Le sfide del turismo globale alle prese con le nuove abitudini del viaggiatore

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I viaggiatori si stanno, finalmente, spostando a frotte via terra e aria, ma le loro mentalità e abitudini si sono trasformate in due anni di pandemia. In che modo il settore affronterà l’impatto a lungo termine di tali cambiamenti, in particolare sulla questione sostenibilità?

Skift dedica all’argomento un’analisi approfondita, da cui prendiamo spunto per il nostro articolo. Vi invitiamo a leggerlo con cura, a valutare se i fenomeni descritti trovano un reale riscontro nei dati in vostro possesso e, in caso affermativo, a ponderare sulle vostre future scelte commerciali. Da parte nostra, riteniamo la panoramica veritiera, basata su cifre, fatti e dati, come piace a noi. Tuttavia ci riserviamo di considerare ogni situazione – e ogni destinazione e struttura – come un caso a sé, che solo chi vive quotidianamente può comprendere davvero.

I continui tsunami nello scenario globale, dalla guerra in Ucraina all’inflazione fino al nuovo virus del vaiolo delle scimmie, non sembrano scoraggiare i viaggiatori, provati da due anni di latenza da aeroporti e luoghi di vacanza. Sulla scia del revenge travel, si torna a fare i bagagli, un po’ in tutti i Paesi. Eppure qualcosa è cambiato nella mente e nelle azioni dei consumatori.

Novità, scopo, connessione – e non destinazioni specifiche – sono ora gli obiettivi primari dei viaggiatori nel primo anno di maggior rimbalzo dal 2020. Parliamo di scelte che trascendono una passione per il luogo e il paese specifico. Questi i risultati chiave del nuovo report sul sentiment dei viaggiatori dell’agenzia di social media marketing Sparkloft Media. Che il desiderio dei traveler di aggiungere significato al viaggio si stia sviluppando mentre il settore vede un ritmo di ripresa più sano è una buona notizia. Tuttavia il turismo globale non sta creando un modello nuovo e più sostenibile con la stessa rapidità con cui i viaggiatori stanno cambiando mentalità.

Sparkloft Media fotografa uno scenario in linea con i recenti dati secondo cui i consumatori stanno spendendo più in esperienze che in beni e sono sempre più alla ricerca di opzioni sostenibili nell’ospitalità, nei tour o nei soggiorni a lungo termine.

 

Il viaggio come “viaggio di auto-cura” olistico

 

Lo studio di Sparkloft Media si è concentrato sul periodo dall’estate 2021 al primo trimestre del 2022, esaminando come le mentalità e i comportamenti hanno iniziato a trasformarsi.

Da allora, il viaggio come parte di un percorso di cura di sé ha guadagnato maggiore eco, insieme a una nuova definizione dei viaggi wellness, intesi come esperienze olistiche di benessere per mente, corpo e anima. Secondo Sparkloft Media, le menzioni sui social di viaggi con scopi di benessere sono state quasi 1,5 milioni tra marzo 2021-2022. Dalle disintossicazioni digitali ai “viaggi di consapevolezza”, questo tipo di esperienze continuerà probabilmente ad accrescere la propria popolarità tra i traveler pronti a investire un budget importante.

Ma i principali player di settore come si interfacciano con le mutate esigenze dei consumatori? La connessione umana, l’autoriflessione, il senso di libertà, la ricerca di uno scopo, l’uscita dalla propria comfort zone sono tutti valori in cui i brand di viaggio sono carenti, a livello di servizi offerti e di comunicazione.

Comprendere il comportamento dei viaggiatori a livello umano e rispondere a tali bisogni è la chiave per distinguersi dalla concorrenza e mettere in atto iniziative volte al benessere.

 

Un’ondata massiccia di consumatori

 

Tra tutte le trasformazioni impattanti sul turismo globale, lo smart working e i nomadi digitali si guadagnano le prime posizioni. Oggi un numero crescente di viaggiatori non ha più un posto dove tornare, lavora in modo indipendente e svincolato, cercando un luogo nuovo per vivere o si sposta per un tempo indeterminato. A questa orda di traveler, si aggiungono coloro che tornano presso le loro destinazioni preferite, ma con l’intento inedito di vivere un’esperienza più significativa.

È questa vasta gamma di consumatori flessibili che offre alle destinazioni l’opportunità di costruire un tipo di turismo più sostenibile. Le destinazioni possono trovarvi spazio per diversificare la propria comunicazione e diffondere la domanda in modo più equo. Ci sono buone opportunità anche per gli enti e le imprese del turismo, in particolare nei paesi a reddito medio-basso: la massiccia presenza dei nomadi digitali può essere sfruttata per un potenziale trasferimento di competenze e migliorare lo stato di infrastrutture e servizi.

Ma ci sono anche preoccupazioni più grandi che l’industria del travel non sta affrontando: le destinazioni globali come affronteranno l’impatto di un gran numero di individui svincolati sulle comunità ospitanti e sulla loro qualità di vita, dagli alloggi alle infrastrutture e ai servizi? Come risponderanno i residenti a un’ondata sempre più ampia di persone nelle loro destinazioni? Nascondersi dietro la replica che il turismo è una forza positiva non può essere certo una soluzione, non a lungo termine.

 

Il sentiment del viaggiatore potrebbe capovolgersi, di nuovo

 

I brand devono raggiungere i viaggiatori all’inizio della fase del sogno e “creare itinerari e contenuti per affrontare nuovi stili e atteggiamenti di viaggio”, oltre a diversificare i messaggi su tutte le piattaforme, sancisce Sparkloft Media.

Fare affidamento sulle buyer personas pre-pandemia e il collaudato targeting del segmento non saranno più strategie vincenti. Per avere successo sarà necessario identificare e puntare su quei driver emozionali, che conducono la conversazione sui social media. Si rivelerà efficace, dunque, intercettare gli utenti nella prima fase, sulla base di questa forte risonanza emotiva. Ma in che modo? Aprendosi all’ascolto e sfruttando le opportunità di un target in divenire. Con la domanda repressa che si manifesta e la maggiore flessibilità dei viaggiatori fuori stagione, si dimostra prezioso esaminare perché le persone si muovono, quando e come pianificano di farlo. Qual è il momento per entrare in contatto con un viaggiatore alla ricerca di un diverso tipo di esperienza? Identificatelo e intercettatelo in quella precisa fase.

Eppure, la mentalità del viaggiatore potrebbe cambiare di nuovo, ammonisce Sparkloft Media. Nell’attuale paradigma governato dall’incertezza, i brand non possono contare sul fatto che il comportamento dei consumatori rimanga lo stesso.

Ecco riemergere ciò che di necessità si è fatto virtù nei due anni di assenza del turista internazionale: il rafforzamento dell’offerta per il consumatore locale, la collaborazione con imprese in loco e comunità ospitanti. Se fosse questo l’approccio migliore per prendere il meglio e mitigare gli impatti negativi del viaggiatore post-pandemia su un mondo vulnerabile dal punto di vista climatico?

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