Hotel italiani a un passo dall’abolizione dell’obbligo di mantenere la rate parity con le OTA
10 Maggio 2017
Zitta zitta, la norma che sancisce la fine dell’obbligo di rate parity all’interno dei contratti tra OTA e hotel, è quasi giunta all’approvazione.
Il Ddl Concorrenza infatti ha appena ottenuto il favore del Senato e manca giusto un ultimo passaggio per renderla effettiva.
Sul sito del Senato è possibile infatti verificare che ad oggi il Disegno di Legge “Concorrenza” presentato per la prima volta nell’ottobre del 2015, il 3 maggio è stato approvato dal Senato. Avendo subito però delle modifiche, il Ddl è passato di nuovo alla Camera dei Deputati.
La versione del disegno di legge trasmesso dal Presidente del Senato lo scorso 4 maggio recita in questo modo:
ART. 50.
(Nullità delle clausole contrattuali che vietano alle imprese ricettive di offrire prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati da piattaforme di distribuzione telematiche).
- È nullo ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto.
Per ricapitolare, se la legge viene approvata, i portali turistici online come Booking o Expedia non avranno più la facoltà di inserire sui contratti con le strutture ricettive la clausola che vieta di vendere a un prezzo inferiore sul proprio sito web. Tra l’altro, è interessante notare che la norma non riguarda solo i prezzi, ma anche termini e condizioni, cosa che permetterebbe all’hotel di avere più flessibilità anche per i termini di cancellazione o le condizioni di vendita.
Federalberghi: l’abrogazione della parity non danneggia nessuno, nemmeno le OTA
Esulta Federalberghi, tra i capofila che sostengono l’importanza dell’approvazione della legge.
In un comunicato stampa, l’associazione albergatori dichiara la ferma convinzione che la norma gioverebbe a tutto il mercato, senza penalizzare nessuno, nemmeno le OTA.
Difficile immaginare che una novità così importante nei contratti OTA-hotel non modifichi lo scenario di vendita attuale.
Se la legge sarà effettivamente approvata, c’è da chiedersi se e come reagiranno i portali nei confronti dei loro partner. Come c’è da chiedersi se e come gli hotel, forti di una maggiore libertà, sapranno sfruttare realmente la situazione a loro vantaggio.
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