[BTO 2019] SEO per hotel: to do list per il 2019

leggi l'articolo completoL’ottimizzazione SEO non è una scienza esatta, come sapete. Le best practice raccomandano certosina attenzione nella ricerca e nell’inserimento delle keyword più performanti nel vostro settore.

Ma title, description e strategie di link building valgono oggi come allora?

Sicuramente una certa importanza la conservano, ma la SEO nel travel oggi si fa anche in altro modo, con strategie e tool innovativi.

Marco Volpe e Luca Bove si incontrano per parlarne, allo speech di oggi alla BTO 2019, proponendo alternative e consigli agli albergatori italiani.

Luca Bove apre l’intervento alla BTO 2019, approfondendo il tema della Local Search ovvero le mappe di Google. Da alcuni anni Google ha introdotto le mappe con nuovi layout e filtri in search, restituendo quasi dei minisiti per hotel.

Google ha inserito ultimemente nuove icone con filtri sempre più personalizzati e visibili da smartphone: l’esperienza sulle mappe assomiglia sempre di più a una app proprietaria. Un’app simile a quelle delle OTA o all’app ufficiale dell’hotel.

 

Le mappe di Google per hotel

 

Ora Google è diventato anche il re delle recensioni, spodestando Trip Advisor, grazie alla proattività dovuta alla sincronizzazione di tutti i dispositivi tramite account Google.

La tab Località è un’ulteriore funzionalità nelle schede degli hotel, realizzata raccogliendo punteggi e informazioni da altri siti. L’ultima novità nelle schede è Hotel Price Insights, che restituisce una media delle tariffe medie di un soggiorno nella struttura, attingendo da siti terzi e portali. In qesto modo, Google sta velocemente sostituendo le OTA.

Da un paio d’anni, su Google My Business sono stati introdotti i post, con novità e oferte, ma per l’hospitality questa funzionalità non è possibile. Anche le informazioni sugli eventi nei dintoni, possibile per le altre attività su Google My Business, è negata agli operatori di accomodation.

Google ha stretto una partnership con Trust You per le recensoni sugli hotel, le review vengono aggregate secodo criteri e si possono visualizzare grazie a dei filtri.

 

Fonti e prenotazioni firmate Google

 

Le fonti da cui Google reperisce tutte le informazioni sono:

  • L’hotel stesso (le informazioni inserite dall’attività sulla scheda My Business)
  • Il sito web ufficiale
  • Gli utenti cioè gli User Generated Content
  • Fonti di terze parti con cui ha fatto accordi (Booking per le foto, ad esempio)

 

Google ha inserito l’opzione con l’orario di check-in e check-out, visibile sul Local Knowledge Graph.

Google inserisce sulla scheda dell’hotel le OTA con il quale la struttura ha accordi, ovvero quelle che ricevono una commissione ad ogni prenotazione non diretta dall’utente. Insoma le funzionalità disponibili per gli hotel, nelle schede Google, sono sempre di più e non è sempre facile gestirle in autonomia.

Se si promuove una scheda senza fare campagne Google Hotel Ads, si spingono, oltre all’hotel, tutte le OTA collegate. Dunque agire con Google Hotel Ads sembra un’opzione quasi imprescidibile.

 

SEO per hotel: to do e black list

 

Marco Volpe prende la parola nella seconda parte dello speech, concentrandosi sulla SEO ad ampio raggio nel settore hospitality.

In qualsiasi tipo di ricerca, Google è dominante essendo IL motore di ricerca. Da questo assunto, Volpe dichiara che la SEO oggi significa essere percepiti come il soggetto più rilevante in SERP (come Google al momento).

Se introduciamo le stelline delle recensioni, i sitelink e le estensioni da Google Ads, sicuramente inseriamo fattori destabilizzanti in SERP che attirano l’occhio – e l’utente.  Volpe afferma che oggi Google dà moltissima importanza ai segnali dell’utente: la sincronizzazione con Gmail, le informazioni da gps attivato, l’IP da cui è stata fatta la ricerca.

Se facciamo una ricerca come Hotel vicino a Roma ci sono moltissimi fattori per i quali Google decide la SERP, tra cui l’esclusione di strutture senza un booking engine integrato. Se un hotel inserisce sitelink personalizzati, come hotel lifestyle a Roma, può intercettare l’utente interessato proprio a quel tipo di caratteristica. In questo modo, si attira più facilmente il click.

La ricerca in mobilità è un altro fattore chiave: facendo una ricerca da Firenze, ad esempio, se cerco Hotel Roma, Google mi restituirà in SERP, in alto, il sito dell’Hotel Roma (se esiste) che si trova a Firenze.

A volte capita che in SERP appaia la pagina con il listino prezzi dell’hotel. Questo potrebbe essere uno svantaggio in quanto dovrebbe essere un fattore da mostrare solo dopo aver dimostrato interesse autentico verso la struttura. Come evitare il listino prezzi in SERP? Facile, secondo Volpe: basta inserire il codice non index nella pagina del sito che non vogliamo indicizzare.

Altra strategia è costruire una rete, una relazione tra il brand e l’utente: se Google Suggests compila il nome dell’hotel con attributi come spa, facebook, recensioni, vuol dire che la struttura ha uno zoccolo duro di utenti che lo ricercano per specifici valori o percezioni.

Volpe conclude raccomandando di utilizzare foto, valori e fatti autentici per comunicare il proprio hotel, sul web e fuori. La SEO seguirà il flusso.