Turismo estate: segnali positivi ma ancora indietro rispetto ai competitor europei

leggi l’articolo completo...L’estate sembra chiudersi sotto il segno più in Italia: Federalberghi sventola un aumento degli arrivi stranieri e un imprevisto impennarsi di quelli italiani.

Ma, come al solito, purtroppo non è tutto oro quello che luccica: il World Economic Forum mette l’Italia all’8° posto nella classifica internazionale sulla competitività del turismo e gli altri Paesi europei registrano incrementi ben superiori ai nostri.

L’estate esaltata dell’Italia

I numeri confermano un estate brillante dal punto di vista degli arrivi e del giro di affari.

Bernabò Bocca, dal palco di Federalberghi, sorride ma non troppo:

Mentre prosegue ad un ritmo del +2,5% l’incremento della clientela estera diretta in Italia, a conferma dell’ottimo rapporto qualità-prezzo del nostro sistema, affiancare a questo dato un +8,6% di italiani in vacanza nel periodo estivo da giugno a settembre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2014, ci fa sorridere, ma restare comunque con i piedi per terra. L’Italia ha bisogno di investimenti cospicui nel settore e di un piano robusto di ristrutturazioni e di promozione.”

Dall’altra parte sono molti quelli che gridano alla ripresa ormai certa.

A Napoli hanno esultato per la crescita degli arrivi, soprattutto di Italiani, e De Magistris ha parlato di dati “strepitosi” a conferma di quelli dell’anno passato. “Indietro non si torna”, conclude.

Franceschini ha avuto l’audacia di fare dichiarazioni che sicuramente spingeranno più di un albergatore a toccarsi i gioielli di famiglia: “La crescita è sicura!” ha detto alla Festa dell’Unità parlando dei buoni risultati di questi ultimi mesi, sebbene non abbia voluto sbilanciarsi sui numeri.

Sì perché, alla fine dei conti, saranno i numeri a darci torto o ragione e già quelli relativi agli arrivi internazionali fanno traballare l’euforia diffusa di queste vacanze.

Non a caso, il Ministro Franceschini ha messo le mani avanti: “La posizione nella classifica internazionale dei Paesi per numero di presenze conta poco perché la concorrenza sarà sempre più forte. Ma l’Italia è la prima meta desiderata. Abbiamo quindi forti potenzialità di crescita, dobbiamo gestirla.”

 

Arrivi internazionali in crescita ma non abbastanza

A fare da contrappunto a questo momento di ottimismo c’è Repubblica, che proprio il 31 agosto ha pubblicato una particolareggiata Inchiesta, dove si riassume a grandi linee lo stato del Turismo Italiano tra dati sconfortanti e speranze, scandali e arretratezza digitale.

I turisti stranieri in Italia sono aumentati del 2,5% rispetto all’anno scorso, dice Federalberghi, ma allo stesso tempo Alberto Crepaldi ci svela che siamo drammaticamente indietro rispetto ai nostri principali competitors in termini di crescita: secondo lo European Tourism 2015 – Trends and Prospects, realizzato dalla European Travel Commission, in Germania gli arrivi internazionali sono saliti del 5,9%, in Austria dell’11,4%, in Turchia del 5,4%, in Spagna del 4,5%.

L’Inchiesta di Repubblica spiega che il turismo internazionale negli ultimi 4 anni ha visto passare gli arrivi da 940 a 1.135 milioni con ricavi per 1.245 milioni di dollari mentre in Italia gli arrivi internazionali sono aumentati da 43,6 a 48,6 milioni, con una crescita che è la metà di quella del turismo mondiale.

Dunque c’è poco da festeggiare perché il nostro potenziale rimane tutt’oggi per gran parte inespresso.

Che i turisti stranieri sono in calo se ne sono accorti sulla Riviera Romagnola, dice l’Ufficio Statistica Provinciale, dove il turismo russo è letteralmente crollato (dati gennaio – luglio): “A livello globale si registra un calo a due cifre dall’estero (-12,9% di arrivi e -12,2% di presenze) legato in gran parte al dimezzamento dei turisti russi. In crescita invece il mercato italiano (+7,6%).”

Insomma, il confronto con i vicini di casa non è dei migliori, come conferma il World Economic Forum 2015, che ci ha messo solo all’8° posto tra i Paesi tra le nazioni più predisposte alla crescita turistica, dopo quasi tutti i nostri vicini di casa:

 

Colpa anche degli albergatori

Di chi è la colpa? Repubblica punta il dito un po’ su tutti: sul Governo in primis, incapace di investire o che investe male, dei grandi portali stranieri che continuano ad ingurgitare milioni al giorno sotto forma di commissioni, ma anche agli albergatori che non sanno “adeguare l’offerta alle nuove richieste.

Il quotidiano online riporta difatti che STR Global a fine agosto ha registrato che le tariffe alberghiere italiane non sono poi così competitive: il prezzo medio di una camera in Italia ad agosto supera del 28% quello della GB, del 55% il prezzo medio in Germania e del 60% quello in Spagna.

Se poi consideriamo che a questi prezzi si aggiunge il livello dei servizi, delle infrastrutture e dei trasporti offerti dalla Penisola ai suoi turisti in vacanza, non c’è neanche da fare un paragone.

 

E l’EXPO 2015?

La verità, come dice qualcuno su Crazy Hotel, può essere molti diversa da quello che sembra: “Beh, non ci vuole Bocca che mi dica che è stata un’estate migliore di quella scorsa…Solamente calcolando il meteo favorevole, l’EXPO, il prossimo Giubileo…viene quasi da sorridere a sentire dire certe cose.”

Questo utente non ha tutti i torti. Difficile considerare l’andamento estivo come rappresentativo di un anno che deve ancora dare molte risposte, specie sull’Expo e sul Giubileo che verrà (e che ha subito anche l’influenza dei gravi conflitti che hanno investito il Nord Africa).

Per quanto riguarda Expo 2015, nonostante gli ottimi arrivi raggiunti nell’ultima settimana di Agosto, siamo ancora a 12 milioni di visitatori, una cifra ben lontana dai 20 milioni previsti all’inizio della manifestazione. E comunque, anche se ci arrivassimo, ci sarebbero ancora da calcolare le reali ricadute dell’evento sul turismo italiano.

A ottobre tireremo le nostre somme, ma intanto, l’augurio è che il nostro Ministro non faccia affidamento su Expo per risollevare il turismo e che si concentri invece finalmente sulle questioni importanti, strutturali e di marketing , dal rilancio del brand Italia a un portale di destinazione finalmente degno di questo nome.