Che fine farà il Turismo in Italia?

leggi l’articolo completo...Sembrano lontani anni luce i giorni di agosto in cui il mio paese rimaneva completamente deserto e potevo camminare per ore senza incontrare anima viva: oggi arrivo in ufficio e ancora stento a trovare posto per la macchina.

Lontani anni luce anche i giorni delle code chilometriche ai primi del mese per andare ad affollare le coste della Versilia: mia madre è partita per il mare il 31 luglio e mi ha detto di non aver trovato traffico… “Roba da matti”, penso.

No, in fondo non è così, non c’è niente di strano: me ne rendo conto quando ritrovo questo stesso scenario in un articolo di Emiliano Fittipaldi sull’Espresso di qualche giorno fa, dal titolo “E i turisti? Scomparsi”.

Fittipaldi registra con disincanto ed ironia come in molte località turistiche italiane purtroppo ad oggi la crisi ancora non sembri superata: i turisti stranieri, specie i tedeschi, sono in calo, mentre molti Italiani, addirittura il 50% secondo l’articolo, sarebbero rimasti a casa, mentre gli stabilimenti balneari, per la prima volta nella storia del Paese, scioperano contro un Ministro del turismo “fantasma” e dedito ad evidenti, inutili sprechi.

Ma l’orizzonte è davvero per tutti così nero?!
 
 

Calo di presenze in molte destinazioni ma ripresa delle grandi città d’arte

Nella sua analisi, Fittipaldi registra un calo di presenze anche del 20% in diverse destinazioni turistiche italiane, cosa che ha suscitando un pessimismo diffuso tra molti operatori. Tra le zone che ancora risentono della crisi ci sono la Riviera dei Fiori in Liguria, la Romagna, la Val d’Aosta, l’Abruzzo, l’Umbria e Belluno. Ancora problemi anche per l’Elba e il Golfo di Napoli.

La situazione risulta invece più rosea e in ripresa, come testimoniano anche molti hotel nostri clienti, in località come le Cinque Terre, e in tutte le grandi città d’arte della penisola, come Roma, Venezia, Firenze, che hanno potuto godere di una ripresa di arrivi dagli Stati Uniti e un po’ da tutta l’Europa, e dove in generale si è assistito ad un buon andamento dell’attività.
 
 

Albergatori obbligati a sconti sempre più alti e lastminute aggressivi

In generale gli albergatori colpiti dal calo degli arrivi, hanno fatto fronte alla mancata occupazione con offerte speciali e last minute sempre più aggressivi che non migliorano certo la situazione (perlomeno dal punto di vista dei ricavi).

Sono in molti gli Italiani a partire senza prenotare e a cercare l’offerta dell’ultimo minuto per soggiorni sempre più brevi. Si moltiplicano i “mordi e fuggi”: pochi giorni e sistemazioni alternative, come case di amici e parenti, all’insegna del massimo low cost.
 
 

Vittoria Brambilla e il Ministero del Turismo sotto accusa

Eppure il Ministro Brambilla in conferenza stampa aveva comunicato che secondo le statistiche tra luglio e settembre sarebbero partiti ben 30 milioni di Italiani, 5 in più dell’anno scorso, ma come abbiamo sottolineato, questi non sono i dati attualmente registrati, tanto che alcuni operatori hanno accusato la Brambilla di “pubblicità ingannevole”.

Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef, hanno dichiarato che si tratta di “Cifre inspiegabili, a meno che, all’interno dei flussi turistici, il Ministro non annoveri anche gli “avventurosi” viaggi giornalieri dei pendolari“.

A contraddire questi dati anche l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sul turismo, second cui invece saranno meno del 40% gli Italiani che si potranno permettere di andare in vacanza, soprattutto per problemi di soldi.

Resta grande la delusione per un Ministero del Turismo che sembra non capire le gravi difficoltà del settore e non si decide ad intervenire in maniera concreta per sviluppare un piano che davvero sostenga e rilanci, tra gli Italiani come tra gli stranieri, il Turismo in Italia.

Cinzia Renzi, presidente della Fiavet (Federazione Agenzie di Viaggio), ben esprime il pensiero di molti operatori turistici quando nell’articolo de L’Espresso dichiara: ”Noi volevamo fortemente un Ministro del Turismo: ma se nel governo manca la consapevolezza dell’importanza strategica di questa industria, è come se non ci fosse“.

L’aria tra Ministero e operatori del turismo si fa ancora più incandescente quando si snocciolano i dati sulle inutili spese operate nell’ultimo anno: l’Enit ha già bruciato dieci milioni di euro per l’inefficace campagna televisiva “Italia much more” e il prossimo anno avrà a disposizione “solo” 26 milioni di euro, di cui 25 si volatilizzeranno solo per i costi di gestione (stipendi e spese generali).

La Brambilla sembra non ascoltare e non sentire le critiche, mentre si moltiplicano le accuse sulla sua mal gestione dei conti e degli incarichi affidati.

Resta dunque sempre in sospeso un grande interrogativo: quando nasceranno iniziative di rilancio provenienti dall’alto che guidino il Paese verso una vera ripresa? Quando l’Italia, a cui non mancano certo le attrattive, recupererà competitività rispetto agli altri paesi Europei e non?Non è che arriveremo tardi?

Fonte: L’Espresso