Airbnb sigla un accordo con il gruppo Chateaux & Hotels: che cosa cambia per gli hotel?

Quando abbiamo intervistato Airbnb ad ottobre, abbiamo chiesto al suo portavoce se l’azienda non avesse in mente qualcosa per fare un accordo con le strutture alberghiere. Ci rispose che Airbnb è una piattaforma aperta e che qualunque professionista che abbracciasse la filosofia del portale sarebbe stato ben accetto, ma che di accordi non ce n’erano in previsione.

Qualcosa invece è cambiato, perché qualche giorno fa Airbnb ha siglato uno storico accordo con la catena alberghiera Chateaux & Hotels Collection e tra poco le 500 proprietà alberghiere compariranno su Airbnb.

Dico storico perché in effetti tutto ci saremmo immaginati tranne questo: in primo luogo perché la Chateaux & Hotels è una catena di lusso, i cui clienti non sembrano propriamente gli stessi di Airbnb; in secondo luogo perché per la prima volta in assoluto Airbnb ha fatto un accordo formale con degli hotel, cosa che in effetti stride con il modello di “sharing economy” su cui fonda le basi e la sua filosofia.

La catena Chateaux & Hotels, che appartiene al famoso chef Alain Ducasse, a quanto pare ha scelto Airbnb per avere la possibilità di vedere non solo camere alberghiere, ma anche vere e proprie esperienze. Difatti all’interno della nuova sezione di Airbnb Trips, la catena metterà in vendita cene ed esperienze enogastronomiche, ma anche corsi con bartender, di cucina gourmet e di cioccolato.

Airbnb dal canto suo ha soltanto dichiarato che si sente accomunato al nuovo partner dall’impegno di offrire agli ospiti esperienze uniche e locali grazie a persone e comunità con grande talento e capacità.

La verità è che questo accordo poterebbe aprire diversi scenari per gli hotel indipendenti e trasformare radicalmente il rapporto che hanno oggi con Airbnb.

 

Nuovi scenari per il rapporto tra hotel e Airbnb

Questa partnership tra una catena alberghiera e Airbnb potrebbe avere risvolti imprevisti: per l’hotel vendere su un portale come Airbnb significherebbe non avere alcun costo di commissione, poiché sono i clienti a pagare una fee al momento della prenotazione, ma anche avere la proprietà totale del contatto con il viaggiatore, con la possibilità di conoscerlo prima dell’arrivo, personalizzare meglio il suo soggiorno, tastare il terreno per futuri upselling.

A questo si potrebbe aggiungere la vendita di esperienze come quelle di Chateaux & Hotels, che permetterebbe alla struttura di aggiungere revenue ancillari e di farsi notare.

Certo non riesco a immaginare hotel con 100 camere che gestiscono prenotazioni su un canale indipendente che, almeno per ora, non è contemplato all’interno dei channel manager e che dunque deve essere gestito manualmente.

Per Airbnb avere le strutture alberghiere dalla sua parte potrebbe dare invece ulteriore slancio alla piattaforma, poiché l’arricchirebbe di soluzioni nuove e aprirebbe la sua presenza anche in zone non coperte dagli affitti privati.

Così facendo però, rischia di snaturalizzare il suo modello e rinnegare quella diversità di cui ha fatto un vessillo. Altrimenti rischierebbe di diventare solo un’altra OTA.

 

Voi come vedete una possibile partnership tra hotel e Airbnb, vendereste le vostre camere su Airbnb?