L’AI è la nuova UI? Prospettive e rivoluzioni del web che conoscevamo

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Gli attuali progressi nell’intelligenza artificiale generativa (AI) non stanno solo potenziando i modelli operativi delle aziende; sono destinati a ridefinirli fondamentalmente.

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Questo è l’assunto da cui sgorga l’illuminata riflessione di Simone Puorto, riportata da Hospitalitynet,  sul futuro del web a seguito dell’irreversibile ascesa dell’AI.

Una visione lucida, ragionata e carica di spunti, che desideriamo condividere con voi per fornirvi, come amiamo, il punto di vista di autorevoli voci del travel e dei paradigmi informatici in continua evoluzione. 

Genesi di una rivoluzione

Il cambiamento di paradigma introdotto dall’AI suggerisce una transizione profonda nel modo in cui le interfacce web vengono concepite e utilizzate. Ipoteticamente parlando, strumenti come ChatGPT sono proiettati a diventare le interfacce principali, o talvolta, le uniche per l’accesso web nel prossimo futuro. Questa trasformazione implicherebbe una comunicazione gestita principalmente da chatbot alimentati da AI, che opererebbero su un framework che integra e sintetizza dati da fonti diverse, tra cui siti di viaggi e piattaforme specifiche di settore

Un esempio significativo è l’implementazione delle API di OpenAI nell’AI Trip Planner di Booking.com. Questa integrazione indica un movimento più ampio verso modelli operativi incentrati sull’AI. Suggerisce un futuro in cui strumenti come ChatGPT potrebbero superare l’attuale funzione di processori di dati esterni, evolvendosi in aggregatori e distributori primari di informazioni.

Tale sviluppo segnerebbe una svolta fondamentale nell’ecosistema digitale tradizionale, passando da una dinamica in cui piattaforme come Expedia sono potenziate dalle API di OpenAI, a una in cui le capacità di OpenAI guidano e plasmano fondamentalmente la piattaforma di Expedia (per citare un colosso dei tanti). Ciò condurrebbe a una trasformazione radicale nell’architettura e nell’interfaccia del World Wide Web come lo conosciamo.

Passaggio da HTML a LLM

In questo futuro immaginato, la pratica convenzionale di navigare attraverso diversi siti web potrebbe diventare obsoleta. Gli utenti potrebbero interagire esclusivamente attraverso uno (o più) chatbot alimentato da IA. Questi bot, paralleli alle piattaforme multifunzionali come WeChat, sarebbero distinti nella loro tecnologia fondamentale, sfruttando le capacità dei grandi modelli di linguaggio (LLM) invece di strutture tradizionali basate su app.

Questo cambiamento rappresenta una transizione da un web informativo, dipendente da interfacce basate su HTML standard e strategie di ottimizzazione SEO, a un web generativo. Quest’ultimo sarebbe supportato dagli algoritmi sofisticati dei LLM e guidato da un nuovo paradigma di ricerca AI (SAI), segnando una significativa deviazione dalle metodologie consolidate di interazione web.

Proiettando questa traiettoria in avanti, Simone Puorto ipotizza che entro cinque anni, il paesaggio del web potrebbe evolversi in un’entità simile a Perplexity – un ecosistema interconnesso guidato dall’AI. Questa evoluzione marcherebbe una ridefinizione di come interagiamo con il mondo digitale, convergendo funzionalità specializzate in un’esperienza utente coesa. Un futuro in cui i confini tra le singole applicazioni si scoprono labili e puramente indicativi.

Interazione digitale basata sull’AI

La pratica di cercare attraverso una moltitudine di siti web e applicazioni è una convenzione nata dall’evoluzione digitale piuttosto che da una realtà immutabile. Tracciando la traiettoria storica, il paesaggio digitale si è plasmato con i siti, che sono stati poi indicizzati dai motori di ricerca. Ciò ha portato alla creazione di metamotori di ricerca, che a loro volta hanno indicizzato questi motori di ricerca. L’avvento della tecnologia mobile ha invece portato all’ideazione di applicazioni progettate per migliorare l’esperienza dell’utente, portando successivamente allo sviluppo di app store.

Oggi siamo in una meta-fase, secondo Puorto: la costruzione di piattaforme per aggregare altre piattaforme, che sono esse stesse aggregatori. Un bot alimentato da AI come aggregatore sembra un’evoluzione logica e necessaria del web, in questo contesto. Nell’ipotetico futuro, le distinzioni tra varie piattaforme sfumano, favorendo un coinvolgimento più integrato degli utenti con il mondo digitale. Gli utenti potrebbero accedere alle informazioni e ai servizi attraverso interfacce intuitive e conversazionali.

Questo potenziale spostamento verso gli assistenti AI come mezzo di interazione digitale potrebbe alterare significativamente il modo in cui accediamo, elaboriamo e utilizziamo le informazioni. Suggerisce un futuro in cui il consumo di informazioni e l’interazione digitale sono semplificati con i modelli cognitivi e conversazionali umani. Sebbene speculativo, tale quadro apre vie entusiasmanti per l’esplorazione e lo sviluppo della tecnologia, orientando potenzialmente verso un’esperienza digitale più integrata, efficiente e centrata sull’utente.

Voi cosa ne pensate? Avvertite la potenza rivoluzionaria dell’AI sul web o siete scettici?