Quali sono le città più smart d’Italia? Ecco le fantastiche 4 del turismo digitale

leggi l’articolo completo...Se come destinazione Italia siamo ancora lontani dal grado di maturità digitale dimostrato dall’Australia, dall’Inghilterra o dalla Spagna, ci sono città Italiane a cui l’arretratezza (web) del resto del Paese inizia ad andare stretta.

Lo Smart Culture&Travel Report 2014 appena pubblicato da Between rivela che sono 4 le città che potrebbero fare da apripista per il processo di rivoluzione digitale di cui l’Italia ha tanto bisogno a livello turistico e culturale.

L’analisi è un’anticipazione del più ampio Smart City Index, ranking dei Comuni italiani realizzato in base alla “smartness” digitale dimostrata in vari ambiti (mobilità, scuola, sanità, sviluppo sostenibile, ecc.).

Dunque un benchmark utile al Paese per capire a che punto si è e dove si può andare in tema di digitale.

Le Fantastiche Quattro

Roma, Bologna, Torino e Firenze sono in testa alla classifica. Seguono a ruota Rimini, Ferrara, Ravenna, Bolzano e Bergamo.

Sono considerate più smart perché più aperte all’uso dei nuovi mezzi digitali per migliorare la vita del cittadino e l’esperienza del turista. In questo caso gli ambiti indagati per capire il livello di “smartness” delle città sono stati tre:

  • La capacità di vendersi e promuoversi sul web
  • Uso dei social network per segmentare e intercettare clienti
  • Creazione di Applicazioni mobili per fornire servizi in mobilità

Roma risulta prima in classifica in quanto possiede “un sistema di portali tematici che permette di informarsi e prenotare alberghi e monumenti, un sistema bibliotecario all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e dei servizi all’utenza via web e app.”

Manca invece nella Top Ten Milano, che – sebbene vicina all’Expo – rimane ferma al 49° posto.

I punti deboli dei Comuni italiani

Dal report, oltre alla classifica, emergono con forza le lacune più evidenti di cui soffrono le nostre città dal punto di vista digitale. Cosa che si riflette nella scarsissima fruibilità dei servizi online e che conferma la quasi totale incapacità di dare vita a progetti web finalizzati alla vendita.

  • Solo il 14% dei Comuni prevede la prenotazione online di hotel. L’offerta ricettiva viene per lo più delegata alle iniziative delle singole strutture o dei portali di destinazione, ancora non troppo diffusi.
  • Solo 4 Comuni su 117 offrono l’acquisto digitale di biglietti per punti di interesse (musei, monumenti, ecc.)
  • 36 Comuni offrono una card unica per agevolare l’accesso ai servizi della città

Se analizziamo in dettaglio la presenza di siti ufficiali e servizi mobile, vediamo che:

  • Tutti i Comuni analizzati possiedono un sito ufficiale (anche se niente si dice riguardo alla qualità e alla fruibilità di questi siti)
  • Il 46% ha un portale specifico per il turismo
  • Il 17% ha un portale per la cultura
  • Meno di un Comune su 10 ha una app specifica per il turismo e la cultura

Dato significativo positivo: si registra un 40% di applicazioni in fase sperimentale per sfruttare la realtà aumentata.

I Comuni più a loro agio con i Social

Un dato interessante è che nonostante i nostri Comuni non dimostrino ancora una piena apertura al web, si sentano più a loro agio con i social media:

  • Il 61% ha almeno un canale ufficiale su Facebook, Twitter o Youtube
  • Solo in 34 sono dotati di un canale per tutti e tre i social

Certo, anche in questo caso, si parla solo di numeri, mentre non viene analizzata la qualità dell’engagement dimostrata dal Comune.

Come era facile immaginare, Valle d’Aosta, Friuli ed Emilia-Romagna sono le regioni con tasso di adozione più elevato di social.

Lontani dal Piano Strategico 2020

Il Piano Strategico Turismo Italia 2020, pubblicato dal ministero del Turismo nel gennaio 2013, individua la necessità che il sistema turistico italiano potenzi l’utilizzo delle nuove tecnologie. Allo stesso modo il patrimonio culturale, può essere ampiamente valorizzato attraverso le nuove tecnologie.”

Tutti buoni propositi, ma resta irrisolta una domanda centrale: come può un Paese che ancora non sa o non ha scelto come comunicarsi tale riuscire a trasferire le giuste direttive e strategie alle aree territoriali?

Dice bene il report quando puntualizza che: “Il processo di innovazione non deve essere condotto in modo disomogeneo e poco coordinato, soprattutto in quest’area tematica, dove è assolutamente necessario che i territori facciano sistema tra di loro e con gli altri livelli istituzionali (Province, Regioni, Governo).”

Peccato che a un anno di distanza dal nostro articolo Turismo Italia: in bilico tra crescita locale e stagnazione nazionale, le cose non sembrano essere cambiate molto.

 

Per scaricare lo Smart Culture&Travel Report 2014 consultate il sito ufficiale di Between