Airbnb: il 49% dei viaggiatori disposti a sostituire un hotel per un alloggio privato

Chi ha paura di Airbnb non sarà certo contento dei risultati di uno studio pubblicato dalla Morgan Stanley, che suggerisce una forte crescita del sito di alloggi privati a scapito degli hotel (soprattutto indipendenti).

Nell’ultimo anno Airbnb ha aumentato il suo giro d’affari del 12% e sempre più persone sono disposte a lasciare da parte i tradizionali hotel per le sue soluzioni. Le OTA dal canto loro sembrano invece godere di ottima salute.

Il 49% degli utenti rinuncia all’hotel

Il sondaggio della Morgan Stanley ha raggiunto 4000 viaggiatori sparsi per USA, UK, Francia e Germania. I risultati purtroppo non sono confortanti per gli albergatori. Lo scopo del colosso della finanza statunitense era infatti capire non solo l’apprezzamento della gente per Airbnb ma anche quali soggetti avrebbero sofferto di più dello spostamento di domanda.

Come mostra questo grafico, al quesito “quali alloggi sono sostituiti dagli utenti di Airbnb”, il 49% ha risposto gli hotel e il 37% i b&b. Un dato che contraddice in pieno chi sostiene che le due tipologie di alloggio andranno ad affiancarsi piuttosto che a pestarsi i piedi.


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Anche tra i canali usati per prenotare una vacanza negli ultimi 12 mesi rispetto ai precedenti, l’hotel sembra aver perso una grossa fetta percentuale, sia per quanto riguarda le prenotazioni dirette (sul sito, walk-in e telefoniche).

 

Le OTA pronte a fare guerra ad Airbnb

L’apprezzamento delle OTA resta invece invariato: “Il nostro sondaggio – confermano quelli della Morgan Stanley – mostra che le OTA sono state più resilienti rispetto agli hotel negli ultimi 2 anni. C’è da considerare che, se gli hotel continuano a perdere mercato rispetto ad Airbnb, potrebbero diventare più dipendenti dai portali.”

Le OTA sono infatti pronte a sostenere lo scontro diretto sfoderando le loro personali risorse: Booking.com già da mesi offre migliaia di appartamenti privati all’interno delle sue liste di risultati ed Expedia è intenzionata a rivoluzionare il suo portale di case vacanza HomeAway, acquistato a novembre 2015.

Secondo le ultime indiscrezioni, per ridurre lo scarto con Airbnb, Expedia chiederà una fee di partecipazione sia ai proprietari delle abitazioni che ai viaggiatori. In più ha intenzione di aggiungere le proprietà di HomeAway al suo portale assieme agli hotel.

 

Oltre il 90% degli utenti è contento di Aribnb

Il sondaggio completa il quadro per capire quale sia il rapporto che lega i viaggiatori con Airbnb. Nonostante i problemi avuti dall’azienda con la legislatura locale di grandi città come New York, Los Angeles, Berlino e Parigi, non sembra che l’apprezzamento da parte della gente sia diminuito.

Il tasso di soddisfazione dei viaggiatori che hanno usato Airbnb è del 90%, motivo per il quale moltissimi utenti sono disposti a riutilizzarlo.

Per adesso la percentuale che dichiara di averlo utilizzato si aggira intorno al 19% (con una crescita di mercato del 12% rispetto al 2015), ma si prevede che la percentuale salirà al 25% entro i prossimi 12 mesi.