Recensioni False a Pagamento: la procura di New York sventa la truffa

leggi l’articolo completo...Cosa sareste disposti a fare per migliorare il vostro ranking su TripAdvisor & co.? Pagare i vostri dipendenti per scrivere bene di voi? Oppure affidarvi a un’azienda che vi procuri un pacchetto di recensioni positive preconfezionate?

La pratica dell’Astroturfing, con la crescita del peso dei siti di recensioni, ha assunto negli ultimi anni dimensioni ragguardevoli a livello internazionale. In USA le autorità si sono mosse per contrastarla e a New York 19 aziende sono finite in tribunale e punite severamente. 

Ci è voluto più di un anno per portare a conclusione l’operazione Clean Turf, un’indagine sulle pratiche scorrette di gestione della reputazione, sulla manipolazione dei siti di recensioni UGC e sull’Astroturfing.

In realtà non è la prima volta che lo stato di New York si scaglia contro l’Astroturfing a suon di multe: come scrivevamo su questo stesso blog, nel 2009 l’azienda di chirurgia estetica LifeStyle Lift fu costretta a pagare 300.000 dollari per aver realizzato recensioni online fasulle e nel 2010 fu la volta della Reverb Communications, che spingeva i propri dipendenti a scrivere false recensioni per i clienti.  Ma è senz’altro la prima volta in assoluto che un numero così massiccio di aziende viene colto in flagrante a svolgere un’attività illegale come fosse una cosa normale.

In un comunicato stampa ufficiale pubblicato sul suo sito online, si annuncia che il Procuratore Generale di New York Eric T. Schneiderman ha imposto a 19 tra aziende di marketing e fornitori di servizi una multa di 350.000 dollari, oltre all’assicurazione che la pratica illegale non si ripeterà.

La falsa yogurteria per smascherare i venditori di recensioni false

Per venire a capo della questione, gli assistenti del procuratore si sono finti proprietari di una nuova yogurteria di Brooklyn e si sono messi in contatto con numerose aziende di SEO e marketing online chiedendo aiuto per contrastare le recensioni negative.

Dall’indagine è saltato fuori che un gran numero di aziende “SEO” offriva come fosse una pratica scontata, un servizio di redazione di recensioni positive fasulle su siti come Yelp, Google Local e Citysearch.

Le aziende affidavano l’incarico a copywriter freelance, solitamente collocati in Paesi Emergenti come il Bangladesh, le Filippine e l’Europa dell’Est, pagando da 1 a 10 dollari a post. Dal momento che alcuni siti come Yelp hanno algoritmi che individuano più facilmente e colpiscono con più durezza questa pratica, ogni autore doveva dotarsi di un sistema per mascherare l’IP e creare tutta una serie di identità fasulle, magari dotate già di un certo numero di recensioni e amici.

Le aziende erano solite fare recruiting alla luce del sole su siti dove si offre lavoro a freelance.

Tra i pizzicati anche istituti di bellezza, studi dentistici, un nightclub e altre aziende che pagavano o incentivavano i propri dipendenti a scrivere recensioni false.

L’Astroturfing non si ferma: a chi rivolgersi in Italia?

Il Procuratore di New York con questa sentenza ha voluto ancora una volta dare una lezione pubblica contro la pratica illegale per attirare l’attenzione su una questione che non è da prendere alla leggera: non a caso all’interno del comunicato si fa riferimento aperto al fatto che i ranking online hanno un impatto notevole sui guadagni delle aziende.

I consumatori si fidano delle recensioni online scritte da gente come loro per prendere ogni giorno decisioni di acquisto sul cibo, sugli abiti, su cosa fare e cosa vedere,” ha detto il Procuratore Generale. “Questa indagine sulle operazioni fraudolente e intenzionali di larga scala su Internet ci dice molto sul fatto che dovremmo avvicinarci alle recensioni online con cautela. E le agenzie che continuano a portare avanti queste pratiche dovrebbero prendere nota: l’Astroturfing è la pubblicità ingannevole del 21esimo secolo e chi la combatte ha molti strumenti a sua disposizione per metterle fine.”

La sentenza come abbiamo detto ha messo in evidenza il problema solo a New York, immaginiamo che cosa accada nel resto del Paese. Ma la questione non riguarda solo gli Stati Uniti: che ci sia gente che vende recensioni fasulle online non è una grande novità nemmeno in Italia. Riviste come Wired hanno di recente dedicato a questo fenomeno un articolo, mentre albergatori ed esperti hanno denunciato su forum e blog annunci online di chi offriva recensioni a pagamento.

Ad esempio questa mail che promuove la realizzazione di recensioni a pagamento:


(fonte: Officina Turistica)

Stessa cosa vale per questa, ancora peggio perché parla di un’organizzazione attiva in altri Paesi Europei.

(fonte: Zoorate)

Qui però non si è mai arrivati ad azioni legali da parte di organi istituzionali, anche se forse sarebbe l’ora che anche qui si prendano provvedimenti per scoraggiare la pratica, sia nelle aziende che la offrono come servizio “marketing” che di quelle che la pagano per cercare di aggirare l’opinione veritiera degli utenti.

Voi avete mai ricevuto offerte da parte di sedicenti agenzie SEO o avete mai visto annunci di questo tipo? Se vi è successo, non possiamo che invitarvi a denunciare l’accaduto… A Chi?! Purtroppo non sappiamo chi siano le autorità competenti – anche in questo frangente non c’è chiarezza in Italia – ma potete cominciare dalla vostra Associazione di categoria perché prenda provvedimenti.