Come funziona l’algoritmo di Instagram?

leggi l’articolo completo...Tutti quelli che lavorano nei social media hanno sentito dire – o hanno detto – la frase “è colpa dell’algoritmo!” per giustificare i risultati non proprio esaltanti di una campagna organica. L’algoritmo che gestisce la rilevanza dei contenuti nelle bacheche degli utenti è spesso fonte di frustrazione per gli operatori del settore, spesso perché ammantato da assoluto mistero.

Se l’algoritmo di Facebook, per quanto tuttora segreto, è stato più volte sommariamente descritto da parte dell’azienda di Zuckerberg, quello di Instagram è stato per molto tempo un enorme punto interrogativo. Almeno fino a oggi.

L’algoritmo di rilevanza su Instagram è questione relativamente recente, visto che è stato implementato per la prima volta solo nel luglio del 2016. La piattaforma è passata dall’ordine cronologico inverso all’algoritmo di rilevanza perché, secondo le sue stime, gli utenti perdevano il 70% dei post totali e il 50% dei post dei propri amici.

Nonostante la forte reazione negativa da parte dell’utenza che temeva di perdere il controllo del proprio feed, secondo i dati di Instagram il cambio ha portato a una maggiore visibilità dei post degli amici, fino al 90%, e un maggior tempo di permanenza sull’app.

Secondo quanto riportato da Tech Crunch, l’azienda di proprietà di Facebook ha svelato in un incontro con i giornalisti i più importanti criteri di selezione dei contenuti da parte del suo algoritmo.

 

I criteri di ranking dell’algoritmo di Instagram

 

Prima di tutto, è importante comprendere come ognuno abbia un feed unico, basato sulle proprie abitudini di utilizzo: Instagram grazie al machine learning impara cosa ci piace e con cosa interagiamo e prova a offrirci più contenuti simili.

Esistono tre maggiori fattori che determinano il ranking dei contenuti nel feed di Instagram:

  1. Interesse: in base ai comportamenti precedenti con contenuti simili (e potenzialmente utilizzando la machine vision per analizzare visivamente il contenuto del post), Instagram prova a predire quanto un utente potrebbe essere interessato.
  2. Freschezza: i contenuti più recenti hanno la priorità rispetto a post più vecchi di una settimana.
  3. Relazione: i contenuti prodotti da persone con cui l’utente ha interagito di più su Instagram, per esempio con commenti o tag in foto condivise, hanno la priorità.

Dietro i tre maggiori fattori, ci sono altri tre segnali che influenzano il ranking dei contenuti sul feed di Instagram:

  • Frequenza: Quante volte l’utente apre Instagram, perché l’algoritmo cerca di mostrare i post più pertinenti dall’ultima visita.
  • Following: meno persone l’utente segue, più è facile che veda contenuti dai propri contatti preferiti; di converso, chi ha molti follower tenderà a vedere meno post da specifiche persone, perché Instagram sceglierà i più pertinenti da un ventaglio di possibilità molto ampio.
  • Modo d’uso: Quanto tempo viene speso su Instagram determina anche il modo in cui i post vengono selezionati, perché in caso di sessioni molto brevi la piattaforma concentrerà i post migliori nelle prime posizioni.

 

I falsi miti sul ranking di Instagram

 

Durante la sessione di domande e risposte con il team, Instagram ha avuto modo di sfatare alcuni miti che girano fra gli addetti ai lavori sui criteri di ranking della piattaforma. Nessuno può verificare l’autenticità di queste affermazioni, del resto il contenuto vero e proprio dell’algoritmo rimane ancora un segreto industriale, ma perlomeno mostrano l’approccio di Instagram a una gestione meritocratica dello spazio in bacheca.

  • Instagram non ha intenzione di offrire nuovamente il feed in ordine cronologico, principalmente perché inefficiente.
  • Instagram non nasconde post nel feed, ma può magari posizionare alcuni più in basso; basta continuare a scendere nei post per vederli tutti.
  • Il ranking non favorisce le foto o i video universalmente, ma mostra di più i primi o i secondi in base alla tipologia di contenuti con più interazioni nel feed dell’utente: chi non si ferma a guardare video, col tempo ne vedrà sempre meno in bacheca.
  • L’algoritmo non favorisce i post degli utenti che usano Stories, le dirette o altri strumenti dell’app.
  • Instagram non abbassa la pertinenza di un utente nel caso pubblichi troppo spesso, ma potrebbe inserire nel feed contenuti di altri fra i post per separarli meglio.
  • Instagram non offre più spazio nel feed né agli account personali né a quelli Business, che vengono trattati per quanto concerne l’algoritmo alla stessa identica maniera.
  • Su Instagram non esiste lo “shadowbanning”, cioè la pratica di nascondere automaticamente i post di chi magari pubblica troppe volte e con troppi hashtag.