Google Hotpot: recensioni “sociali” più affidabili?

leggi l’articolo completo...Più immediato di Foursquare, più social di Facebook Places, più affidabile di TripAdvisor. È con queste promesse che nasce Hotpot, ultima novità geosocial in casa Google. Si tratta del nuovo servizio di valutazione e recensione di luoghi e attività per web e mobile (per ora solo per Android), integrato con Google Maps e Places. L’obiettivo che si pone è quello di classificare commenti e giudizi degli utenti su luoghi e locali di interesse.
 

Che cosa lo differenzia

Google cerca così di potenziare i propri elementi social e il geotagging, forte dell’utenza di Google Maps. Ma cosa differenzia realmente Google Hotpot dagli altri servizi di recensione e geolocalizzazione? Cosa dovrebbe renderlo più sicuro ed affidabile, e di conseguenza più adottato?

Noi lo abbiamo sperimentato e proviamo a dare qualche risposta. Premesso che siamo ancora lontani dal mettere la parola fine all’annosa questione delle recensioni false, vediamo quali sono i passi che secondo noi Google sta facendo (o cercando di fare) verso la trasparenza:

  • Google Places di per sé aggrega ogni fonte di recensione: Expedia, Booking, TripAdvisor etc. Oltre alle recensioni rilasciate su Hotpot, si ha a disposizione un completo ed autorevole ventaglio di informazioni e valutazioni riguardanti una determinata struttura. Una recensione troppo difforme dal trend generale rischierebbe dunque di risultare poco credibile fin dalla prima lettura.
  • Puntare alla socialità: Fornendo il filtro in base alle segnalazioni degli amici Google cerca chiaramente di incentivare l’aspetto social del servizio. Più l’utente farà rifermento alla propria rete sociale – vero nucleo del progetto – più le opinioni espresse saranno reali e spontanee.
  • Per incentivare l’utilizzo del servizio viene assegnato un punteggio in base al numero di valutazioni effettuate ed ogni utente ha a disposizione un massimo di 10 “Best Ever” da utilizzare. Questo dovrebbe rendere le valutazioni maggiormente attendibili ed aggirare alcune forme di spam.

 

Che cos’è

Disponibile al momento soltanto nella versione in lingua inglese – ma già applicabile alle strutture di tutto il mondo – ha una simpatica veste grafica ed è di facile utilizzo. Per valutare una struttura basta infatti attribuire delle stelle ai singoli servizi offerti.

Nel caso di un hotel sarà possibile votare location, camere, servizio e qualità generale. Il numero di stelle va da un minimo di una a un massimo di cinque. Sono inoltre disponibili “emoticon eloquenti” da utilizzare a seconda del gradimento (vedi immagine a lato).

È consentito l’inserimento di commenti e, come per Foursquare, l’invio di suggerimenti (“tips”) ai propri contatti. A differenza di Foursquare, però, i luoghi non possono essere inseriti dagli utenti, ma vengono individuati direttamente su Google Places, il database di luoghi e attività commerciali di Google (in effetti sarà davvero difficile non trovare ciò che si sta cercando).

È proprio l’accesso a tutti i dati già acquisiti da Google Places il plus di Hotpot rispetto ai numerosi altri servizi di recensione e geolocalizzazione. In sostanza Google ha unito Places, il meccanismo del rating e le preferenze delle propria rete sociale in un unico servizio che offre ad ogni utente una mappa di risultati personalizzati di attività per le ricerche locali.
 
 

Come funziona


 
 

Cosa cambierà

  • Condivisione, passaparola e guest rating: quanto potrà incidere l’utilizzo di Hotpot sulla brand reputation di una struttura ricettiva? L’interfaccia, proponendo ad ogni schermata un ventaglio di 15 attività, è impostata in maniera da spingere ad un utilizzo immediato del sistema di valutazione. L’utente è di fatto messo nella condizione di spalmare pareri e stelline senza limitazioni di sorta. Si apre così uno scenario nuovo ed apparentemente estremo.
  • Se la parte sociale del servizio dovesse crescere, come è nelle prospettive di Google, basterebbe da sola a conferire credibilità alle recensioni? Il social ha davvero in sé le caratteristiche di autoregolamentazione contro fake ed astroturfing? E quali prospettive si aprono per gli albergatori?