TripAdvisor nel mirino delle Autorità del settore Pubblicitario: in dubbio il suo slogan

leggi l’articolo completo...Come ricorderete nel novembre dell’anno scorso l’azienda inglese Kwikchex, per tutelare i propri clienti, aveva dichiarato di voler intraprendere un’azione legale contro TripAdvisor per la sua mancanza di gestione delle recensioni diffamatorie.

L’azienda non si è limitata alle minacce: dopo aver denunciato TripAdvisor alla Federal Trade Commission, in agosto ha consegnato con un report contenente migliaia di recensioni diffamatorie irregolari all’ASA (Advertising Standards Authority), ovvero l’Autorità in materia di Pubblicità, che ha già avviato un’indagine per capire se le dichiarazioni di autenticità e affidabilità delle proprie recensioni da parte di TripAdvisor siano effettivamente realistiche.

La Kwikchex ha fatto due denunce specifiche all’ASA:

  1. TripAdvisor ha violato il codice imposto dal CAP (Committee of Advertising Practice), usando testimonianze non verificicabili nelle proprie pubblicità
  2. TripAdvisor ha tratto in inganno gli utenti dichiarando di pubblicare recensioni imparziali da parte di reali viaggiatori.

Dov’è finito lo slogan “Get the Truth. Then go.”?

L’ASA non si occuperà di controllare le recensioni, ma potrà valutare le attività di comunicazione del sito per verificare se le affermazioni riguardanti “recensioni imparziali e genuine da viaggiatori veri” sono coerenti con la sua attività e con la realtà dei fatti.

Non è una cosa da poco: in pratica si è messo il dubbio la Value Proposition, il mantra di TripAdvisor, che ha sempre fondato la propria immagine sull’offerta di recensioni veritiere per conoscere davvero una struttura al di là di quello che recitano le sue brochure patinate.

In effetti già adesso non campeggia più sotto il logo in alto a sinistra il classico slogan “Get the Truth. Then Go.” (“Trova la verità. E vai.”), sia in italiano che in diverse altre lingue. Anzi a ben guardare, sembra che il sito abbai rimosso tutte le dichiarazioni relative a veridicità o autenticità, avvalendosi adesso come USP della sua community, che resta la più vasta e la più seguita al mondo in ambito Travel.

Difatti nella versione italiana, sotto il logo vediamo adesso riportata la scritta (meno efficace ma altrettanto meno soggetta a critiche) “Il sito con i consigli di viaggio più seguiti nel mondo”.

Probabilmente TripAdvisor ha colto l’occasione del restyling del sito effettuato qualche settimana fa per cercare di “correggere” la propria immagine e non lasciare spazio ad ulteriori accuse in merito alla veridicità delle recensioni.

Troppi dati dicono che TripAdvisor non controlla le recensioni

Da quando ha dato il via alla sua crociata, la Kwikchex ha ricevuto più di 3.000 richieste di assistenza relativamente a TripAdvisor: Chris Emmins, co-fondatore della società, ha dichiarato che l’enorme quantità di commenti diffamatori trovati e catalogati, dimostra che TripAdvisor ha contravvenuto alle sue stesse linee guida, che prevedono un monitoraggio prima della pubblicazione e la tolleranza zero sulle recensioni fraudolente.

Diverse avrebbero contenuti razzisti, linguaggio offensivo, riferimenti a droghe e prostituzione.

“O le loro affermazioni di monitoraggio efficace sono false, oppure tollerano questi comportamenti – aggiunge Emmins – TripAdvisor non autentica le recensioni, non verifica neanche se chi ha postato sia un fruitore dell’attività che ha recensito.”

TripAdvisor, per tutta risposta, ha dichiarato: “Crediamo che la legittimazione delle nostre recensioni da parte dei viaggiatori sia uno dei motivi chiave grazie al quale  godiamo di tanta fedeltà da parte degli utenti e di una tale crescita.”

Certo, se davvero le autorità mettessero in dubbio l’attendibilità di TripAdvisor, sicuramente l’immagine del sito non ne trarrebbe giovamento, neanche di fronte alla sua community. Molto probabilmente adesso che si stanno muovendo, il sito dovrà cercare di venire incontro alle legittime richieste degli albergatori che da sempre chiedono, inascoltati, almeno la rimozione di commenti palesemente falsi o addirittura offensivi.

Fonte dei dati: Kwikchex, Tnooz