma che a noi”) eh ha dato il la all’introduzione della tassa anche agli altri territori. Renzi, infatti, esattamente due giorni dopo era ad Arcore. E’ quindi scontato che in un periodo di tagli ai trasferimenti statali i Comuni spingano per nuovi strumenti di riscossione.

    Vantaggi, quindi, non ne vedo. Passiamo agli svantaggi.

    Dopo sei mesi di applicazione qui a Roma le cose sono molto più chiare. C’è da dire innanzi tutto che non c’è alcuna evindenza della perdita di competitività o del numero soggiorni a causa della tassa. Niente, almeno fino ad ora. Del resto, almeno a Roma, i competitive set, in relazione alla tassa di soggiorno, possono essere solamente di due tipi: Roma contro altre capitali mondiali o Roma contro cittadine limitrofe che non hanno introdotto la tassa. Nel primo caso è bene ricordare che praticamente mezzo mondo, quasi tutta Europa, ha una tassa di soggiorno in varie forme. Quindi su questo punto non abbiamo particolari problemi competitivi. Altro discorso è in relazione ai comuni limitrofi che potrebbero, ma non ho dati a disposizione, trarre vantaggio a danno delle strutture a ridosso del confine romano. Tale sperequazione è vera ancor più se si analizzano le modalità di applicazione della tassa: 2 € per gli hotel 1, 2 e 3 stelle, 3 € per i quattro e cinque stelle. Tale applicazione è frutto, a mio giudizio, di un’analisi miope se non addirittura in malafede, che avvantaggia le strutture che hanno prezzi maggiori (generalmente quelle centrali) a danno di competitori più periferici o comunque a bassa redditività per i quali l’importo della tassa ha un’incidenza percentuale molto maggiore. Se il principio di basse che regola le tasse è la progressività, questa applicazione è il massimo della sperequazione. Il Comune ha preso l’impegno di territorializzare l’importo ma ad oggi ancora nulla si è mosso.

    Altra questione inizialmente molto problematica è stata la possibilità che i clienti si rifiutassero di pagare, magari facendo piazzate nella hall al check-out: non conosco le percentuali di rifiuti dei miei colleghi, ma nella mia struttura, 3 stelle, siamo arrivati a circa 60 € di contributo non pagato di cui solamente 12 € per contestazione diretta del cliente a fronte di 12000 € di tassa di soggiorno versati per i primi mesi. Nessuno in questo periodo è svenuto di fronte alla rf/ft, e nessuno dei rifiuti è stato da parte di qualche straniero.

    Con le prenotazioni da OTA non abbiamo avuto alcun problema, note scritte chiare tra quello che non è incluso nella tariffa, basta. Nessuna contestazione in 6 mesi. Questo, quindi, è un falso problema.

    Tre soli, ad oggi, sono stati gli effettivi problemi pratici: la pigrizia di alcune software house nell’aggiornare i loro programmi (è una disposizione di legge, la maggior parte dei contratti prevedono modifiche gratuite per discipline legislative), la perdita netta causa commissione per pagamento con cc, la follia burocratica richista dal comune di Roma. Il primo punto si risolve litigando con la software house. Il secondo avvisando i clienti in fase di prenotazione, di check-in, a colazione, quando vi pare che l’importo va pagato tassativamente in contanti (da noi in realtà, per comodità di registrazione contabile, le fatture sono pagate interamente secondo la modalità preferita, mentre l’importo della tassa nelle ricevute è in cash). Del terzo punto non voglio stare a discutere, ma vi invito a mandami una mail privata alla quale risponderò allegando il delirio che il Comune di Roma ha messo in piedi. Basti dire che secondo loro dovremmo suddividere gli ospiti sulla base del numero delle notti godute da 1 a 10, per età, per esenzione, inviare i dati degli esenti e dei rifiuti con tutti i moduli, i bambini, il numero degli ospiti per categoria ecc ecc ecc. L’unica soluzione è il campionamento statistico. O il manicomio.

    Concludo con una battuta di cattivo gusto, anche se ci sarebbe molto altro da dire soprattutto in merito a programmazione, promozione, concorrenza, tutela dell’intero comparto turistico: se al ministro Brambilla piacciono così tanto i cani, porti i suoi a pisciare in giro fino al sopraggiungere della vecchiaia e lasci il suo posto di guida ad una persona preparata ed intelligente.

    Buona tassa a tutti, sperando che duri per poco

    Francesco

    #20113
    marghe
    Amministratore del forum

    Ciao Francesco… grazie per questa analisi attenta, frutto della esperienza diretta in ambito romano.

    Vorrei sapere che cosa ne pensano altri albergatori romani e magari anche quelli fiorentini e veneziani, che dovranno vedersela da ora in avanti con la tassa… quindi secondo voi è davvero impossibile che gli albergatori, uniti, rivendichino la parola di fronte alle Amministrazioni?

    #20114

    dalla modalità di calcolo della tassa è evidente che il nostro “governo” di turismo ne capisce veramente una MAZZA (quelle per il gioco del baseball).

    L’idiozia è creare una tassa in VALORE FISSO e non in valore percentuale, tale “contributo di soggiorno” pesa in maniera INEGUALE sulle varie amministrazioni alberghiere:

    – 4 stelle a piazza di spagna via veneto, quadrupla venduta a 240 euro, tassa euro 12, MAGGIORAZIONE del 5% sulla tariffa camera

    – 4 stelle in zona periferica, quadrupla venduta a 120 euro, tassa euro 12, maggiorazione del 10% sulla tariffa camera

    la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali..

    #20115

    @Stefano

    giustimma considerazione… anche se c’è da dire che il dato occupazionale è più facilmente verificabile per loro rispetto al fatturato giornaliero

    mi viene anche in mente l’incentivo di una pratica assai diffusa in Italia e che potrebbe porre il cliente finale ad una scelta di vita importante al momento del pagamento:

    “Buongioro Signore, ecco qui il suo conto… € 240 + € 12 di tasse… se paga in “contanti” risparmia la gabella………..”

    #20116
    Anto4444
    Membro

    La tassa è ovviamente iniqua come ha scritto Tiribocchi incita all’evasione e colpisce solo una categoria.

    Sarebbe giusta se il turista portasse introiti solo per gli alberghi. Si sono dimenticati che anche il salumiere vende più salame quando ci sono i turisti?

    Quindi facciamo pagare i salumieri? no per carità, anzi si per favore.

    E i negozi di abbigliamento? il turista spende 100 euro per la stanza poi va in un negozio e ne spende 1000, a chi dovrebbe pagare la tassa di soggiorno??

    Tutti quelli che guadagnano sulle spalle dei turisti devono contribuire.

    Se no la tassa non puo essere considerata equa.

    Quindi se proprio mettiamo una microtassa sulle partita iva con sede nel comune almeno siamo tutti assieme appassionatamente.

    Segnalo anche http://bloghotel.wordpress.com/2011/07/25/una-profonda-mancanza-del-settore-alberghiero/#more-131

    #20117
    sergiocucini
    Partecipante

    spero nessuno si offenda se copio e riporto i vostri interventi nella discussione sul gruppo che gestisco su facebook…….

    nel caso fatemelo sapere e cancellerò.

    #20118
    sergiocucini
    Partecipante

    per anto4444

    a verona si è stabilito un aumento del contributo camerale per tutte le aziende obbligate all’iscrizione in aiuto alla fondazione arena, titolare del festival alberghiero……. si può fare.

    #20119
    giacomo bufalinigiacomo bufalini
    Partecipante

    Ho letto con attenzione i vari interessanti commenti e spero ce ne siano altri, come sollecitato da Margherita, da parte di fiorentini e veneziani.

    Personalmente condivido molto le opinioni di Francesco Aniballi: è sacrosanto che la tassa non ci possa piacere così come che sia stata imposta per coprire tagli o buchi nei bilanci comunali. Tanti però sono i falsi problemi che troppi addetti ai lavori sentono come veri e insuperabili. L’astio che neanche troppo velatamente traspare dai commenti evidenzia la totale sfiducia verso chi amministra il turismo in Italia, in parte forse anche per ragioni di appartenenza politica. Oggettivamente però anche io, pur essendo un elettore di centrodestra, non riesco a trovare le parole per definire la Brambilla, così come non riuscivo a trovarne per Rutelli!! Sono quindi d’accordo nel ritenere che sia impossibile un dialogo se l’interlocutore non è percepito come affidabile e all’altezza del compito. Mi dispiace che in Italia il turismo non sia mai stato considerato nelle giusta misura e che mai sia stato affidato a persone competenti: è la politica che evidentemente non vede negli investimenti sul turismo un ritorno in termini di voti adeguato. Però, con i suoi pro ed i suoi contro, credo che a Firenze le cose siano cambiate. A Firenze oggi l’interlocutore inadeguato siamo noi… e mi piacerebbe che qualche fiorentino mi contraddicesse!

    Non conosco la realtà di Venezia, ma i risultati che sta facendo nel 2011 sono a dir poco impressionanti: cosa pensano i veneziani della loro amministrazione? La condannano come abbiamo fatto noi a Firenze o sono riusciti ad instaurare un dialogo? Esistono in Italia amministrazioni che stanno promuovendo bene il turismo e nel caso che rapporto hanno con la categoria? Scoprire tutte le realtà positive che esistono in Italia e portarle come esempio potrebbe davvero contribuire a far cambiare l’opinione che del turismo si stanno facendo i nostri futuri rappresentanti politici, noi però mettiamoci del nostro…

    Giacomo Bufalini

    #20120

    @Giacomo

    secondo me l’esempio da seguire si chiama:

    Regione Autonoma Trentino-Alto Adige

    nb: AUTONOMA

    #20121

    Ciao a tutti

    ecco il primo veneziano che scrive :-)

    IMPATTO

    Onestamente credo che su Venezia centro storico l’impatto della tassa sarà lieve. Discorso diverso invece a Mestre, soprattutto per quegli hotel collocati sul limite del territorio comunale, che si troveranno a dover fare i conti con la tassa in fase di negoziazione delle tariffe corporate ad esempio. Ma la riduzione del 40% rispetto alla tassa di Venezia isola, aiuta a ridurre il problema.

    AMMINISTRAZIONE COMUNALE e ALBERGATORI

    Il tema è scottante e rischio di essere bannato!

    Se dialogo c’è stato, è stato solo dopo minacce di ricorsi al TAR. Qui prima fanno le leggi, poi chiedono alle parti cosa ne pensano. Vabbè. Se volete comunque farvi una risata comunque, andatevi a leggere le stagionalità che hanno definito, e avrete lampante di fronte a voi una misura di quanto ne capiscono di turismo i ns governanti..

    IL PUNTO CHIAVE

    Se mi permettete, il punto a mio modesto parere è un altro.

    Il prodotto Italia è spesso mediocre (parlo di ricettività, trasporti, etc etc) e offerto a prezzi elevatissimi. Il rapporto qualità/prezzo è sicuramente inferiore a quanto offerto altrove. Il ns competitor non è solo l’hotel a fianco al nostro, sono i Paesi vicini al nostro.

    E cosa facciamo? Chiediamo ancora soldi a sti disgraziati, che prima o poi si stancheranno di essere spennati per vedere Piazza San Marco o il Colosseo..e andranno altrove. Questo è il punto. Troppo preoccupati per la cassa di oggi, non si guarda mai al domani.

    Bah..

    Francesco

    #20122
    evita
    Membro

    Il riferimento all’ Iva del precedente post, significherebbe destinare l’1% di differenza ai comuni.

    Quanto poi al riferimento a Brambilla o Rutelli, come scritto da Giacomo Bufalini mi sta bene. Trovo che i tentativi della ns Ministra siano goffi e inadeguati, mentre le motivazioni sono perlomeno comprensibili. Ma siamo stati noi a votare in un referendun per l’abolizione del ministero al Turismo. Ora si cerca di dare una regia ad un settore strategico che non si è ancora affermato come tale, sia per le prospettive di crescita, sia per il peso sul Pil che è almeno il 10% del PIl (15/20% se si conta sommerso e indotto reale).In Sardegna l’ Assessorato al turismo comunica 12 milioni di presenze ufficiali e 23 milioni di presenze sommerse con fatturati rispettivamente di 1.5 milardi di Euro e 35 miliardi di euro. Chi vuole può consultare il giornale ” Unione Sarda” del 19 dicembre 2010

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