Come cambierà il turismo d’affari nell’era post-Covid?

Come si configurerà il turismo business post-covid?

Il turismo d’affari è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia di Covid-19. Il 2020, seppur iniziato in positivo, ha visto un crollo della spesa globale di oltre il 50%, per un totale di 694 miliardi di dollari.

Conferenze, business meeting e convention si sono spostati su piattaforme come Zoom, Skype o Google Meet, una pratica che non solo ha permesso lo svolgersi di eventi aziendali in totale sicurezza, ma ha anche messo in luce i relativi vantaggi economici.

Date queste premesse, nel suo recente articolo, Worth ci propone un interessante quesito: come sarà il turismo d’affari nell’era post-covid? Tornerà in presenza o la modalità a distanza, recentemente scoperta, sarà la nuova protagonista assoluta?


I viaggi business sono un motore importante per l’economia: uno studio effettuato da Oxford Economics ha rivelato che per ogni dollaro speso in viaggi d’affari si generano 12,50 dollari di entrate supplementari. Del resto, i viaggi business vanno a beneficio di molti attori del comparto turistico: dall’industria alberghiera al settore MICE, per non parlare delle compagnie aeree che contano sui business travelers perché questi spesso comprano i biglietti all’ultimo momento, pagando anche cifre molto alte.

I viaggi d’affari si configurano quindi come un elemento a cui difficilmente il settore travel può rinunciare. Tuttavia, bisogna fare i conti con il fatto che l’entusiasmo del ritorno alla normalità ancora non è stato abbracciato pienamente da tutti.

Secondo Scott Gillespie, fondatore del servizio di consulenza travel tClara, nel futuro post-Covid ci saranno “meno viaggi e viaggiatori, ma più qualità”. In pratica, quello che l’esperto americano prevede è che i reparti amministrativi delle varie aziende approveranno solo i viaggi ritenuti indispensabili, spostando tutto il resto sui canali online.

 

Cosa ne pensano i lavoratori

 

Nell’articolo di Worth vengono intervistati una serie di lavoratori che, prima della pandemia, erano abituati a spostarsi frequentemente per viaggi business.

Molti di loro si sono resi conto che la maggior parte dei viaggi effettuati in passato non fossero poi così necessari e che, grazie alla tecnologia che abbiamo a disposizione, possono essere tranquillamente sostituiti da incontri virtuali.

C’è anche chi è arrivato a preferire questa nuova forma di confronto, che avviene all’interno della propria “comfort zone” piuttosto che in una sala gremita di persone. Hedieh Fakhriyazdi, dirigente di uno studio legale di New York, dice: “Il mio lavoro è cambiato drasticamente nell’ultimo anno, ma direi in meglio per lo più. I viaggi business sono diventati meno necessari grazie a piattaforme come Zoom. In alcuni casi, il networking virtuale può essere meno ansiogeno per gli introversi. Sicuramente incontrare qualcuno per la prima volta su Zoom, dalla comodità di casa tua, aiuta a smorzare la tensione iniziale”.

L’aver imparato ad utilizzare e apprezzare le nuove tecnologie, quindi, fa pensare che non si tornerà più a spostarsi con la stessa frequenza di prima, ma si raggiungerà un nuovo equilibrio tra l’online e gli incontri in presenza. Come afferma Kent Watkins, manager di una società di consulenza a Washington: “Non credo che sia giusto giudicare i due estremi del viaggio pre e post-pandemia come un’unica risposta giusta. Emergerà una nuova via di mezzo”.

 

Aumento del turismo bleisure e maggiore sostenibilità

 

Rispetto a una combinazione dei viaggi di lavoro con quelli di piacere, l’opinione degli intervistati si è divisa.

Da una parte c’è chi preferisce mantenere separati  i due ambiti, dall’altra però in molti si sono dichiarati aperti a concentrare dovere e piacere in un unico viaggio.

Del resto, anche in Italia la dimensione dell’holiday working sembra aver preso piede in maniera abbastanza definitiva. Se fino a prima della pandemia la sfera privata e lavorativa sembravano impossibili da conciliare, oggi il turismo bleisure è diventato una realtà molto diffusa.

I benefici sono infatti riscontrabili sia a livello economico, sia a livello di impatto ambientale. Un numero sempre più grande di travelers, infatti, tiene in considerazione il rispetto per l’ambiente e la riduzione delle emissioni di carbonio quando pianifica i propri viaggi, scegliendo opzioni maggiormente sostenibili. Un esempio è la preferenza del treno rispetto all’aereo, inizialmente legata soltanto a una percezione di maggiore sicurezza in tempo di pandemia, ma ora individuata come soluzione più green.

La questione è ancora pienamente in evoluzione, in quanto sta iniziando solo ora la vera e propria fase post-Covid. Ci sono ancora molti interrogativi a cui rispondere e nuove abitudini da consolidare. Quello che è certo è che la pandemia ci ha messo di fronte alla necessità di utilizzare nuove tecnologie che, molto probabilmente, rimarranno stabilmente nella nostra vita quotidiana.

E voi cosa pensate al riguardo? Il business travel sarà sostituito dalle conferenze su Zoom oppure continueremo a viaggiare per lavoro?