Ripartenza, le manovre del turismo italiano

leggi l’articolo completo...Arriva il bilancio definitivo. Nel 2021 il giro di affari del turismo italiano ha totalizzato una perdita del 15%/20%. Oggi, oltre alla pandemia, anche il caro energia e il conflitto fra Russia ed Ucraina gravano sulla ripresa del turismo italiano. 

 


Quali sono le mete che più hanno sofferto l’anno scorso? Quali strategie stanno mettendo in campo gli hotel per ripartire? Facciamo il punto, partendo da un articolo de Il Sole 24 Ore.

 

2021, le destinazioni più colpite

 

La fotografia del 2021 parla chiaro. Seppur in miglioramento rispetto al 2020, cifre e numeri raccontano di una filiera del turismo lontana dai livelli del 2019. Nonostante le previsioni positive di inizio anno, bisognerà attendere oltre il 2022 per tornare agli standard del settore del pre-pandemia.    

Alcune località, più di altre, hanno sofferto gli effetti del covid-19. Secondo quanto riportato in un’indagine di AlbergatorePro, le più colpite sono state le città italiane con più di 250mila abitanti. Queste, nel 2019, avevano raccolto circa un quinto delle presenze turistiche su tutto il territorio nazionale. Nel 2021 la domanda è crollata del –71%, seppur in leggero rialzo (+3%) rispetto al 2020.  

Non è andata meglio alle destinazioni di montagna, che registrano un –42.1% rispetto al 2019. Anche i piccoli comuni a vocazione artistica, culturale e paesaggistica hanno registrato una flessione del 35%. 

Chiudono il conto le località situate in prossimità di laghi e sul mare, le cui perdite sono state, rispettivamente, del –22% e –25%. 

 

Le nuove tendenze di clienti ed albergatori

 

1 viaggiatore su 3 ha alzato la cornetta del telefono per prenotare un soggiorno in hotel. Il dato riferisce una più ampia tendenza dei clienti, volenterosi di prendere contatto diretto con la struttura prima di finalizzare la prenotazione. 

Non solo. Il cambiamento nelle abitudini dei viaggiatori ha ridimensionato anche il periodo della “booking window”, passata da una media di 54 giorni del 2019 ai 37 del 2021. Contestualmente, anche le prenotazioni last minute e last second registrano un notevole incremento. A questo proposito, basta pensare che, nel caso delle città d’arte, queste prenotazioni coprono adesso il 30% del totale. 

Dal canto loro, gli albergatori hanno aumentato i prezzi delle tariffe. Dormire in hotel, nei periodi di alta stagione, significa confrontarsi con rincari che toccano punte del 100% rispetto al 2019. L’incremento medio del prezzo tra tariffa di partenza e prezzo massimo applicato si attesta, in media, al 28%. 

 

Buone notizie dal turismo americano

 

Senza il turismo alto spendente proveniente dalla Russia, sono gli americani a infondere fiducia nel mondo dell’ospitalità italiano. 

Durante la manifestazione Duco Travel Summit –evento internazionale dedicato al turismo di lusso tenutosi recentemente a Firenze- Giorgio Palmucci, presidente Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), ha dichiarato: “Il settore del lusso dovrebbe essere il primo a ripartire. Esperienze personalizzate e ricche di ogni possibile comfort fanno sì che il luxury travel avrà un’impennata, anche per le nuove tendenze dettate dalla pandemia e saranno l’incentivo per richiamare nuovamente i viaggiatori big spender.” 

La speranza per il mondo del travel italiano è che il conflitto fra Russia e Ucraina non scoraggi i viaggiatori americani, alcuni dei quali hanno già cancellato le prenotazioni a causa della guerra.   

Continuate a seguirci per restare aggiornati sui flussi turistici internazionali diretti verso l’Italia.