Tripadvisor in tribunale: la Kwikchex stila una lista di utenti “sospetti”

leggi l’articolo completo...Come abbiamo già sottolineato in tanti precedenti articoli, la disputa tra gli albergatori e i gli utenti di TripAdvisor sta diventando sempre più critica. Gli hotel infatti continuano a lamentarsi per i danni, a volte anche elevati, causati dalle recensioni di TripAdvisor alla loro reputazione online.

Già in Italia un gruppo di albergatori, assieme a Codacons e Comitas, ha denunciato all’Antitrust la società, volta a contrastare il problema delle false recensioni e delle diffamazioni (vedi articolo TripAdvisor: gli albergatori italiani si uniscono per combattere recensioni false e diffamazioni).

Anche all’estero siamo arrivati ai ferri corti: in un recente articolo online il giornale inglese Telegraph ha rivelato che la Kwikchex, azienda che gestisce le recensioni online di più di 800 hotel e ristoranti, presto intraprenderà un’azione legale. Il prossimo mese infatti pubblicherà una lista con migliaia di utenti “sospettati” di scrivere online false review sulle strutture ricettive.
D’altronde TA ha affermato di non essere responsabile e di non poter rilasciare e pubblicare i dati personali dei suoi recensori sospettati, se non richiesto da un tribunale di diritto.

Si spera così di mettere fine alle recensioni false, ma anche a quelle che utilizzano termini potenzialmente diffamatori e altamente offensivi, nei confronti dell’albergatore e del suo staff, come “razzista, pervertito o omofobo”.
 

L’azione legale condotta dalla Kwikchex

Come ha affermato Chris Emmins dell’azienda Kwikchex: “Le persone che pubblicano online commenti “anonimi e diffamatori” possono seriamente danneggiare la reputazione della struttura alberghiera e degli individui che ci lavorano, ma grazie all’azione legale che stiamo concretizzando arriveranno sicuramente a comprendere che non solo possono essere chiamati in giudizio per diffamazione, ma anche perseguiti penalmente”.

I siti web, tra cui TripAdvisor, una volta che l’azienda avrà pubblicato la lista degli utenti sospettati, dovranno avvisare i propri iscritti “indagati” di essere presenti nella lista in oggetto.
Chi ha pubblicato online un commento ritenuto fraudolento ha 14 giorni per rimuoverlo, altrimenti verrà citato legalmente.

L’utente “indagato” dovrebbe seguire le seguenti indicazioni:

  • Rimuovere dal sito web il commento diffamatorio, entro i 14 giorni previsti dalla legge.
  • Se l’utente si rifiuterà di rimuove il commento, allora dovrà illustrare a TripAdvisor il motivo della mancata rimozione e dimostrare di essere stato un ospite “reale” della struttura alberghiera recensita.
  • Nel caso in cui il commento fraudolento non venga eliminato e motivato, il tribunale richiederà alla casa editrice del sito web di rilasciare tutte le informazioni riguardanti l’identità dell’utente in questione.
    Solo così la struttura alberghiera potrà intervenire, citando in causa il recensore in questione. È da sottolineare che in tal caso TripAdvisor avrà la piena responsabilità per aver pubblicato i post fraudolenti.

 

Nonostante le polemiche, Tripadvisor continua a crescere

Ricordiamoci che TripAdvisor, anche se rimane il sito di recensioni più criticato per la presenza di false hotel review, oggi rappresenta il maggiore sito turistico in grado di influenzare realmente la scelta di un potenziale cliente nel processo di prenotazione di un hotel.
Di fatto è arrivato a ricevere oltre 25 commenti al minuto.

Adam Medros, un vice presidente di TripAdvisor, ha affermato che nonostante le polemiche questo rimane l’unico sito in cui gli hotel hanno la possibilità di rispondere agli utenti: e in effetti sono sempre di più gli albergatori che rispondono pubblicamente alle recensioni false, per cercare di limitare i danni provocati alla loro attività.

Il problema è che spesso gli utenti sono tutelati a discapito degli albergatori. Graham Stephenson, il proprietario del Cheviot Holiday Cottages, nonostante abbia evidenziato a TripAdvisor l’inattendibilità di una recensione sulla sua struttura alberghiera, dovuta al fatto che nel periodo recensito era chiusa per ferie, non ha ottenuto l’eliminazione della review. Di conseguenza l’albergatore ha pensato di commentare il post in questione, cercando così di affermare che il contenuto non era veritiero. D’altronde, ormai il danno era già stato fatto.

È chiaro che Tripadvisor, oltre alla risoluzione del problema dell’anonimato, dovrà attivarsi per avere un maggior controllo sull’autenticità delle recensioni, prima che siano pubblicate online.
Non sarà sicuramente una cosa facile, ma è ovvio che TripAdvisor ha il dovere di fare qualcosa, altrimenti i commenti perderanno credibilità per gli utenti e continueranno a suscitare fiumi di lamentele e di conflitti con gli albergatori.