Turismo e vaccino: le strategie di ripartenza a livello globale

La vaccinazione si rivela un elemento fondamentale per la ripartenza del turismo in Italia e all’estero.

Chi sarà vaccinato entro l’estate 2021 avrà probabilmente una maggiore libertà di movimento, anche grazie alla presenza di un passaporto vaccinale o un documento simile che ne attesterà l’immunità.

Proprio per questo motivo, sono molti i Paesi che si sono posti l’obiettivo di terminare la campagna vaccinale entro la stagione estiva, aprendo così le loro porte ad altri turisti che abbiano ottenuto l’immunizzazione da Covid-19.

È ormai noto che i turisti italiani, così come quelli stranieri, sono impazienti di tornare a viaggiare e scoprire nuove destinazioni, ma non tutti possono essere sicuri di ricevere il vaccino entro l’estate. Ecco perché in alcune parti del mondo si è deciso di sfruttare questo elemento a proprio favore, creando un vero e proprio turismo vaccinale, ovvero offrendo pacchetti viaggio che includono l’inoculazione del vaccino.

 

Quali sono i Paesi che offrono turismo vaccinale

 

Alcuni Paesi hanno già iniziato a vaccinare i turisti in arrivo, per altri è solo un’idea ancora da mettere in pratica. In molti casi si sta configurando però come una proposta “di nicchia”, riservata a coloro che dispongono di un budget molto alto o che si trovano già nel Paese di destinazione.

Ad ogni modo, le iniziative che vanno in questa direzione sono in aumento e vale la pena quindi analizzarle, per capire se possono diventare una strategia modello per la ripartenza globale.

Vediamo ora i singoli casi dei Paesi che stanno mettendo in pratica questo nuovo tipo di turismo.

 

Stati Uniti

Come riportato da Sky Tg24, negli Stati Uniti sono Alaska e Texas a offrire la vaccinazione ai turisti stranieri.
Il governatore dell’Alaska ha annunciato che, a partire dal 1° giugno 2021, i viaggiatori in arrivo potranno vaccinarsi con Pfizer o Moderna presso i principali aeroporti.
Il Texas, dal canto suo, consente ai turisti di ricevere il vaccino in varie cliniche delle città, mettendosi in fila insieme ai residenti. Si stima che una vacanza vaccinale in Texas possa arrivare a costare fino a 40 mila dollari, comprensivi anche di trasporto aereo.

 

Paesi tropicali

Anche numerose destinazioni esotiche e tropicali stanno incentivando la ripresa del turismo con la promessa del vaccino.

Un esempio lampante sono le Maldive, che si sono proposte di vaccinare i turisti in arrivo, una volta che la propria popolazione locale abbia ricevuto l’immunizzazione. Tuttavia, ancora non si sa se questo servizio sarà a pagamento o incluso in un pacchetto.

I Caraibi non sono da meno: le isole Barbados vaccineranno gratuitamente i propri visitatori a partire da maggio, dando precedenza comunque a chi si trova sull’isola da almeno un anno. Le Isole Vergini americane sono ancora più avanti: hanno già cominciato a somministrare il vaccino a tutti i viaggiatori in arrivo con più di 16 anni.

Per quanto riguarda le Mauritius, invece, il governo ha deciso di inoculare con il vaccino AstraZeneca solo ai turisti con più di 18 anni e in possesso del visto “Premium”, ovvero quello che permette di soggiornare nel Paese fino a 12 mesi.

 

Europa

In Europa il primo Paese che ha deciso di sfruttare questo tipo di strategia è la Russia. Molte agenzie viaggi, infatti, propongono dei pacchetti che includono la somministrazione del vaccino Sputnik.
Il soggiorno previsto ha durata di 22 giorni, il tempo necessario per ricevere entrambe le dosi per l’immunizzazione. In alternativa, si può optare per due mini viaggi, uno per la prima dose e un altro per la seconda.

Un’altra destinazione che somministra lo Sputnik ai turisti in arrivo è la Repubblica di San Marino. In questo caso, il pacchetto include un soggiorno di almeno tre notti per poter ricevere la prima dose e un successivo viaggio, sempre di tre giorni, per il richiamo.

Tuttavia, questo tipo di provvedimento non è valido per i cittadini dell’Unione Europea, in quanto lo Sputnik non è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA).

 

E l’Italia cosa pensa di questa strategia?

 

In Italia questo tipo di soggiorno turistico con vaccino incluso non sembrerebbe un’opzione valida, anche perché la campagna vaccinale tra la popolazione locale non si è ancora conclusa.

I lavoratori del settore turistico stanno domandando a gran voce di accelerare i tempi, in modo da poter sfruttare al massimo la stagione estiva per riprendersi dalle perdite dell’anno passato.

A questo proposito, a fine gennaio 2021, le organizzazioni datoriali e sindacali delle imprese turistiche hanno sottoscritto un accordo con le autorità competenti per richiedere l’accesso tempestivo al programma vaccinale anti Covid-19 per i lavoratori del settore.

D’altro canto Sardegna e Sicilia, che in estate vivono prevalentemente di turismo, si dicono pronte ad acquistare dosi di vaccino anche a proprie spese, per poter vaccinare la propria popolazione in massa e far ripartire in sicurezza l’imminente stagione turistica.

Anche la Regione Campania annuncia un piano vaccinazione dedicato alle Isole, che si va a sommare alla proposta dell’Ancim (Associazione nazionale delle isole minori) riguardante per l’appunto la creazione di pacchetti vacanze con somministrazione del vaccino. Questi pacchetti sarebbero destinati a tutti i connazionali che decideranno di trascorrere le proprie vacanze nelle Isole, promuovendo così il turismo domestico. Tuttavia, al momento, rimane solo un’idea.

 

In conclusione, è ancora presto per poter valutare l’efficacia del turismo vaccinale e per capire se può diventare una strategia di ripartenza. Al momento, ci sono stati alcuni casi in cui sembra funzionare bene, altri in cui si è deciso di sospendere questa pratica per mancanza di dosi sufficienti.
Non resta che aspettare e vedere come si svilupperà questa tendenza nel corso dell’estate e se avrà successo tra i turisti.