Mobile-First: come un sito ottimizzato equivalga a maggiori entrate

leggi l’articolo completo...Parliamo spesso dell’importanza della velocità di caricamento di un sito, specialmente mobile, ma è la prima volta che possiamo valutare l’impatto economico di un sito lento.

Google ha recentemente pubblicato un nuovo strumento che aiuta le aziende a confrontare le prestazioni del proprio sito ufficiale in modalità mobile con quelle della concorrenza, potendo anche misurare l’impatto che la diminuzione dei tempi di caricamento può avere sul revenue. I risultati sono molto significativi.

Gli utenti sono sempre più esigenti e si aspettano che i siti web vengano caricati il più velocemente possibile, perciò quelli più lenti vedono registrare un inesorabile aumento della frequenza di rimbalzo e una diminuzione del tempo di permanenza sul sito, del numero medio di pagine per sessione e delle conversioni degli obiettivi. Lo strumento di Google nasce per mostrare come queste metriche abbiano poi un impatto reale sul business di un’impresa.

 

Il “long game” di Google

 

Lo sviluppo di un comparatore di velocità è solo l’ultima di una serie di iniziative di Google per la sensibilizzazione al tema mobile. Una delle prime attività è datata aprile 2015, quando Google ha aggiornato il poprio algoritmo per dare priorità nelle SERP ai siti web mobile friendly quando la query parte da un dispositivo portatile. Nel maggio dello stesso anno, Google nel suo blog ci ha tenuto a far notare come le ricerche via mobile avessero superato quelle desktop già in 10 Paesi, compresi Stati Uniti e Giappone.

Nel novembre 2016 sono invece iniziate le prime sperimentazioni di indicizzazione mobile-first, dove la versione mobile – ove presente – è considerata la principale ai fini della visualizzazione del sito nelle ricerche. I siti non ottimizzati per il mobile hanno visto un calo nel ranking, mentre i siti con un’esperienza davvero mobile-friendly hanno visto un leggero aumento del traffico indipendentemente dal dispositivo in cui è stata effettuata la ricerca. A partire da luglio di quest’anno, invece, la velocità di caricamento su dispositivi mobile sarà uno dei maggiori fattori di ranking di una pagina, esattamente com’è già ora per le ricerche desktop.

Perché questa smania per il mobile? Perché Google ha già visto il futuro, specialmente dei Paesi in via di sviluppo che non cresceranno mai tecnologicamente davanti a una tastiera ma di fronte allo schermo di un cellulare. Stiamo parlando di più di un miliardo di potenziali nuovi utenti che utilizzeranno esclusivamente reti cellulari per ricercare, comparare e acquistare online.

Per questo sta lottando, sia per sé sia per i suoi clienti, per un internet davvero mobile friendly, premiando i siti web che si preparano al presente e al futuro della navigazione online con siti davvero responsivi, dal caching intelligente e dai tempi di caricamento fulminei. Il nuovo strumento di comparazione velocità è stato ideato sostanzialmente per dire: «quando vi consiglio di ottimizzare il sito web, in realtà vi offro un modo per aumentare le entrate senza altri sforzi aggiuntivi».

 

Come funziona il comparatore di velocità

 

Lo strumento è diviso in due parti distinte; nella parte superiore è possibile confrontare il sito dell’hotel con la concorrenza per vedere se la sua velocità è comparabile o addirittura migliore degli altri.

Si tratterebbe in linea teorica di uno strumento agile e veloce per valutare al volo lo stato della propria struttura mobile rispetto alle OTA e ai maggiori competitor nel proprio mercato. Hilton Hotels, per esempio, ha bisogno probabilmente di lavorare di più sul sito italiano per assicurarsi livelli perlomeno comparabili ai portali.

Abbiamo scritto di “linea teorica” perché il numero di domini disponibili per il controllo è limitato al dataset di Google e non è calcolato in tempo reale; abbiamo fatto a fatica a trovare siti web di hotel indipendenti italiani la cui velocità fosse correttamente registrata.

Non si tratta però di un problema insormontabile: Google stessa offre un tool per l’analisi in tempo reale dei siti web da rete mobile che comprende, fra le altre cose, la velocità di caricamento delle pagine.

Per quanto si tratti di uno strumento fondamentale e propedeutico al resto, però, il pezzo forte per direttori e revenue manager è il calcolatore dell’impatto presente nella parte inferiore della pagina.

Qui vengono chiesti i dati relativi ai visitatori medi mensili, al valore medio di conversione e il tasso di conversione del sito web, oltre ovviamente all’attuale velocità di caricamento.

Sulla base di queste informazioni, Google fornisce una stima di quante entrate in più possono essere generate riducendo il tempo di caricamento delle pagine mobile su una scala fino a un minimo di 0,6 secondi.

Giocando con lo slide, è facile notare come più sia veloce il sito e maggiori siano le entrate prodotte dal sito ufficiale. La relazione fra tempo di velocità e aumento del revenue non è lineare, con le entrate che iniziano ad aumentare esponenzialmente avvicinandosi agli 0,6 secondi.

Si tratta di un minimo praticamente impossibile da ottenere, ma lavorare all’ottimizzazione mobile per assicurarsi entrate così significative dovrebbe essere praticamente un obbligo.

Anche ponendo la crescita del revenue calcolata da Google irrealistica, la riduzione dei tempi di caricamento della pagina influisce positivamente su tante altre metriche fondamentali alla buona salute del sito ufficiale. Oltre alla frequenza di rimbalzo più bassa e all’aumento del tempo medio di permanenza sul sito, ne gioverà anche la posizione delle pagine sui risultati di ricerca organici: è stato dimostrato attraverso test indipendenti che le prime posizioni nei risultati di ricerca organica hanno in genere tassi di rimbalzo più bassi della media e un tempo superiore alla media speso sulla pagina.