kong88nhacai1
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7 Maggio 2009 alle 13:53 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17484
Anto4444
MembroPartiamo dai dati gentilmente confermati da Antonio Pezzato. I margini si stanno erodendo sempre più e talvolta l’investimento non è più giustificato dai flussi di cassa. Sono dati che già avevo e che vengono confermati. Grazie per il tuo intervento Antonio. Sottolineo che sono dati precrisi.
L’ho già detto più volte e la domanda che avevo fatto a Cellerai non era una domanda da impiccione, era per aprire questo tema. Una struttura ormai non ha più la redditività necessaria se non oltre le tipo 40 camere. Ovviamente resistono quelli con meno solo se gestite direttamente dal proprietario, ma a quel punto non si pone il problema di discutere su come gestire al meglio in forma manageriale una struttura che non ha quasi dipendenti se non per ruoli marginali.
Dal rapporto dell’agenzia delle entrate vediamo che il 40% degli hotel italiani sta uscendo dal mercato xkè in declino, un altro 35-40% è in difficoltà ma può farcela e il restante 20% è in fase di crescita. I dati sono questi e li cito a memoria come sempre, se volete dati più specifici li andrò a vedere con precisione. Sono dati che parlano da soli. Non faccio commenti. Chi aveva parlato di selezione Darwiniana? 🙂
Il tuo dato Tiribocchi è francamente sballato. La tua gestione evidentemente non è corretta. Un occupazione del 98% è esagerata e significativa del fatto che non sfrutti appieno le capacità retributive delle tue strutture. Semplicemente devi alzare i prezzi stai facendo beneficienza e devi sopportare maggiori costi per via dell’altissimo volume di lavoro. Alza i prezzi fino ad arrivare ad un 70% e vedrai che con meno fatica guadagnerai di più.
Ma mi aggancio al dato di Tiribocchi per dire che è sbagliato pretendere di avere l’hotel sempre pieno, l’hotel deve essere sempre pieno ma non perché lo stiamo svendendo ma perché la domanda è forte. Se la domanda non c’è l’hotel non DEVE essere pieno.
Il mio concetto di RM è diverso, se vogliamo più etico, più trasparente per la clientela e a noi albergatori più vantaggioso nel medio termine e meno nel breve. Le tariffe devono essere flessibile ma non troppo. Non ci deve essere una moltiplicazione maggiore del 100% sulla tariffa più bassa. 100 euro in bassa e 200 in alta come escursione massima per capirsi. La forchetta deve essere più stretta. Fare 70 euro in bassa per attirare la clientela e 250 in alta per pelare la gente non è corretto. (considerare le proporzioni non i valori assoluti). O meglio è corretto ma non è conveniente nel medio periodo. Ora gli albergatori non sono istruiti per fare buon RM? Ci posso credere, ma nel medio periodo, quando saranno tutti addestrati per questo RM? Allora si sarà tutti sulla stessa barca perché tutti faranno più meno le stesse strategie.
Il vantaggio per chi lo utilizza sta nel breve termine in quanto riesce a sfruttare il gap tra la propria gestione e quella dei competitor. Poi nel medio-lungo non ci sarà più nessun vantaggio. Solo svantaggi per i motivi che ho scritto diverse volte nei messaggi precedenti.
Questo risolve anche il problema della concorrenza sleale delle strutture a 4/5 stelle che fanno concorrenza di prezzo non solo ai 3 stelle ma anche ai 2. In questo modo se vogliono vendere a 400 euro in alta dovranno dovrebbero limitarsi a 200 in bassa.. non andare a 90 come i tre e i 2 stelle.
Per il discorso di insegnare o meno.. beh sono polemiche/obiezioni sterili, tutti insegnano e tutti impariamo allo stesso modo. Io imparo e insegno contemporaneamente, ognuno a seconda dei casi può imparare e può insegnare al prossimo. Poi ognuno si esprime a modo suo. Certo è che l’importante è argomentare quello che si scrive.
Focalizzarsi solo sui ricavi come gia detto anche da altri è da miopi. Si guarda una cosa e si perde di vista tutto il resto. Se no rimaniamo alla gestione classica italiana che a fine stagione si guarda nel cassetto, se ci sono un po di soldi allora la stagione è andata bene se no no..
Tutto cio che ho detto è soggetto a critiche e valutazioni di chiunque. grazie
saluti
antonio
7 Maggio 2009 alle 15:18 in risposta a: Siti turistici troppo poveri: i navigatori vogliono di più! #17483dott_stefano_tiribocchi
PartecipanteRicordiamoci sempre, che lato usability, tutte queste informazioni hanno un prezzo! cioè hanno un PESO in termini di byte, e questo si traduce in tempi di attesa di caricamento, quindi, testi a parte, l’architettura informativa del resto delle informazioni, cioè foto e video va gestita con cura, al fine di non “intasare il collo della banda in download del nostro sito”. I video se caricati da you tube etc.. vanno a utilizzarne la banda; per il resto, con le foto e le animazioni in flash basta fare dei test con i vecchi modem analogici per capire quanto il sito è veloce nella sua consultazione-scaricamento. Inoltre ad oggi è bene tenere conto della visualizzazione del sito sui cellulari, sembra che il web del futuro sarà in piedi (cito il mio ex prof universitario Carlà, web seduti con il pc, web sdraiati con la tv e web in piedi col cellulare).
S.
7 Maggio 2009 alle 16:44 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17485dott_stefano_tiribocchi
PartecipanteScusa Antonio,
ma a parte che se era sballata mi cacciavano a calci, ma ti assicuro che faccio un revenue certosino e FUNZIONA, passo ore e ore sui prezzi spulciando ogni singolo giorno e riverificandolo sempre ad ogni singola variazione occupazionale, per vedere se posso guadagnare un po di piu alzando o se devo riaprire il flusso abbassando. Alta e bassa stagione, come avere l’hotel quasi pieno o quasi vuoto sono variabili che intervengono fortemente sul prezzo, perchè se il primo maggio ho clienti disposti a pagare 300 euro per una stanza a san giovanni non dovrei farlo?perchè? e perchè se ad agosto per smouovere il pigro turista che non ama vviaggiare col caldo non posso invogliarlo a venire a 69 euro?
ti parlo è vero di strutture che superano le 35 camere, ma vanno bene e sono e rimango dell’idea che una camera non venduta è un mancato guadagno sempre e comunque.
7 Maggio 2009 alle 18:47 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17486andreacellerai
MembroCaro Antonio,
Come precedentemente ho premesso, certi tipi di informazione possano assumere un valore molto aleatorio se non si analizza la questione nella sua complessità e nel contesto in cui è inserita.
Premetto che mi sembra scontato che il Roi per un azienda alberghiera non è certo paragonabile a quello di un camping, aggiungo anche che un ottimo 4 stelle a Roma, Firenze, Venezia dovrebbe sempre avere una redditività maggiore rispetto ad un ottimo 4 stelle nella campagna Toscana, Veneta o del Lazio, se non altro per la stagione che sarà sicuramente più lunga nelle 3 città rispetto alla relative destinzioni in campagna.
In ogni caso chi gestisce con responsabilità (Manager o Proprietario), dovrà pur partire dallo stabilire uno standard di qualità, arrivando a definire un business plan che conterrà anche l’indicazione di tutte le voci di costi e di ricavo previste per arrivare al fatidico conto economico.
Da una lettura di bilancio approfondita si riesce (con il metodo ABC – activity base costing) a ricavare il break even point per ogni tipologia di camera (ovviamente basandosi su dati storici)….in fase di start up questa operazione non riuscirà possibile.
Da questa lettura si potrà ottenere una serie d’informazioni che serviranno da strumento orientativo per la formulazione delle strategie di vendita .
Qui arriviamo al bivio Andrea e Antonio di fronte a ad una serie di informazioni hanno un comportamento diverso, comportamenti che risulteranno determinanti con le 2 leve tariffe e occupazione per portare al risultato finale che si leggerà sul conto econimico. Sarebbe veramente curioso fare simulazioni con dati alla mano di 2 aziende diverse, in un territorio diverso, guidate da teste diverse.
andreacellerai
MembroCerto Winon,
Scoprire destinazioni nuove e poco conosciute in particolare quando offrono motivi di interesse sull’enogastronomia è un’altra forma di benessere.
L’Italia sotto quest’aspetto è un’esauribile fonte di prosposte d’eccellenza.
Passa anche qualche week end in Toscana sia nella parte del Chianti che in quella del Brunello, o ancora di Bolgheri troverai piccole aziende poco conosciute al vasto pubblico, ma molto conosciute da chi in primis cerca il meglio…..
8 Maggio 2009 alle 14:26 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17489Anto4444
Membroscusa Stefano mi correggo ho letto male, superi le 34 camere non “non le superi”, ma meglio cosi, cosi non mi riferisco a te in particolare.
8 Maggio 2009 alle 14:27 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17488andreacellerai
MembroImpossibile ignorare il fenomeno Twitter: la piattaforma di “micro-blogging”, che permette agli utenti di comunicare attraverso messaggi istantanei di 140 caratteri al massimo, nell’ultimo anno è esplosa con forza sbalorditiva in tutto il mondo, soprattutto nei paesi anglosassoni e negli States.
Twitter non è soltanto utilizzato dai privati per comunicare come in una chat con i propri contatti, per definire il proprio status, scambiare informazioni, link e organizzare eventi ad altissima velocità, ma è già diventato uno strumento di marketing e comunicazione da parte di aziende e mass media, sfruttato per aumentare le interazioni con gli utenti e la visibilità dei brand.
Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets
9 Maggio 2009 alle 10:43 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17490Anto4444
MembroBoh il mio ultimo post non c’è più.. infatti quello qui sopra era subito dopo quello che è sparito.
Cmq non ho tempo per riscriverlo ora.. preferisco aspettare e vedere magari spunta fuori.
Commeto solo l’umltimo mess di andrea, alla prime domande non so. All’ultima si, con certezza l’associazionismo porta quasi sempre a risultati migliori. Una bella cooperativa tra albergatori per pubblicizzare la zona è/sarebbe l’ideale per conto mio.
9 Maggio 2009 alle 14:24 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17492antonio.pezzano
MembroLancio una domanda/provocazione anche io. Se il passaparola e’ lo strumento principale di marketing turistico, ne consegue che avere un buon prodotto (inteso come insieme di elementi tangibili, servizi, ambiance) e’ alla base di ogni strategia. Se concordiamo con questa premessa, perche’ le associazioni di albergatori non si evolvono in vere e proprie societa’ di gestione di diversi prodotti (alberghi). I consorzi e le cooperative tradizionali (cioe’ quelle che gestiscono la promozione, la commercializzazione, ecc), secondo me, non hanno alcun potere sul prodotto, con il risultato che non solo non si controlla lo strumento di marketing principale, ma si rischia di lanciare messaggi (promozionale) spesso poco coerenti con il prodotto.
9 Maggio 2009 alle 15:18 in risposta a: Facebook: tutte le nuove applicazioni e lo speciale e-book di Booking Blog per albergatori #17491Duccio Innocenti
BloccatoGrazie Andrea,
stiamo facendo dei test con fb su alcuni hotel nostri clienti
ti farò sapere…
Buona Domenica,
Duccio
9 Maggio 2009 alle 17:34 in risposta a: TripAdvisor: la verità è una questione di opinioni #2 #17493Anto4444
MembroBah.. tra tutti i problemi che ci sono nel nostro settore puntare il dito su tripadvisors mi sembra un po un controsenso.
Alla fine basta che rispondi sotto il commento negativo no??
Sempre meglio che in altri posti dove non si può neanche replicare..
11 Maggio 2009 alle 12:03 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17494andreacellerai
MembroCercherò di rispondere a Anto4444 e Pezzano,
La miglior formula che io conosca è la forma Consortile, in virtù dell’aiuto che in genere le Regioni riservano alle realtà che fanno marketing Territoriale (così almeno in Toscana).
Oltre a questo se il network è ben mirato nella selezione diverrà una seconda vetrina virtuale per le aziende, posso citarVi come esempio http://www.hotelrelais.it, la selezione è stata laboriosa e basata su criteri di assolutà qualità (solo 4-5 stelle e residenze d’epoca di livello analogo)ma stà portando risultati e la stessa Regione Toscana considera il network come il Top dell’offerta sul territorio.
Questa per i consorzi la considero una vera evoluzione, oltre che investire sul web con sistemi innovativi, abbiamo avuto l’opportunità di trattare la miglior convenzione nazionale (Visa, Mastercard, Cartasì) che da l’opportunità alle aziende associate di transare queste carte con una media che va dallo 0.80% alo 0.30%.
Vi ho fatto qualche esempio, potrei continuare con i booking engine e rate allocators….ma credo che come esempio Vi possa bastare.
Duccio Innocenti
BloccatoDopo la SARS, oggi è l’Influenza Suina a destare forti preoccupazioni a livello internazionale e a mettere in difficoltà molti operatori turistici.
La gente che aveva già prenotato o aveva in programma di recarsi in Messico o nei Paesi vicini, temendo la diffusione del virus, ha reagito come si era previsto con cancellazioni di massa dei viaggi e con cambi di programma repentini.
12 Maggio 2009 alle 00:44 in risposta a: Twitter vs Facebook: ancora pochi gli Italiani che scambiano tweets #17495Anto4444
Membroe dei meta-distretti turistici che mi dite?
sfarinel
Amministratore del forumChe differenza c’è tra qualità oggettiva di un servizio turistico e qualità percepita dal cliente?
Davvero le opinioni espresse dai clienti sui social media stanno determinando la nascita di nuovi standard di qualità?
Le recensioni possono essere alla base di nuovi sistemi di rilevazione della customer satisfaction?
E quanto pesa la mancanza di una cultura del Turismo in Italia?
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