Riaperture graduali dei confini europei – quali impatti sul turismo italiano?

leggi l’articolo completo...L’ Unione Europea, con una comunicazione del 16 Marzo, aveva invitato tutti gli stati membri e dell’area Schengen ad applicare restrizioni sui viaggi non essenziali, almeno per trenta giorni.

Queste limitazioni sono state poi estese fino al 15 Maggio. Ben due mesi, durante i quali l’industria dei viaggi ha subito delle conseguenze senza precedenti. Ma qual è la situazione ad oggi?

Abbiamo sentito parlare delle nuove linee guida emesse dall’ UE riguardo la riapertura dei confini all’interno dell’unione. Facciamo insieme il punto, per capire se ci sarà un’azione coordinata nella riapertura delle frontiere e per riflettere su quali potrebbero essere gli impatti sul turismo italiano.

 

Nuove linee guida europee

 

Le nuove raccomandazioni sono state pubblicate il 13 Maggio e contengono indicazioni per aiutare gli Stati membri ad eliminare gradualmente gli attuali vincoli di viaggio e consentire alle imprese turistiche di riaprire, nel rispetto delle precauzioni sanitarie.

Secondo queste direttive, l’allentamento delle misure dovrebbe partire tra aree con una situazione epidemiologica comparabile e in cui siano disponibili sufficienti capacità in termini di ospedali, test, sorveglianza e capacità di tracciamento dei contatti. Questo al fine di ristabilire progressivamente la libertà di movimento e al tempo stesso evitare di creare i cosidetti corridoi turistici, tanto temuti dal governo italiano.

Inoltre, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) , in collaborazione con gli Stati membri e il Centro comune di ricerca (Joint Research Centre), sta sviluppando e manterrà una mappa del livello di trasmissione COVID-19 a livello nazionale e subnazionale. Sul sito dell’ ECDC è già disponibile un’interessante dashboard interattiva che vi mostrerà non solo una overview della situazione epidemiologica a livello globale (Immagine 1), ma anche una comparazione tra i diversi paesi.

Immagine 1 – Overview a livello globale

Dai dati che possiamo riscontrare ad oggi, si puo’ ad esempio evidenziare che seppure l’Italia abbia un numero elevato di casi epidemici totali (Immagine 2), nelle ultime settimane la media dei nuovi casi (media mobile a 7 giorni) sia diminuita significativamente, avvicinandosi a quella di altri paesi europei, come la Germania, la Svezia, la Polonia, il Belgio e la Francia (Immagine 3).

Immagine 2 – Casi totali

Immagine 3 – Media dei nuovi casi

Tutti gli stati membri sono stati invitati a fornire i dati in modo efficiente per garantire che questa mappa sia completa, aggiornata e funga da strumento trasparente per trasmettere informazioni a livello dell’UE che possano essere utilizzate da autorità, operatori dei trasporti e fornitori di servizi e viaggiatori.

 

Riaperture differenziate nei vari paesi

 

Come verranno interpretate però le linee guida dai diversi paesi europei? Il 20 Maggio si è tenuto un incontro in videoconferenza tra i ministri europei del turismo, in cui ha partecipato anche il nostro ministro Dario Franceschini.

In questa occasione c’è stato uno scambio di opinioni  riguardo le modalità per attuare le raccomandazioni della Commissione Europea, al fine di coadiuvare la graduale revoca delle restrizioni ai viaggi.

Tutti concordi nel supportare principi come lo stretto coordinamento a livello di UE, l’ approccio graduale e le decisioni basate su dati epidemiologici e non discriminatori. Ma passando ai fatti concreti, quali sono ad oggi le decisoni prese nei paesi europei e quindi le roadmpap di riaperture dei confini? Vediamo insieme alcuni esempi.

Come sappiamo l’Italia ha deciso di riaprire le porte al turismo europeo, a partire dal 3 Giugno. L’Austria è uno di quei paesi che ha pensato di costruire i corridoi turistici, annunciando di aprire i confini il 15 Giugno verso la Germania e altri paesi che come la Croazia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria, hanno avuto un numero totale di contagi molto basso. Il Belgio potrebbe invece riaprire i confini il 15 Giugno verso tutti i Paesi Europei. Anche le le frontiere della Francia saranno chiuse all’Italia almeno fino al 15 Giugno. Il Regno Unito ha preso una decisione molto forte: a partire dall’ 8 Giugno sottoporrà ad una quarantena di 14 giorni chiunque visiti o ritorni nel paese (a parte chi proviene dall’Irlanda, Isole del Canale e Isola di Man) e nuovi cambiamenti a riguardo sono attesi non prima di fine Giugno.

Ad ogni modo, la decisione che prenderà la Germania sulla riapertura dei confini, è quella che tra i paesi europei, impatterà di più sull’Italia. Come sappiamo la Germania è infatti il principale paese di provenienza dei turisti stranieri nel nostro paese, con una quota sul totale delle presenze di turisti non residenti registrata nel 2018, pari al 27,1%. Seguono, con percentuali inferiori, i turisti provenienti da Stati Uniti, Francia, Regno Unito (con percentuale di presenze intorno ai 6,5%) e quelli provenienti da Paesi Bassi, Svizzera, Liechtenstein e Austria (circa il 5%).

E’ proprio di questi giorni, la notizia che la Germania potrebbe decidere di revocare le restizioni dei viaggi in 31 paesi europei, inclusi Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein dal 15 Giugno, se i tassi di contagio dovessero restare sotto controllo. C’è una  preoccupazione però che deriva dalle parole di Markus Soeder, premier della Baviera (lo stato più colpito della Germania), che ha espresso opposizione ad aprire troppo in fretta i confini verso  l’Italia, la Spagna e la Francia, dove il numero totale dei casi di infezione è molto più alto rispetto alla Germania.

Se ad esempio la Germania decidesse di imporre la quarantena ai turisti che ritornano dall’Italia, sarebbe un grande disincentivo ad intraprendere viaggi verso il nostro paese. Speriamo che prevalga il buon senso e si guardi invece ai dati oggettivi degli incrementi dei casi attuali, che sono invece in linea con gli altri paesi europei.

 

Uno sguardo al futuro

 

I dati del secondo bollettino dell’ ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) del 22 Maggio, confermano l’impatto significativo che la pandemia di coronavirus avrà sul turismo italiano. Si stima infatti che i visitatori totali (nazionali e internazionali) diminuiranno del -41% nel 2020 rispetto all’anno precedente.

Il turismo italiano che riparte, ha comunque un notevole potenziale grazie alla crescita dei viaggi domestici da parte degli italiani. Il 40% dei viaggiatori italiani, infatti, avrebbe preferito soggiorni all’estero ma quest’anno resterà in Italia. La prospettiva è quindi quella di recuperare, sebbene solo parzialmente con il turismo domestico, il calo delle prenotazioni internazionali.

In quest’ottica, si consiglia ai viaggiatori italiani consapevoli, di visitare quest’estate oltre che le destinazioni di mare, anche le città d’arte e i piccoli borghi ricchi di patrimoni dell’umanità, poichè probabilmente risentiranno maggiormente degli effetti relativi alla contrazione del turismo internazionale.