Il “Brand Bidding” colpisce anche le agenzie

 Fino ad ora erano i grandi Brand turistici, soprattutto catene alberghiere o compagnie aeree, ad infuriarsi nel vedere il loro prezioso nome sfruttato indebitamente da altre imprese più o meno note: il ‘piggybacking’ è una pratica assai diffusa e per altro consentita da Google (vedi articolo
Il Piggybacking fa arrabbiare i grandi brand turistici”), che ha legalizzato l’acquisto di parole chiave associate al brand name della concorrenza nelle campagne Pay-Per-Click.

Adesso il “brand bidding” sembra colpire anche le agenzie turistiche, e questa volta sono quelle piccole e indipendenti a doversi sottomettere alle politiche poco etiche dei grandi nomi.

Qualcuno però ha detto no e suggerisce che, anche senza finire in tribunale, qualcosa si può sempre fare, basta restare uniti.

Il caso Travel House contro TUI:

I retroscena

Martin Morgan, il proprietario dell’agenzia Travel House (UK), dichiara che è il momento per il suo settore di ribellarsi ai maggiori Tour Operator che pagano per sfruttare su Google il marchio di altre agenzie turistiche indipendenti.

Morgan, proprietario di 26 agenzie nel sud ovest del Galles, sostiene che la tattica propria dei maggiori tour operator di usare il nome della Travel House nei link sponsorizzati di Google tende a creare una relazione di sfiducia tra i rivenditori e i fornitori.

La Thomson Holidays e la First Choice Holidays utilizzano regolarmente su Google il nome della Travel House e il brand Thomson Beach ha sfruttato il suo marchio nei propri link sponsorizzati per attrarre più utenti.

I precedenti: la Teletext Holidays vince su Directline

I tribunali sembrano decisamente a favore della parte lesa: tanto per citare un’altra agenzia di viaggio, la Teletext Holidays ha intrapreso un’azione legale in una simile disputa contro il “brand bidding” e ha vinto la sua seconda causa contro la Directline, che adesso non può più acquistare link sponsorizzati utilizzando il nome della Teletext.

Travel House si ribella

Morgan, che nel 2000 vendette la catena Travel House alla TUI Travel, società madre della Thomson, per 40 milioni di sterline, prima di ricomprarne quasi la metà nel 2004, ha dichiarato: “Ci dovrebbe essere collaborazione tra gli operatori e i rivenditori e questo non aiuta. Io non sono anti-Thomson e non voglio sembrare uno lagnoso, ma ho la necessità di proteggere la mia attività e il mio staff di 110 persone”.

Si è chiesto se l’utilizzo del brand Travel House rappresenta un ritorno ai vecchi tempi, quando gli operatori inseguivano i volumi piuttosto che i margini: “Guadagnano qualcosa facendo questo? Sembrano voler aumentare il volume più che i profitti” – ha aggiunto Morgan.

Travel House lancia un appello: l’unione fa la forza

Morgan ha dichiarato di non voler bloccare le vendite della Thomson o della First Choice, dal momento che vendono la maggior parte dei loro soggiorni attraverso i suoi popolari negozi. Ma sosterrà una campagna a livello nazionale perché gli agenti indipendenti reagiscano contro il comportamento delle compagnie di viaggio più grandi, cliccando più volte sui loro link sponsorizzati, che costano all’inserzionista dai 10 pence fino a una sterlina, in modo che questi vengano rimossi da Google, che di solito prende subito seri provvedimenti sui cosiddetti “click fraudolenti”, pur non facendo pagare niente all’inserzionista.

Morgan ha aggiunto: “Non posso permettermi di intraprendere un’azione legale, sono solo un piccolo agente di viaggio e non vedo altro sistema per le agenzie indipendenti di combattere tutto questo”.

 
 

Le reazioni: qualcosa si muove

Non sappiamo se effettivamente le altre agenzie indipendenti abbiano raccolto il suggerimento di Morgan, ma senza dubbio la minaccia è servita a suscitare una reazione positiva da parte delle agenzie turistiche indiziate, che hanno riconosciuto almeno in parte le proprie responsabilità e dichiarato che stanno prendendo provvedimenti per cambiare le proprie policies.

Da parte sua, la Thomson ha affermato che non sta sfruttando attivamente alcuno specifico brand che non appartenga alla TUI, e che il caso della Travel House è dipeso della collaborazione con agenzie pubblicitarie affiliate.

La TUI alza le mani e promette: cambio di rotta sul Brand Bidding

Nathan Timmis, capo marketing online della TUI Travel, ha ammesso che la compagnia adesso rivedrà le proprie policies e ha aggiunto: “L’esempio della Travel House è il risultato dell’attività degli affiliati, che in realtà sono autorizzati a fare questo nonostante noi stiamo rivedendo la nostra politica. A dimostrazione delle nostre buone intenzioni, contatteremo i nostri diretti affiliati e chiederemo loro di cambiare atteggiamento”.

La TUI si difende concludendo che negli ultimi tempi è stata molto attiva nell’assicurarsi di non far uso di brand names di competitor e partner: “Siamo stati tra i primi a rimuovere questi stratagemmi dalle campagne della Thomson e nelle nostre campagne abbiamo incluso molti brands come corrispondenze inverse, escludendoli di fatto da tutte le ricerche, incluse quelle ‘broad match’. Ci impegniamo nell’assicurarci di non apparire attivamente contro altri brand name, così come speriamo che gli altri non lo facciano con i nostri”.

Sergio Farinelli - QNT HospitalityIl Brand Bidding sta imperando sempre di più ed in tutti i settori complici anche le policies alquanto permissive di Google. Per fortuna qualcuno si ribella e talvolta con successo.

E voi lettori, avete provato a fare una ricerca su Google con keyword di ricerca: “Brand Name + Destinazione” (As esempio “Hotel Nerone Rome”)?

Quanti intermediari, o peggio competitors, stanno sfruttando IL VOSTRO BRAND?

Sergio Farinelli
info@bookingblog.com

 
 
Articoli dove abbiamo trattato l’argomento che consiglio di leggere:

Marchi in saldo sul Pay Per Click di Google – il “piggybacking” fa arrabbiare i grandi Brand turistici
https://www.bookingblog.com/pay-per-click-google-piggybacking-brand-turistici/

Google legalizza la guerra dei Brand alberghieri
https://www.bookingblog.com/google-legalizza-guerra-brand-alberghieri/

 
Fonte: Travolution