Hotel su mobile: se vai troppo lento, Facebook ti penalizza

Per l’hotel, avere un sito mobile oggi è scontato. La nuova sfida è avere un sito mobile super veloce. Altrimenti si rischia di essere penalizzati non solo da Google, ma anche da Facebook.

Il colosso del web sta obbligando i propri inserzionisti a ottimizzare l’esperienza su smartphone, pena la perdita di visibilità.

Con un 20% di prenotazioni già provenienti da piccoli schermi, qualsiasi struttura alberghiera che non sia performante su mobile rischia di perdere una buona fetta di prenotazioni dirette. Già questo basterebbe a convincere gli albergatori a curarsi della velocità di navigazione del proprio sito mobile.

Ma a questo si aggiunge il fatto che, se volete fare pubblicità al vostro hotel su smartphone, sia Google sia Facebook, impongono ad ogni attività di avere siti veloci e ottimizzati.

 

Il mobilegeddon di Facebook

Facebook ha capito che il suo sistema di advertising è una vera miniera d’oro, perché funziona alla grande per tutte le tipologie di attività, comprese quelle dell’ospitalità. Ma è anche vero che l’82% dei suoi ricavi nel primo trimestre del 2016 è stato generato dalla vendita di pubblicità mobile.

Quindi per continuare a monetizzare, Facebook deve assicurarsi che le inserzioni funzionino soprattutto sui dispositivi mobile. Peccato che il 40% delle persone rinuncia a visitare un sito su cui aveva cliccato se la pagina ci mette più di 3 secondi a caricare. E ci sono un mucchio di annunci che portano a siti non ottimizzati.

Per velocizzare il processo di caricamento dei siti mobile e non rischiare di perdere clic e revenue, Facebook ha introdotto una nuova tecnologia che “pre-carica” i contenuti del sito mobile degli inserzionisti sui propri server, per dare un accesso più veloce ai clienti che cliccano su un annuncio: il pre-fetching.

“Questo accorcia i tempi di caricamento del sito del 29%, migliorando l’esperienza e diminuendo il rischio di abbandono.”

Nonostante questo, Facebook ci tiene a mettere in guardia gli inserzionisti sulla questione mobile.

Matthew Idema, direttore del marketing dei prodotti pubblicitari, ha affermato che potrebbero persino vietare che gli annunci vengano pubblicati se il sito mobile dove portano è troppo lento e non ottimizzato:

“La velocità con cui un sito mobile carica sarà uno dei fattori che il nostro sistema prenderà in considerazione per determinare quali annunci mostrare alla gente.”

Ovviamente questo fattore vale solo quando volete veicolare delle visite al sito, ma visto che moltissimi hotel fanno annunci per promuovere le offerte sul proprio sito, va da sé che questo aspetto non possa essere sottovalutato

Per assicurarsi che gli utenti abbiano la migliore esperienza possibile su mobile, Facebook diffonde anche alcuni suggerimenti basici. Ad esempio:

  • Minimizzare i redirect, i plugin e gli abbreviatori di URL
  • Comprimere i file per diminuire il tempo di attesa per visualizzarli
  • Migliorare il tempo di risposta del server utilizzando un hosting multi-regionale
  • Rimuovere i file javascript che bloccano il rendering

 

Google penalizza i siti mobile con pubblicità invasive

La velocità dei siti mobile sta a cuore non solo a Facebook, ma anche a Google.

AMP sta per Accellerated Mobile Pages, ovvero pagine mobile accelerate. Si tratta di un progetto con cui Google aiuta gli utenti a creare contenuti mobile migliori e più veloci da navigare.

Una ricerca di Google dimostra che un sito mobile impiega in media 19 secondi per caricare (una vera eternità), ma che un sito che impiega 5 secondi, ottiene il doppio delle reveneu da pubblicità.

Anche Google, che vive grazie alle inserzioni Adwords, teme quindi che i siti mobile poco performanti possano danneggiare la sua piattaforma pubblicitaria, togliendo revenue agli inserzionisti e demotivando gli utenti a cliccare.

Le prime analisi mostrano che le pagine web costruite con l’AMP HTML caricano quattro volte più velocemente e utilizzano 10 volte meno dati delle pagine mobile ordinarie. Con il progetto AMP for Ads, che applica il codice AMP agli annunci pubblicitari, anche questi potranno beneficiare del nuovo formato ed essere ottomizzati mobile.

Ma l’AMP non è l’unica novità che dimostra l’interesse di Google ad investire sul mobile: per rendere i risultati mobile più leggibili, Google ha da poco rimosso la label che distingueva i siti mobile-friendly, sebbene avere un sito mobile resti uno dei criteri di posizionamento su smartphone.

In più ha dichiarato che a partire dal 10 febbraio 2017, saranno penalizzati i siti mobile con le cosiddette “pubblicità interstitial”, banner e pop up invasivi fatti in flash o in javascript che impediscono la lettura del testo.

Quest’ultima novità non toccherà che in minima parte i siti degli hotel, poiché di solito i pop up sono legati alla normativa dei cookie, che non saranno penalizzanti. Ciò non di meno, questo dimostra quanto Google stia investendo nell’ottimizzazione dell’esperienza mobile.

D’altronde il fatto che Facebook e Google stiano praticamente obbligando le attività ad adottare dei siti mobile migliori, potrebbe innescare un circolo virtuoso che porterà vantaggi a tutti, sia a loro, sia alle attività e agli hotel che venderanno di più, sia ai clienti che avranno un’esperienza mobile più soddisfacente.