Le prime conseguenze del conflitto Russia-Ucraina sul settore travel

Conseguenze del conflitto sul comparto turistico
La guerra in Ucraina è iniziata da circa una settimana e già sono visibili i primi effetti sull’industria turistica.

Dopo quasi due anni di crisi a causa della pandemia, alcuni segnali di crescita a inizio 2022 sembravano prospettare un principio di ripresa. Tuttavia, lo scoppiare del conflitto tra Russia e Ucraina ha portato nuove incertezze sul futuro immediato del travel, che potrebbe subire ulteriori scossoni dovuti al botta e risposta tra il mondo occidentale e il Cremlino.

La scorsa settimana, a poche ore dall’inizio della guerra, avevamo pubblicato una prima analisi a caldo sulle possibili conseguenze di questa crisi. Andiamo ora a vedere cosa è stato possibile riscontrare in concreto nei giorni scorsi.

 

Chiusura di spazi aerei e cambi di rotta

 

La prima sanzione che ha avuto impatto sul mondo del turismo è stata la chiusura degli spazi aerei alle compagnie russe da parte di Unione Europea, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. Come prevedibile, Mosca ha quasi immediatamente risposto con una misura analoga nei confronti di 36 Paesi, compresa l’Italia.

L’interruzione del traffico aereo tra Europa e Russia equivale a 221 rotte in meno in una sola settimana e l’eliminazione di ben 400 mila posti volo. Senza considerare le conseguenze per tutte le compagnie impegnate nei collegamenti intercontinentali: come riporta TTG, rivedere le traiettorie bypassando i cieli della Russia risulterebbe particolarmente complesso se non addirittura impossibile e comporterebbe un notevole aumento dei costi.

 

La reazione degli operatori del settore

 

Nel frattempo, alcuni operatori del settore come Expedia Group e Booking.com hanno deciso di fare la loro parte nell’imposizione di sanzioni economiche.

In un articolo del 2 marzo, Skift riporta che Expedia ha deciso di interrompere la vendita dei propri servizi di viaggio alla Russia. Non solo i russi non potranno più accedere all’intera offerta del Gruppo, ma non sarà possibile neppure per tutto il resto dei viaggiatori prenotare un soggiorno in Russia.

Dal canto suo, Booking.com ha deciso di sospendere le proprie attività e i propri servizi in Russia e Bielorussia. A questo proposito, il CEO Glenn Fogel ha affermato: “Siamo profondamente preoccupati per la guerra devastante che si sta svolgendo in Ucraina e siamo al fianco di tutti coloro che stanno soffrendo. Ogni giorno che passa, l’urgenza di questa crisi si intensifica, così come la complessità del fare affari in Russia. A causa di queste crescenti complessità, comprese le significative restrizioni imposte dalle sanzioni di diversi paesi, stiamo sospendendo i servizi di viaggio in Russia e Bielorussia.

Particolare è il caso di TUI, il grande tour operator tedesco, il cui azionista principale risulta essere Alexey Mordashov, un oligarca russo pro-Putin. A quanto si legge in questi giorni, L’UE starebbe progettando sanzioni economiche nei confronti dell’imprenditore, misure che però – secondo il CEO del Gruppo Fritz Joussen – non dovrebbero avere ripercussioni negative durature sull’azienda.

 

Timore in alcuni viaggiatori

 

Arriviamo infine alla reazione dei viaggiatori. Un’analisi di Pambianco Hotellerie mostra come il clima di tensione che si respira in questi giorni avrebbe già portato a una disdetta di prenotazioni alberghiere, soprattutto da parte di travelers americani. Questi ultimi, infatti, avrebbero timore a viaggiare verso l’Europa, perché troppo vicina geograficamente alle zone del conflitto.

Il turismo russo, invece, è dato ormai come perso. Secondo Assoturismo Confesercenti, la Pasqua Ortodossa – che è solita generare in Italia 175 mila pernottamenti di turisti russi e quasi 20 milioni di euro di fatturato per le attività ricettive – quest’anno sarebbe a rischio. La svalutazione del rublo potrebbe poi rendere inaccessibile ai più un viaggio internazionale.

Il conflitto è tutt’ora in corso ed è quindi presto per poter trarre conclusioni che riguardino un periodo a lungo termine. Quel che è certo è che per il turismo si prospetta un ulteriore periodo complesso, pieno di difficoltà da affrontare, ma ancora ignote.