Come migliorare le storie che i viaggiatori raccontano su di voi: dallo storytelling alla content curation

leggi l’articolo completo...Certe volte, disse Arkady, mentre porto i ‘miei vecchi’ in giro per il deserto, capita che si arrivi a una catena di dune e che d’improvviso tutti si mettano a cantare. ‘Che cosa state cantando?’, domando, e loro rispondono: ‘Un canto che fa venir fuori il paese, capo’. Lo fa venir fuori più in fretta”.

Bruce Chatwin

Tra i panel del BTO2011, ci ha colpito in maniera particolare l’intervento ‘dalla Storytelling alla Curation’ di Gallizio editore, che vi proponiamo qui in maniera più approfondita. Tutti noi abbiamo esperienza diretta di come un racconto che ci incanta ci leghi al mondo emotivo che attraverso quel racconto passa. Ogni viaggio parte da una storia. Letta, raccontata, immaginata. Ascoltiamo le storie di chi già ha visitato un luogo, per decidere di partire. Lo perlustriamo nella mente per capire se lo spazio è arioso abbastanza da contenere la storia che in quel luogo vorremmo vivere.

Il viaggio non è più un’esperienza extra-ordinaria: viaggiamo spesso e non scegliamo più per destinazione, ma per affinità emotiva con i racconti in cui ci imbattiamo.

L’emozione del viaggiatore viene impattata da una costruzione di senso collettiva, frammentaria, incontrollabile dal soggetto attorno al quale quel senso si costruisce.

Gli albergatori sanno bene quanto sia difficile ‘proteggere’ la propria struttura dalle storie che ogni giorno ne parlano nelle reviews e nei resoconti di viaggio.

Ma se è vero che le storie vengono raccontate comunque, ovunque, da chiunque, ciò non toglie che l’albergatore possa assumere un ruolo attivo all’interno di questo flusso comunicativo e, non potendo diventare storyteller di se stesso, può tuttavia diventare il curatore delle storie che lo riguardano.

Perché si sa, ogni incanto richiede rituali precisi e la potenza della narrazione rivela tutta la sua incisività solo quando il racconto viene somministrato da qualcun altro, per questo diamo più peso alle reviews che alle informazioni trovate direttamente sul sito dell’hotel, per quanto puntuali possano essere.

Case history: il Mama Shelter di Parigi

Gli ospiti raccontano e bisogna lasciarlo fare. Come albergatori potete dar loro spazio e stimoli, affinchè raccontino della destinazione e della struttura nella maniera più entusiasta possibile, come accade al Mama Shelter di Parigi.

leggi l’articolo completo...Il Mama Shelter è un albergo giovanissimo, per data di apertura, età media dello staff e target di clientela. L’hotel non si trova in una location particolarmente favorevole, eppure si fa ricordare, per il suo saper mescolare ospiti e storie.

In ogni camera la lampada è una torcia elettrica che illumina dall’interno una maschera.

Forse l’ospite è appena arrivato e sta facendo il conto con le aspettative che lo hanno condotto lì. Forse sta pensando che vorrebbe scrivere una recensione sulle dimensioni della camera o sulla mancanza del sapone in bagno ma no, aspetta, fa’ un po’ vedere che cos’è questo, ma dimmi tu che cosa ci fa una maschera al posto di una lampada decente per leggere.

L’ospite è diffidente, eppure indossa la maschera e il gioco decolla.

Un gioco che l’albergo ha predisposto per lui, perché abbia ‘qualcosa di cui parlare’ nel mood che l’albergo ha ritenuto più efficace per una descrizione che metta in risalto la propria unique selling proposition.

Con quella maschera, un semplice oggetto, l’albergo sta in pratica dicendo al cliente: il tuo racconto valorizza la mia location, giochiamo a raccontarla insieme.

In ogni camera è presente un pc che invita gli utenti a scattarsi delle foto che il personale provvederà a stampare ed affiggere nella bacheca della hall. Difficile che qualcuno resista alla call-to-action, quanto che le persone non sorridano davanti all’obiettivo. L’hotel riesce così a promuovere la creazione di un flusso di informazioni a suo favore.

Tre consigli per favorire lo storytelling

Il primo presupposto per raccontare una storia è avere il piacere di farlo. Invitate i vostri ospiti a scrivere, ma soprattutto, inseritevi come player nella produzione di questo flusso di storie . Collaborate con il viaggiatore offrendogli gli spunti giusti che lo inducano a direzionare, in qualche modo, il suo racconto su di voi e sfruttatelo al meglio, avendo cura di seguire alcuni semplici accorgimenti:

1) Mettete sempre a disposizione il free wi-fi: le storie nascono offline e online: è necessario mettere sempre a disposizione il wi-fi per i clienti, affinchè l’esperienza continui a muoversi su entrambi i versanti.

2) Se avete tempo per una sola iniziativa scegliete Twitter e ripubblicate il flusso di tweet sulla home page del sito dell’hotel.

3) Ricordate che se non siete bravi a raccontare storie su di voi le racconterà qualcun altro.

Le storie fatele raccontare a chi lo sa fare

Scegliete i racconti migliori, quelli che fanno emergere nella maniera più divertente, suggestiva o innovativa il vostro hotel, a seconda della clientela che desiderate attrarre. Potete usare il sito www.storify.com che vi consente di selezionare tutti i post che vi riguardano e disporli nell’ordine che preferite. Diventare curatori della vostra immagine significa saper gestire al meglio i contenuti che parlano di voi. Un po’ come succede per gli editor all’interno di una casa editrice, la curation presuppone un trasparente lavoro di ricerca, di ordito delle tracce che si trovano in rete per far emergere il disegno più bello.

La rete è piena di straordinari storyteller. Andateli a cercare.  Scegliete alcune parole chiave che vi rappresentino al meglio e identificate persone che con queste parole si incrociano, persone che parlano del luogo in cui vi trovate e che hanno qualcosa in comune con voi.

Come gestite le storie sul vostro hotel? Raccontateci come siete diventati curatori dei contenuti che vi riguardano!

Credits: Mafe De Baggis e Filippo Pretolani, Gallizio editore alla  BTO 2011, training sessionDallo Storytelling alla Content Curation