“I noticed that the rate is much lower now… Can you adjust my charges?”
1 Settembre 2010Quanti, di coloro che applicano la disciplina del Revenue Management, non hanno mai ricevuto questo tipo di richiesta dai propri clienti? Quanti hanno reagito con un atteggiamento remissivo dicendo: “Eccone un altro!”. Quanti hanno invece inveito con chi gestisce le tariffe alzando gli occhi al cielo dicendo: “Ma che cavolo combina questo?”. Chi ha ragione? Il primo o il secondo?
Ebbene facciamo un piccolo passo indietro e vediamo cosa è successo:
Il cliente prenota durante il mese di Febbraio un soggiorno di 4 notti a Firenze da consumarsi a Settembre. A Luglio si accorge però che l’hotel ha abbassato le tariffe per lo stesso periodo prenotato e giustamente chiede, con un vena sarcastica che l’albergatore fiorentino ben comprende, se gli verrà adeguata la tariffa o se deve cancellare la prenotazione iniziale e farne una nuova al prezzo oggi più conveniente.
Avendo frequentato più volte il “Corso di Revenue Management & Travel 2.0” col Dr. Grasso capisco bene perché le tariffe dovrebbero andare al rialzo (imm. 2) in funzione dell’occupazione e dell’avvicinamento alla data, invece che al ribasso per errata tariffa di partenza troppo alta (imm. 1) ; praticamente come sarà capitato a tutti prenotando un volo aereo: già il giorno dopo costa di più.
Immagine 1: gestione delle tariffe al ribasso
Immagine 2: gestione delle tariffe al rialzo
Per questo motivo ho chiesto a Riccardo Cocco, un eccellente professionista del settore con il quale mi confronto spesso, di fare una riflessione sulla questione chiedendogli “Quali sono i motivi che portano gli hotel a gestire le tariffe al ribasso invece che al rialzo?”. Cocco ha ipotizzato due possibili scenari:
SCENARIO 1
L’Hotel ha applicato la tariffa giusta all’atto della prenotazione ma il cliente avanza richieste per diminuire la tariffa pagata.
In questo caso, occorre verificare con precisione le indicazioni date dal demand forecast all’epoca della prenotazione per il periodo prenotato. Molto probabilmente, con i pochi dati a disposizione, possiamo immaginare che, all’atto della prenotazione, l’hotel si trovasse con una situazione di demand forecast che eccedeva la propria capacità di inventario e pertanto ha posto in essere delle condizioni tariffarie più restrittive.
Successivamente il demand forecast (magari a causa di una cancellazione di gruppo) è stato modificato. La modifica del demand forecast unitamente al modificarsi dell’OTB (“On The Books” – fotografia delle prenotazioni per un dato periodo di tempo) ha imposto un’accurata revisione tariffaria sulle date in questione.
In questo caso occorre valutare con attenzione la richiesta e soprattutto occorre valutare che tipo di restrizioni sono state imposte a questa prenotazione nello specifico. In ogni caso il rischio di perdita del business, in una data che è divenuta di bassa domanda, laddove non si cerchi di mediare con il cliente richiedente, è molto elevato. Vediamo quindi una necessità oggettiva di comunicazione con la clientela relativamente alle fluttuazioni tariffarie in funzione della domanda prevista, ma in questo caso ci addentreremmo in un dibattito dal tema diverso.
SCENARIO 2
L’Hotel ha applicato la tariffa errata all’atto della prenotazione e il cliente avanza richieste per diminuire la tariffa pagata.
Questo scenario è molto più riscontrabile nella realtà di tutti i giorni in molte strutture. Lo scarso livello di analisi del dato storico e dell’evoluzione del pick-up in specifiche date e la verifica del mercato, sono all’ordine del giorno nell’attuale “modus operandi” di molte realtà ricettive. Non prevedere puntualmente l’andamento della domanda, equivale a guidare di notte un’auto a fari spenti nei tornanti di montagna. Procediamo lo stesso, è vero, ma a velocità inferiore delle nostre capacità e con il rischio di venir superati o in certi casi di bloccare il traffico. A volte, invece, marciamo a velocità superiore, il che ci obbliga a brusche frenate prima di un tornante con un enorme rischio di cadere nel burrone.
Come si deve operare per non ricevere questo tipo di richieste?
Per prima cosa, un’accurata analisi del dato storico è imprescindibile. Occorre quindi comprendere con la massima precisione i motivi che storicamente hanno portato un certo tipo di risultato, verificando al contempo, nello stesso periodo di “booking window” come si evolveva la domanda lo scorso anno. Una volta compreso il dato storico e la sua evoluzione, occorre verificare l’attuale status della domanda per un dato periodo di tempo ed incrociarla con il dato storico, in modo da generare un’ipotesi quanto più possibile realistica sullo sviluppo della domanda in un dato periodo di tempo.
Verificati questi dati si effettua un benchmarking verso i competitor, per comprendere l’andamento della domanda nella destinazione mettendoli a confronto con lo stesso dato dell’anno precedente.
Una volta analizzate le variabili, si definisce il prezzo di vendita. A questo punto si potrebbe obiettare che il prezzo di vendita perfetto e fisso non esiste. Niente di più vero! Al contempo però se tutte le analisi sopra descritte vengono effettuate con dovizia, gli eventuali ritocchi tariffari saranno solo ed esclusivamente al rialzo. Nel caso contrario ci troveremmo nello scenario 1.
Da ricordare sempre però: ogni situazione fa storia a se e di conseguenza ogni struttura ed ogni cliente è una storia a se stante, si potrà quindi diminuire il numero di richieste di revisione tariffaria, ma non si potrà mai eliminarlo del tutto.
Duccio Innocenti
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Commento da dott_stefano_tiribocchi — 1 Settembre 2010, alle ore 13:24
concordo pienamente con Riccardo sullo scenario due,
le tariffe dovrebbero solamente tendere al rialzo,
inoltre come dice Franco Grasso si può utilizzare una tariffa particolarmente bassa nel lungo termine come “commerciale occulto”, è un ottimo booster alla visibilità.
poi si alza.
S.
Commento da giacomo bufalini — 1 Settembre 2010, alle ore 17:57
Che le tariffe dovrebbero sempre tendere al rialzo è evidente, ma non sempre è possibile farlo. Per esempio in una città come Firenze è impossibile fare un accurato forecast, anche utilizzando gli strumenti più evoluti e cari che ci sono oggi sul mercato. La domanda, oltre che stagionale, dipende troppo da eventi singoli che non si ripetono di anno in anno. Oggi è fondamentale shoppare i concorrenti, dopo averli selezionati con criterio e analizzare i loro comportamenti. Se possibile scambiarsi dati sull’occupazione futura, è infatti solo il dato aggregato che modifica la domanda e quindi la disponibilità e quindi il prezzo. Se io ho un Htl con 100 camere e ne ho solo 10 disponibili è inutile che provi a vendere più alto di un mio concorrente che magari ha solo 20 camere di cui 3 occupate: il cliente che ne sa’ di quante camere ho io, di quante l’altro e soprattutto non gli interessa se ne ho già vendute tante o poche, gli interessa il prezzo. Il prezzo che come detto non dovrebbe mai essere al ribasso e che invece a volte lo è. Una recente ricerca ha dimostrato che le fluttuazioni al ribasso del prezzo sono considerate accettabili per i biglietti aerei. Anche in quel caso può capitare che gli ultimi posti disponibili siano “svenduti” last minute, ma se io che ho comprato il biglietto 2 mesi prima del mio vicino di posto e vengo a sapere che lui lo ha pagato ieri a metà prezzo, non mi lamento. Eppure siamo sullo stesso aereo, abbiamo la stessa identica poltrona ecc…. Per gli Htl è diverso, anche se abbiamo una camera migliore e una serie di benefit in più, ci lamentiamo della poca professionalità della struttura. Pare che sia insomma tutta una questione di “feeling”… Giacomo Bufalini
Commento da Duccio Innocenti — 1 Settembre 2010, alle ore 18:15
a prposito di booster della visibilità … Proprio oggi sono venuto a conoscenza di un hotel di gran lusso a firenze che la domenica alle 17:00 mette in vendita le camere per lo stesso giorno a 50 eu…
probabilmente ne bvenderà pochissime ma il suo brand avrà gran visibilità per qualche ora..
Commento da Riccardo Cocco — 1 Settembre 2010, alle ore 22:25
@Giacomo Bufalini:
Grazie per il tuo intervento.
Sinceramente non mi trovi d’accordo su molti punti.
1) Per fare un forecast non occorrono per forza strumenti complessi, evoluti e costosi. Iniziare a prevedere l’occupazione per ogni singolo segmento di mercato e per ogni singolo giorno sicuramente potrà aiutarti. La città di Firenze ha molteplici strutture alberghiere che volenti o nolenti generano costantemente dei forecast: Montebello Splendid, Westin Excelsior, Helvetia & Bristol, Grand Hotel Villa Medici, Grand Hotel, Starhotel Tuscany, Holiday Inn Florence, Grand Hotel Baglioni, Bettoja Relais Certosa, ecc.. La città di Roma, dove opero, non ha nulla da invidiare rispetto a Firenze relativamente agli eventi una tantum che non si ripetono, non è certo una destinazione fieristica eppure i forecast si fanno ed anche con pregevoli risultati di scostamento entro il 3% rispetto al dato consolidato.
2) “Se possibile scambiarsi dati sull’occupazione futura, è infatti solo il dato aggregato che modifica la domanda e quindi la disponibilità e quindi il prezzo.”, sei certo di questa affermazione? Questo non si chiama libero mercato e libera concorrenza, questo giuridicamente si chiama “cartello” ed è punito penalmente, desidero consigliarti prudenza nel fare certe affermazioni.
3) “Se io ho un Htl con 100 camere e ne ho solo 10 disponibili è inutile che provi a vendere più alto di un mio concorrente che magari ha solo 20 camere di cui 3 occupate: il cliente che ne sa’ di quante camere ho io, di quante l’altro e soprattutto non gli interessa se ne ho già vendute tante o poche, gli interessa il prezzo.” Quindi tu gestisci la tua struttura in base al dato occupazionale? Anch’essa è una strategia, personalmente la reputo anacronistica ma la rispetto. Preferisco navigare con tutti gli strumenti a disposizione piuttosto che a vista, non trovi? Ti vorrei suggerire un piccolo ragionamento: prendiamo l’esempio del tuo albergo di 100 camere. Preferiresti chiudere la giornata al 100% di occupazione con un ADR di 70,00 Euro oppure chiuderla al 50% con un ADR di 140,00 Euro?
Buon lavoro e buon Revenue Management 2.0 a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Riccardo Cocco — 1 Settembre 2010, alle ore 22:30
Revenue Management 2.0 = Profit Management
Buon Profit Management a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da giacomo bufalini — 2 Settembre 2010, alle ore 09:05
Riccardo ciao,
Diciamo che pratichiamo il Revenue con 2 “filosofie” diverse.
L’importante è cmq fare qualcosa.
1 – forcast giornaliero e per segmento di mercato è impossibile farlo senza gli strumenti adeguati e si deve anche essere in grado di inserire i date storici di almeno 3 anni con molta cura. Qui a Firenze molti Htl lo fanno, ma ti assicuro che i risultati si apprezzano solo quando la domanda è alta (Esempio per Pitti), altrimenti il prezzo suggerito è quasi sempre fuori mercato. Ci sono molte alternative per trovare il prezzo giusto per quel giorno e certamente non è navigando a vista che lo si trova.
2 – Expedia, Booking, Lastminute ecc possono fornire dati sull’andamento delle prenotazioni future, non certo i dati di 5 o 6 Htl in zona…..
3 – può anche essere verosimile che tu chiuda la giornata con il 50% di occupazione e un ADR di 70.00 facendo gli interessi del tuo concorrente. Diciamo che la via maestra è quella intermedia. Sappiamo tutti bene che se facciamo il 100% di occupazione anche solo 2 gg prima della data di arrivo qualcosa si è sbagliato…
Diciamo che io, forse anche per le dimensioni e le caratteristiche della struttura che gestisco, preferisco un revenue un pò più dinamico, diciamo un “Revenue 2.0”. Non solo analisi di dati storici, ma anche controllo a tutto tondo di ciò che oggi offre il web e che contribuisce fortemente a determinare il prezzo giusto.
Buona giornata
Giacomo Bufalini
Commento da Riccardo Cocco — 2 Settembre 2010, alle ore 12:00
Ciao Giacomo,
grazie per il tuo feedback molto interessante.
Mi permetto di insistere su alcuni punti.
1) il forecast giornaliero, laddove venga aggiornato costantemente, non è impossibile farlo. A riguardo degli strumenti ti vorrei suggerire un semplice foglio di excel dove giorno per giorno e per segmento potresti inserire la situazione OTB del futuro (ricorda che il forecast non può terminare il 31/12 ma è uno strumento in costruzione giorno per giorno e per il futuro. Per ciò che riguarda i dati storici, sicuramente attraverso l’utilizzo del tuo PMS sarai in grado di recuperare quanto necessario. Non fosse così potresti iniziare a raccogliere i dati sin da oggi per costruirti il tuo storico, mai si inizia mai si vedranno i frutti. Applicare il Revenue Management in situazione di alta domanda è come spingere un’auto in discesa, prova ad applicarlo anche quando l’auto si trova ad affrontare una salita, vedrai certamente dei risultati apprezzabili.
2) Quello che possono fornire le OTA che menzioni sono dati sicuramente di rilievo ma sono sempre dati aggregati, per via dell’anti-trust, puoi conoscere il prezzo di vendita della singola struttura in quanto dato pubblico, ma non puoi certamente conoscere il numero di prenotazioni ricevute da ogni singolo albergo. Se riesci ad avere uno strumento univoco che ti genera l’andamento tariffario dei tuoi competitor, potrai avere un’idea di come si evolve la domanda per ogni singola struttura. Prima di spendere soldi però, ti suggerisco di fare un benchmarking manuale sui vari siti (es: expedia, booking, etc.) vedrai che facendolo costantemente riuscirai a percepire l’andamento della domanda nelle strutture di riferimento in base alle fluttuazioni tariffarie che registrerai.
3) La tua affermazione non mi trova d’accordo. Non conoscendo le chiusure dei tuoi competitor il 50% a 70.00 Euro potrebbe non voler dire che i tuoi competitor abbiano fatto meglio. Comunque io mi riferivo al Revenue 2.0, ovvero al Profit Management. Se, con l’albergo di 100 camere, chiudi la giornata al 100% di occupazione con 70,00 Euro di ADR o chiudi al 50% con un ADR a 140,00 Euro, il tuo RevPAR non subisce variazioni resta sempre di 70,00 Euro, ma il tuo profitto è sicuramente maggiore in quanto non devi affrontare il costo delle 50 camere non occupate. Ti suggerisco di verificare l’opportunità di abbonarti a STR Global è uno strumento preziosissimo!
4) Divido il tuo punto 3 in due. “Sappiamo tutti bene che se facciamo il 100% di occupazione anche solo 2 gg prima della data di arrivo qualcosa si è sbagliato…”, anche qui non mi trovi d’accordo. Se la tua domanda eccede il 100% e chiudi le vendite in anticipo (prima di aver completato il tuo 100% di occupazione, e sempre tenendo conto delle possibili cancellazioni e/o no-show) per riaprirle più sotto data in modo da aumentare la tariffa, il tuo 100% di occupazione lo puoi fare anche il giorno stesso, e quindi non stiamo di fronte ad un errore di gestione.
Il tuo modo di gestire la tua struttura, che non mi permetto assolutamente di criticare sia chiaro, è una scelta del tipo market follower. Mi spiego meglio. Se tu gestisci i cambi tariffari in base a quello che fa la concorrenza, segui il mercato senza esserne protagonista. Se tu invece conscio dello sviluppo della domanda in un dato periodo in base al tuo storico definisci la tua tariffa a priori ANCHE basata sul comportamento del mercato, contribuisci, da “protagonista” (market leader) alla definizione della tariffa giusta per il mercato nel periodo analizzato. L’esempio, tra l’altro già riportato in precedenti interventi, lo abbiamo vissuto tutti durante lo scorso anno. Che fa il mio competitor? Abbassa le tariffe, allora le abbasso pure io perchè vuol dire che non c’è domanda. Il tuo competitor vede il tuo abbassamento tariffario e fa lo stesso ragionamento. È un cane che si morde la coda e che genera deflazione. Navigazione a vista….
Una piccola storiella:
Un grande manager d’azienda, ha una casa in montagna e appropinquandosi l’inverno ha bisogno di conoscere quanto sarà freddo in modo da preparare la legna per riscaldare la sua casa. Chiedendo in paese, gli suggeriscono un vecchio montanaro molto esperto. Il nostro manager quindi si reca da questo e gli chiede come sarà il prossimo inverno. Questo gli dice: “Sarà freddo”. Il manager corre a casa e comincia a tagliar legna. Si pone quindi la domanda: “Il prossimo inverno, sarà freddo o sarà molto freddo?”. Corre nuovamente dal vecchio montanaro e gli pone la domanda. Questo gli replica: “Sarà molto freddo!”. Il manager corre di nuovo a casa e continua a tagliare altra legna. A questo punto si pone una nuova domanda: “Ma il prossimo inverno sarà molto freddo o estremamente freddo?”. Corre quindi nuovamente dal vecchio montanaro per porgli la domanda. Questo per tutta risposta gli dice: “Il prossimo inverno sarà estremamente freddo!”. Il manager, abituato ad avere risposte basate su dati concreti e verificabili, fa per tornare a casa a tagliar legna ma si ferma e chiede al vecchio montanaro: “Come fate a sapere come sarà il prossimo inverno?”. Questo lo guarda e gli dice con estrema semplicità: “Vede, qui sopra alla mia casa, c’è un tizio che sono giorni che taglia legna come un ossesso, prevedo quindi che si stia preparando al grande freddo del prossimo inverno.”. Il vecchio stava guardando verso la casa del nostro manager!
Liberamente tratto da: “Il Breviario del Manager” G.C.Cocco – DeVecchi editore
Buon lavoro e buona preparazione all’inverno a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Duccio Innocenti — 2 Settembre 2010, alle ore 14:21
@Riccardo
leggere i tuoi post è sempre un arricchimento personale e professionale… clap clap
Vado a fare legna… non so ancora quanta ma di certo non mi baserò solo su quanta ne taglia il mio vicino
Duccio
Commento da Riccardo Cocco — 2 Settembre 2010, alle ore 15:36
@Duccio:
Carissimo, così mi fai diventare rosso dall’imbarazzo! 🙂
Grazie comunque e pensare che si è iniziato con degli scontri 😉
Spero veramente che il tuo suggerimento per “fare legna” venga accolto da molti.
Grazie ancora!
Buon lavoro e buoni imbarazzi a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GIANLUCA1 — 2 Settembre 2010, alle ore 15:37
Ciao a tutti,
anche io credo che sia giusto partire con tariffe “giuste” per poi alzarle con l’aumentare dell’occupazione.
Sarebbe deleterio per l’albergo dare la possibilità al cliente di vedere la tariffa prenotata mesi prima più bassa sotto data.
Saluti.
Gianluca
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 2 Settembre 2010, alle ore 17:22
@giancluca1
il problema è nella iniqua distribuzione delle vendite su periodo di riferimento, faccio un esempio così tagliato con l’accetta:
sequenza di camere nei giorni:
10 8 6 12
il periodo vende a 100 euro a notte quindi si passa a
8 4 3 9
la tariffa si alza nel primo e nel quarto giorno di 10 euro nei giorni centrali di 20 euro
la seguenza diventa infine
6 0 0 7
questo è il punto critico:
i giorni centrali sono a zero quindi i rialzi tariffari sono finiti, i giorni laterali invece hanno ancora da vende MA POSSONO VENDERE SOLAMENTE DA SOLI, questo ne diminuisce notevolmente l’appeal alla vendita e ne consegue che quei due giorni flettono in contrtendenza e la tariffa va ABBASSATA.
S.
Commento da Riccardo Cocco — 2 Settembre 2010, alle ore 18:48
@Stefano:
Il tuo ragionamento, as usual, non fa una piega.
Però occorre ricordare che gli strumenti del Revenue Management non sono solo quelli tariffari. Prima di arrivare alla situazione estrema che hai sapientemente presentato, sarebbe il caso di mettere dei filtri del tipo minimum stay o no-arrival in modo da stimolare la domanda a prenotare sulle date con minor domanda e non rimanere con i famosi “buchi” che generano dei mal di testa da paura.
Buon lavoro e buon “moment act” a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da giacomo bufalini — 2 Settembre 2010, alle ore 18:56
@STEFANO
Tagliato con l’accetta ma perfettamente calzante e molto concreto.
Mi piace!
Aggiungo solo che nei 2 giorni centrali a 0 puoi mettere una tariffa altamente fuori mercato e se te la comprano avrai fatto un redditizio overbooking, anche perchè se per i 2 gg non hai alcuna disponibilità sparisci anche da tutti i canali di distribuzione.
Ciao
***
@RICCRADO
Prima di tutto Ti ringrazio per la segnalazione di STR Global che conosco, ma che non utilizzo. Forse per la mia piccola realtà può essere sufficiente il benchmark “fatto in casa”con qualche foglio di excel, ma non escludo di iscrivermi a STR Global.
Alcuni commenti e poi prometto che per questo post lascio, se lo vorrai, a Te l’ultima parola….
1 “il forecast giornaliero, laddove venga aggiornato costantemente, non è impossibile farlo. A riguardo degli strumenti ti vorrei suggerire un semplice foglio di excel dove giorno per giorno e per segmento potresti inserire la situazione OTB del futuro”
Benissimo questo però non è forecast, non prevedo nulla, analizzo i dati che ho già, li confronto con quelli di ieri, faccio il pick up e traggo le mie conclusioni. Sono perfettamente d’accordo. Magari confronto questi dati con quelli ad oggi dell’anno scorso. Benissimo, sono reattivo. Ma per essere PROattivo, dovrei avere la sfera magica e mi dispiace ma non ce l’ha nessuno…, salvo in realtà tipo quella di alcuni Hotel in America in cui la domanda è molto stabile e allora, in funzione dell’ OTB di oggi e del dato storico di ieri riesco a prevedere quanta occupazione farò tra un mese. A Firenze non sempre è così anche se ovviamente uno deve essere in grado di fare un budget che se vogliamo è in effetti una previsione, ma che non può basarsi troppo sui dati storici.
Fare revenue con l’auto in salita è obbligatorio, siamo d’accordo, ma per definizione i benefici, gli effetti, il risultato è strettamente proporzionale all’aumento della domanda quando cioè la disponibilità si fa sempre più “rigida”.
2 “Prima di spendere soldi però, ti suggerisco di fare un benchmarking manuale sui vari siti (es: expedia, booking, etc.) vedrai che facendolo costantemente riuscirai a percepire l’andamento della domanda nelle strutture di riferimento in base alle fluttuazioni tariffarie che registrerai.”
D’accordissimo con te: lo vedi che shoppare i concorrenti non vuol dire solo fare il market follower, ma serve per diventare leader. Io utilizzo i prodotti di Andrew Morsi che sono si un po’ cari, ma davvero utili e necessari, come le storielle che racconta anche lui.
3 “La tua affermazione non mi trova d’accordo. Non conoscendo le chiusure dei tuoi competitor il 50% a 70.00 Euro potrebbe non voler dire che i tuoi competitor abbiano fatto meglio.”
Ok, ma se io shoppo i miei concorrenti so a quanto vendono e come me lo sa l’utente finale che compra!! Ribadisco quindi che tra le ipotesi Revenue 2.0 fatte da Te si debba considerare anche il flop di vendere 50% a 70 euro, che ovviamente è da evitare. Poi è chiaro meglio vendere una camera a 100 che 100 a 1.
Punto 4 perfettamente d’accordo con te, si deve distinguere tra overbooking ed overselling.
Conclusioni: l’anno scorso abbiamo tutti abbassato le tariffe e non certo perché lo faceva il vicino. Se Tu hai azzecato il budget annuale del 2009 sei un genio, il Roubini del Revenue Alberghiero.
Di la verità. Io l’ho sbagliato del 19.37%
Over
Giacomo
Commento da gio.car — 2 Settembre 2010, alle ore 21:40
io vado a berlino per la maratona il 24 settembre prossimo. Ho comprato il biglietto aereo a-r roma-berlino con easy jet circa 4 mesi fa; costo totale 230 euro circa.
Ora lo vendono a 180 € circa. Sensazione? Mi”ci rode da matti”, anche solo per 50 euro!!!
ryanair fa delle promozioni, ma difficilmente sotto data, e tendenzialmente aumenta il prezzo in base alla % di occupazione.
è interessante fare benchmarking con le compagnie aeree, essendo nato là il revenue management.
Se il cliente sa che sistematicamente il prezzo si abbassa sotto data, non si fiderà più di te.
Commento da Alessandro Zavone — 3 Settembre 2010, alle ore 02:34
Carissimi Colleghi Tutti,
Vi ho letto con partecipato interesse,
molto bene oserei dire (salvo rare eccezioni… Giacomo ti immagino un po’ perplesso dopo i post fluorescenti del nostro Cocco, ma questo è bene per resettare una gestione troppo old fashioned oriented).
Altresì Vi chiedo (ho posto a me stesso la medesima domanda e ho risposto come se fossi un bimbo di 4 anni, ovvero un adulto geniale):” Perché permetto ad un cliente, che mi ha eletto convintamente in una tale data per un tal’altro giorno futuro quale protettore dei suoi sogni in senso lato, di mettere in dubbio, ex ante, la valenza del mio servigio?”. E ancora:”Garantirgli tutto ciò, perfezionando un contratto con largo anticipo, dedicando lui più “spazio” e “tempo”, liberandolo da subito da ulteriori pensieri sulla questione, tutelandolo da eventuali rincari dell’ultimo momento, non giustifica un costo in termini assoluti maggiore?”. Pensiamo alla differenza, non poca in termini di %, tra i tassi d’interesse fisso e variabile per quanto riguarda i più comuni mutui fondiari. Congelare il prezzo di un bene totalmente fruibile in data futura mi protegge da eventuali ignote e sgradevoli sorprese, le spese di alimentazione elettrica per attuare questo “congelamento” sono dunque estremamente giustificabili. Amo il rischio? Gioco a poker con l’hotel, ma attenzione: osservando troppo da vicino altri giocatori incalliti, apparentemente più fortunati, senz’altro più stressati, imitandoli nel loro stile spericolato, potrei perdere tutte le mie fiches, “indebitandomi” per non dormire all’addiaccio!!!
Mi piaceva parlare di revenue con meno numeri possibili… vista l’ora.
A presto,
Cordiali saluti
P.s.: sotto data, se proprio non potete far altro che abbassare, fatelo almeno con tariffe not refundable o motivatele con limitatissime offerte last second, non saremo aeroplani o villaggi all-inclusive, ma anche noi rappresentiamo una meta, un luogo per i luoghi.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 3 Settembre 2010, alle ore 08:13
cito gio.car
“Se il cliente sa che sistematicamente il prezzo si abbassa sotto data, non si fiderà più di te.”
è per questo che la booking window si stringe, il cliente sta intuendo che sotto data trova comunque posto e a tariffe migliori, perchè molti, spesso sbaglano le loro previsioni di vendita.
S.
Commento da GabUd — 3 Settembre 2010, alle ore 09:14
Str Global…veramente un bel servizio..peccato proprio che per noi alberghi piccoli abbia dei costi inaccessibili..meno male che i colleghi sono così gentili da girarmi quegli interessantissimi dati.
Ma secondo voi, a proposito di Benchmarking:
perchè Federalberghi non si dota di un sistema Suo per valutare gli andamenti dei dati alberghieri?? ora come ora ti chiedono via mail presenze e numero dipendenti ogni mese..(anche approsimativamente)…
Come può un associazione cosi grande non fare le proprie valutazioni su dati reali, globali, accertati e non su dati approsimativi?? perchè non forniscono un sistema di raccolta dati serio?? perchè non iniziano a guardare dati come l’ADR, il REVPAR ed altri invece che fissarsi solo sulle presenze??
Mah
Buona giornata a Tutti..e veri e sinceri complimenti a Riccardo per i suoi sempre interessanti articoli e post.
Gabriele
Commento da giacomo bufalini — 3 Settembre 2010, alle ore 14:29
Minumum stay e close to arrival sono strumenti che non uso da anni.
Suggerisco invece di alzare ESAGERATAMENTE la tariffa per la data che individuo come “calda”, così non perdo visibilità sui canali di distribuzione: se un cliente che cerca una camere per 7 notti e vuole arrivare proprio il giorno in cui io ho messo il close to arrival, non mi vede e compra un altro hotel. Se io imposto per quel giorno una tariffa molto (anche troppo) alta, lui mi vede e magari le sue date non sono flessibili mi compra dal giorno dopo per 6 notti, oppure spende e mi compra la camera anche per la notte stracara. Più o meno la stessa cosa vel per il minimum stay.. Ovviamente se si adotta questa politica non si possono utilizzare offerte che prevedano una notte gratis, ma solo tariffe dinamiche.
Buon old fashioned oriented revenue a tutti.
Giacomo
Commento da Riccardo Cocco — 3 Settembre 2010, alle ore 16:34
@Tutti:
Oddio non puoi star lontano un attimo che arriva uno tsunami di post!
Faccio un po’ d’ordine e cerco di non tralasciare nessuno.
@Giacomo Bufalini 02/09 18:56
Giacomo,
come ormai “d’obbligo” non sono d’accordo! Soprattutto per il primo punto. L’ultima parola non è mai di nessuno, siamo qui per confrontarci e per mettere a disposizione di tutti le nostre esperienze per migliorare. Ti prego quindi di continuare laddove tu ne abbia voglia/tempo/argomenti.
1) Forse non mi sono espresso completamente nel mio modo di suggerirti un forecast giornaliero. La mia intenzione era quella di far passare il messaggio che in base alla situazione OTB in crescita, giorno per giorno, hai modo di lavorare meglio su quello che poi sarà il tuo forecast ovvero il tuo consolidato. Monitorare il pick-up è di sicuro un modo importante per “predire” (forecast) quello che potrebbe accadere in una data. Ho utilizzato volutamente il termine “predire”, in quanto siamo tutti d’accordo che le operazioni di forecast non possono essere la traslazione di ciò che succederà nella realtà ma sono appunto una previsione che si cerca di portare più vicino possibile a quello che poi potrà essere la realtà. Altrimenti il Mago Forrest non avrebbe più lavoro…. Dividi, sempre a mio avviso, il concetto di budget da quello di forecast. Generalmente il budget è un documento previsionale fatto molti mesi prima (generalmente tra agosto e metà ottobre) rispetto all’anno a cui si riferisce. Proprio per questo, non hai la possibilità di verificare il dato consolidato dei mesi futuri che sono appunto basati su di un forecast. Mensilmente poi (ancor meglio quotidianamente in base alle fluttuazioni OTB), il budget iniziale subirà delle modifiche che sono appunto dei forecast che man mano che ti avvicini alla data/mese di riferimento potranno avere una forbice di scostamento molto più stretta rispetto alla versione originaria del budget stesso. Anche per l’ultima frase io personalmente divido la “domanda” dalla “disponibilità”. La disponibilità è un dato fisso che si delinea tra lo “zero” ed il tuo numero di camere totale da inventario. La domanda è un dato che potenzialmente non ha limiti. La tua struttura ha 100 camere la tua disponibilità massima è di 100 camere, la tua struttura ha 100 camere la domanda può essere di 200+ camere (vedi la constrained demand e la unconstrained demand).
2) Se hai letto il mio intervento, non ho detto che non si deve monitorare l’andamento tariffario della concorrenza. Ho detto che monitorare l’andamento tariffario della concorrenza è uno degli strumenti che occorre utilizzare. Se tu ti limiti a vedere cosa fa la concorrenza e reagisci solo in base a questo dato, la tua strategia è da “market follower”.
3) Anche qui, ti chiedo scusa ma credo che non sia riuscito ad esprimere il concetto al meglio. L’ipotesi da me fatta è relativa a due situazioni fisse. È ovvio che poi nella realtà le variabili siano molte e molte di più. Relativamente al benchmarking, ripeto che è uno strumento necessario per vedere come si sta muovendo il mercato, ma non è l’unico strumento da utilizzare nel Revenue Management. Ti propongo un’altra riflessione. Se la tua tariffa di vendita è di 150,00 Euro ed hai disponibilità di 2 ultime camere (il tuo albergo ha sempre le famose 100 camere). Il tuo competitor (di cui non conosci la situazione OTB, e ha anche lui 100 camere con location e servizi similari alla tua struttura) ha una tariffa di 60,00 Euro. Che tariffa di vendita proponi?
Conclusioni: non ho nessun problema a dire cosa è accaduto lo scorso anno. Tieni a mente sempre la differenziazione tra il budget ed il forecast. Var vs Bdgt: -12.2%; Var vs Fcst +3.4%.
@gio.car 02/09 21:40 & @Stefano 03/09 8:13
L’abbassamento tariffario sotto data, è un correre ai ripari. È una situazione che può accadere, ma non può e non deve essere una regola. Un gruppo che all’ultimo momento cancella (tralascio il discorso delle penalità); un evento che non trova riscontro nei partecipanti; ecc.. questo tipo di situazioni, che abbiamo più o meno vissuto tutti, non possono ricondurci ad un nostro errore, in quanto la nostra previsione era basata su dati concreti, che non si sono poi materializzati. Nel momento in cui, invece, diminuisco la tariffa (ed in genere la diminuisco drasticamente perché me ne accorgo sempre sotto data) in quanto non sono stato capace di costruire un demand forecast attendibile, allora è un altro paio di maniche. Stefano, se questo accade non è perché non sono stato in grado di prevedere le vendite, ma non sono stato in grado di prevedere la domanda. Le vendite sono un dato successivo alla domanda, le puoi gestire al meglio se conosci la domanda, altrimenti rischi di lasciare tanta ciccia al tuo concorrente.
@Alessandro Zavone 03/09 2:34
Concordo con il tuo metodo antinumerico di prospettare le domande 🙂 .
Il tuo discorso non fa una piega, ma solo se ti chiami “Mario Draghi”. Il tuo ragionamento da promotore finanziario ha la sua valenza in finanza ma non mi trova d’accordo nella gestione alberghiera 🙂 .
Per non perdere le tue braghe sul tavolo verde, ti suggerisco un ottimo studio della domanda per un dato periodo in modo da ribaltare il tuo ragionamento dal “io do al cliente, io garantisco al cliente, io mi paro” al “cosa devo fare per prendere la fetta più grande della torta (domanda) che è disponibile per quel dato periodo?”
Sul PS concordo.
@GabUd 03/09 9:14
STR costa, si è vero e anche molto, ma quello che fornisce è molto importante (ALERT: non sono in nessun modo collegato in termini economici con il fornitore di STR. Traduzione: non prendo mazzette di intermediazione ne tanto meno sono loro dipendente e/o consulente).
Attento all’antitrust e la riservatezza dei dati. Scoraggio totalmente lo scambio di dati riservati.
E ora un punto che mi piace del tuo intervento: Federalberghi!
Cos’è Federalberghi? Federalberghi è (dovrebbe essere !!!) un’associazione di albergatori, quindi tutti proprietari, gestori, manager, che si riuniscono per avere maggior voce nei confronti delle istituzioni, portare avanti progetti che altrimenti singolarmente non sarebbe possibile fare, rapporti sindacali ecc. Diciamo quindi che se Federalberghi raccogliesse i dati, si creerebbe un enorme “cartello” con potenzialità immense, e chi è fuori dall’associazione non può che soccombere. È libero mercato questo?
@Giacomo Bufalini 02/09 14:29
Perdonami, ma non comprendo. Tu preferisci che un tuo potenziale cliente trovi una situazione del genere (ipotizzando che il giorno 3 sei pieno)?
giorno 1: 100,00 Euro
giorno 2: 100,00 Euro
giorno 3: 800,00 Euro (esageratamente alta)
giorno 4: 100,00 Euro
giorno 5: 100,00 Euro
Per prima cosa, almeno a Roma, questo non lo puoi fare in quanto la tariffa massima applicabile è quella comunicata annualmente all’APT. Secondo, sempre a Roma, questo si chiama “sputtanarsi”. Che tipo di sensazione pensi che il cliente che vede questa situazione avrà della gestione della tua struttura?
@Tutti:
Grazie a tutti per la pazienza nel leggere questo fiume di parole e per i complimenti, è con l’apporto e le esperienze di tutti che possiamo migliorarci!
Buon lavoro e buon sonno (dopo la lettura del mio post) a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GabUd — 4 Settembre 2010, alle ore 16:36
Hola Riccardo!
che fatica star dietro a tutti eh! 🙂
Str è veramente un bel servizio..però effettivamente per certe strutture piccine
che comunque tendono ad una gestione non proprio familiare come la nostra, è un po’ troppo onerosa..quando parlo di dati che mi vengono “girati”, mi riferisco a dati di risultati dei mesi precedenti rielaborati da un bravissimo titolare allo scopo di rilevare i problemi della categoria cittadina..quindi niente di gravoso dal punto di vista della sensibilità degli stessi..sono gli stessi dati che poi vengono pubblicati sui giornali ogni tanto…
Per quanto riguarda Federalberghi, noto che ne pensiamo più o meno la stessa cosa..L’unica cosa è che penso ci siamo capiti male sui dati che dovrebbero raccogliere.
Se il presidente di FA commentasse la situazione della categoria alberghiera in Italia su dati certi, come quelli che elabora STR per capirci, e non su un campione di dati (praticamente solo il numero di presenze) ottenuto da una raccolta di email al quale hanno risposto si e no il 10% degli hotels, sicuramente farebbe più bella figura.
Se FA fornisse (ora siamo già nel campo onirico…ma chissà mai) un sistema tipo STR agli hotels d’Italia non penso verrebbe a crearsi nessuno cartello..stiamo comunque parlando di dati di periodi passati..il cartello sono operazioni di “gruppo” messe in atto per il presente ed il futuro…e sarebbero veramente utili a tutti…magari anche gli alberghi piccoli come il nostro potrebbe partecipare a questa grossa raccolta dati..nell’interesse di tutti.
Ciao Riccardo..e come diciamo dalle mie parti, Mandi!
Gabriele
Commento da GIANLUCA1 — 4 Settembre 2010, alle ore 17:39
@STEFANO
IL TUO TAGLIO CON L’ACCETTA MI GARBA….(NON E’ SICURAMENTE IDEALE CREARE UN “GAP” TRA GIORNI IN CUI SI HANNO ALCUNE CAMERE ALLA VENDITA ED ALTRI DOVE SI E’ PIENI)….IO NEI GIORNI CON ANCORA CAMERE ALLA VENDITA NON ABBASSO NEI GIORNI IN CUI HO ZERO CAMERE ALLA VENDITA FACCIO COME DICE NEL SUO POST BUFALINI CON L’ECCEZIONE DELL’ESAGERATAMENTE TARIFFE ALTE ANCHE PERCHE’ SI DOVREBBE TENER CONTO CHE CI SONO LE RACK RATE E RIPROTEGGERE CAMERE SAPENDO DI AVER VENDUTO A RACK E’ UNA BELLA SODDISFAZIONE.
SALUTI
GIANLUCA
Commento da Michele71 — 4 Settembre 2010, alle ore 20:45
Abbiamo capito tutti che le tariffe “dovrebbero” solo essere alzate e non abbassate. Ma poiche’ a tutti (chi piu’ chi meno) capita di doverle abbassare per svariati motivi, c’e’ qualcuno che vuol raccontare come si comporta se il cliente che ha prenotato prima vede una tariffa piu’ bassa a ridosso della data di arrivo?
Saluti a tutti.
Michele (Firenze)
Commento da giacomo bufalini — 5 Settembre 2010, alle ore 11:20
Riccardo,
Ho come l impressione che i miei primi post siano stati male interpretati. Non sono avvezzo a scrivere sui blog e forse, consapevole della qualità e della preparazione di chi scrive e legge bookingblog, sono stato troppo sintetico e quindi frainteso.
Rimangono però ancora due punti da chiarire meglio.
1- minimum stay & close to arrival: l’ esempio che fai Tu non rende bene l idea e forse è poco verosimile. Anche in questo caso sono stato troppo sintetico….
Personalmente descriverei 2 scenari,
Con tanta domanda 184, 184, 219, 450, 184
Con poca domanda 94, 94, 114, 219, 114
Applico tariffe dinamiche per cui in funzione di tante variabili tra cui anche la lunghezza del soggiorno la tariffa giornaliera si abbassa. Così incentivo i soggiorni di più notti e disincentivo l acquisto della sola notte calda, ottenendo gli stessi effetti del minimum stay & close to arrival, ma con in più il vantaggio di avere sempre il 100% di visibilità su tutti i canali di distribuzione.
A Firenze lo possiamo fare in quanto obbligati a dichiarare solo il prezzo massimo di vendita, ma non un minimo. Dichiarare una rack di 800 euro all APT ti sputtana fino a un certo punto.
Con il cliente finale invece non ti sputtani per nulla: proprio da qui sono partito citando i risultati di un interessante ricerca su come reagisce il cliente all applicazione di tecniche di revenue e che invito tutti ad andare a leggere. Ho conosciuto personalmente Rania El Haddad della SURREY UNIVERSITY al TDS dell Eyefortravel di Londra nel 2009 e l ho invitata a mettersi in contatto con il coordinatore di BuyTourismOnLine perché venisse a Firenze a raccontarci i risultati della sua ricerca.
Trovate tutto su YouTube cercando “ricerca presentata da Rania El Haddad – SURREY UNIVERSITY”, se vi va vedetevi tutte le parti, dalla prima alla quinta. Merita. l intervistatore è Andrew Morsi. In sintesi si constata che oggi il cliente finale che compra on line è preparato alle diverse fluttuazioni della tariffa per cui oggi la camera costa 100 domani 150 e poi di nuovo 100. L unica cosa che ancora digerisce male è rendersi conto che chi ha prenotato sotto data spende meno di chi lo lo ha fatto con largo anticipo, ma è una peculiarità solo degli Hotel. Come detto
per i biglietti aerei, volente o nolente, la considera una delle ipotesi, fermo restando che debba trattarsi di sole eccezioni.
2- il famoso albergo di 100 camere. Anche qui il Tuo esempio è un pò fuorviante. Ad ogni modo se mi trovassi in quella situazione shopperei altri 3/4 concorrenti e se anche gli altri in proporzione alla qualità e location ecc. vendessero a 60 vuol dire che la domanda è bassa e io vivo una situazione privilegiata. Mi piacerebbe vendere sopra 200, ma sarebbe inutile e deciderei di vendere a 110 consapevole di avere poche probabilità di vendere le mie ultime due camere, ma non si sa mai….
Se invece mi accorgessi che gli altri concorrenti vendono in proporzione a 150, vuol dire che la domanda è alta e chi vende a 60 ha il channel manager in palla o ha fatto un disastro (ricordiamoci che partiamo dal presupposto di aver scelto accuratamente i competitors). Ad ogni modo venderei abbondantemente sopra 200.
Ben più complessa è la situazione in cui tu, nei 2 scenari appena descritti, hai ancora 50 camere disponibili a 7 giorni dalla data di arrivo !! (?).
Buona domenica a tutti!
Giacomo Bufalini
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 5 Settembre 2010, alle ore 23:16
@giacomo
grazie della segnalazione dell’intervista di Rania El Haddad, la cercavo da tempo, io oggi utilizzo la sola leva di prezzo per muovere la domanda sulla mia offerta, quindi nell’esempio a monte butto esageratamente alti i giorni dove le camere sono a zero, ma per forza di cosa devo abbassare un po gli altri due, perchè nell’ipotesi di acquisto su due giorni, in virtù dei giorni centrali a rack, sono poi troppo fuori mercato. 3 stelle a roma centro storico, camera con balcone 599,00 euro a notte, bisogna solo trovare il momento giusto (se la struttura ha il potenziale).
S.
Commento da Alessandro Zavone — 6 Settembre 2010, alle ore 05:29
@Cocco: …allora, direi, che concordi su tutto! Colui che gioca a poker con l’hotel è il cliente, non il rev man o il direttore, colui che comprende che può pagare poco di più per essere più tranquillo è il cliente, non l’albergatore (attenzione: nella possibilità di pagare qualcosa in più per la stessa tipologia di camera rispetto ai prenotanti sotto data è insita la convinzione, appunto, di aver congelato la rate nei confronti di molto più probabili rialzi), i giocatori di poker incalliti e stressati sono altri (oggi un po’ troppi, anche perché spesso siamo noi -operatori del settore- a fare confusione con i prezzi on line, sfasando a catena l’intero ns local market), non i delineatori del budget d’hotel. Quest’ultima tipologia clientelare è forse apparentemente, più smaliziata, ma quante volte ha dovuto dormire in alberghi non propriamente on location o adeguati ai propri status e aspettativa a furia di tentare la fortuna con la probabile, mai certa fortunatamente, tariffa stracciata dell’ultima ora. Più chiaro ora? Con stima. 😀
@michele71: io, nel mio piccolo, un paio di suggerimenti li ho già elencati, si tratta di essere convinti di quello che si dice e/o scrive, in risposta a simili capziose richieste scontistiche, perché altrimenti non ci crede nessuno, prima di tutti te stesso! (Non lavoriamo mica in un “suk” marocchino, con tutto il fascino di quei luoghi).
@giacomo: sei un po’ contorto nelle tue analisi secondo me, ma sono convinto che passerei una serata divertente parlando di numeri con te… aggiungo che l’idea di non avere un minimo provinciale dichiarato legale é molto affascinante quanto utopica, almeno qui a Milano. Come li contestate a Firenze i casi di concorrenza sleale sui prezzi in priodi di bassissima stagione?
P.s.: Io ho studiato legge a Siena, ma Firenze in hotel l’è più bellina!
A presto.
Buona giornata a tutti.