L’impatto del Covid sull’industria turistica nel 2021

L'impatto del Covid sui viaggi nel 2021

Siamo ormai arrivati alla fine di un altro anno caratterizzato dalla presenza del Covid. Facciamo quindi il punto su come il virus ha impattato sul settore turistico in questo 2021, basandoci su una recente analisi realizzata da Skift.


Così come il 2020, anche il 2021 è stato un anno particolarmente impegnativo per il comparto travel. Ci sono stati momenti in cui la situazione sembrava essere in ripresa, soprattutto dopo i grandi numeri della stagione estiva, fino ad arrivare ad un rapido declino con il diffondersi della variante Omicron e il successivo aumento di contagi.

Per ricapitolare l’anno, Skift ha messo insieme una serie di grafici che spiegano come l’industria dei viaggi ha risposto alla pandemia di Covid. Analizziamo insieme i dati.

 

Ripresa sì ma solo per alcuni

 

Secondo l’analisi , i segnali di ripresa ci sono stati, ma non in maniera uniforme. Gli ultimi dati raccolti a novembre 2021 mostrano le Americhe vicine al pieno recupero, mentre l’Asia Pacifica indugia intorno al 50% dei livelli di performance pre-pandemia.

 

L’anno del turismo domestico

 

Il turismo domestico sembra essere in forte ripresa, a discapito dei viaggi internazionali. Nonostante la vaccinazione massiva e l’introduzione di strumenti come il Green Pass, i vacanzieri sembrano ancora restii a spostarsi all’estero, preferendo rimanere entro i confini nazionali. I viaggi transfrontalieri sono perfino calati ulteriormente rispetto ai livelli del 2020.

Sempre secondo le stime di Skift, nel 2022 si assisterà a piccoli segnali di ripresa con il primo aumento annuale dei viaggi internazionali dall’inizio della pandemia. Tuttavia, per tornare alla situazione pre-Covid dovremo aspettare fino al 2024.

 

Hotel vs case vacanza

 

In generale, la pandemia sembra aver fatto emergere gli affitti brevi e le case vacanza. In alcuni casi, infatti, la paura del contagio ha portato i travelers a preferire il contesto più intimo di un appartamento o una casa in affitto, rispetto a una camera d’albergo.

Negli Stati Uniti, per esempio, gli affitti nelle zone costiere hanno registrato risultati eccezionali mai visti prima: basti pensare che i livelli di occupazione delle case vacanza sono stati superiori persino a quelli del 2019 per gran parte dell’anno.

Ciononostante, gli hotel stanno piano piano recuperando. L’analisi dei dati del Recovery Index di Skift mostra che nei primi otto mesi del 2021 le prenotazioni alberghiere hanno superato quelle delle case vacanza in 20 delle maggiori economie turistiche del mondo.

 

Ota vs prenotazioni dirette

 

Anche le abitudini di prenotazione sono cambiate. Dopo un primo momento di incertezza sui viaggi che ha visto in testa le prenotazioni dirette, le OTA hanno ripreso campo.

Normalmente, le agenzie di viaggio online risultano essere vincenti in una fase di ripresa, quando la domanda è ancora debole. Tuttavia, la situazione in questo caso potrebbe essere diversa: molti viaggiatori hanno aumentato i loro risparmi durante il lockdown e sembrano propensi a investirli maggiormente in prenotazioni dirette.

Skift prevede che le entrate delle imprese di distribuzione digitale dei viaggi, che includono OTA, metasearch e sistemi di distribuzione globale (GDS) cresceranno del 50% sia nel 2021 che nel 2022.

 

Attenzione alla sostenibilità

 

Un altro aspetto che sta emergendo nell’ultimo periodo è l’interesse verso la sostenibilità. Ci si preoccupa sempre di più dell’impatto che il viaggio ha sull’ambiente circostante e sulle comunità locali.
Proprio per incoraggiare questo trend, Google quest’anno ha deciso di premiare le strutture maggiormente sostenibili con un badge e dando loro maggiore rilevanza nei risultati di ricerca.

Nonostante tutte le difficoltà collegate alla pandemia, i vacanzieri non hanno perso completamente la fiducia. Le disdette dell’ultimo minuto sono molte, ma è altrettanto forte la voglia di tornare a viaggiare non appena le condizioni lo renderanno possibile.