Viaggiatori europei durante la seconda ondata: progetti e timori per il 2021

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In uno studio di inizio ottobre, Expedia fotografava una situazione piuttosto rassicurante riguardo al recovery del turismo.

I viaggiatori nel mondo si dicevano pronti a preparare le valigie per il 2021, in testa gli italiani.

Eppure, da quell’incoraggiante ricerca, è scorsa già molta acqua sotto i ponti, una vera e propria seconda ondata dell’epidemia Covid-19, che rischia di spazzare via le speranze di vacanze prossime venture. O forse no.

L’ultimo report reso pubblico pochi giorni fa dalla European Travel Commission (ETC) delinea una situazione di ragionevole incertezza sugli spostamenti dei prossimi mesi, ma con previsioni ottimistiche per i viaggiatori europei.

 

Il report sul sentiment di viaggio europeo

 

Il rapporto ETC“Monitoring Sentiment for Domestic and Intra-European Travel: Wave 2” – indaga le intenzioni di viaggio a breve termine degli europei da dieci mercati ad alto volume, cioè Germania, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Italia, Belgio, Svizzera, Spagna, Polonia e Austria. Si tratta del secondo dei sei report commissionati al collegio competente per comprendere e reagire efficacemente all’impatto del Covid-19 sul travel.

Lo studio fornisce anche informazioni sulle preferenze di viaggio delle persone, inclusi i tipi di destinazioni ed esperienze ricercate, i periodi preferiti per le vacanze e il livello di ansia legato agli spostamenti nei prossimi mesi. Il campione coinvolge quasi 6.000 utenti.

Tra i dati più rilevanti, emerge l’atteggiamento stabile e positivo degli europei nei confronti del viaggio, controbilanciato però dalle paure di ammalarsi una volta giunti a destinazione e dalle restrizioni di quarantena in entrata e uscita. Questi due elementi, gioco forza, hanno spostato l’ago della bilancia, con conseguente dilazione di molti viaggi nel 2021.

Ma entriamo nel dettaglio per tracciare i trend della seconda ondata in Europa.

 

Il desiderio di viaggio resiste durante il Covid-19

 

Analogamente ai risultati riportati durante la prima ondata, la maggioranza degli intervistati (54%), esprime l’intenzione di viaggiare nei prossimi sei mesi. L’ Europa è la destinazione prescelta, con identica percentuale (39%), sia da chi prevede uno spostamento su base nazionale, sia da chi sogna voli in altre località europee.

Eppure, rispetto al precedente rapporto ETC, si rileva un calo del 18% fra quanti intendono viaggiare prima della fine del 2020 e un incremento del 6% dell’incertezza sulla data esatta dello spostamento. Tali numeri sembrano confermati da un ulteriore aumento dell’8% di indecisione sulla destinazione specifica, in controtendenza rispetto ai dati raccolti durante la prima ondata.

Tra i viaggiatori europei con piani a breve termine, lo scopo principale appare il leisure, mentre il 20% farà i bagagli per far visita ad amici e parenti. Nonostante la desertificazione delle aree urbane prodotta dal Covid, il 21% degli intervistati indica i city break come tipo di viaggio leisure agognato.

Tra i traveller pronti a partire nei prossimi mesi, le istanze di salute e sicurezza si impongono come prioritarie, a fronte anche di un’impennata di casi in varie parti d’Europa. Come già rilevato dal rapporto Expedia di ottobre, il tempo trascorso in volo e in aeroporto si conferma la fase meno sicura della vacanza (20%). Accanto alla salvaguardia della salute, si convalidano estremamente rilevanti le politiche di cancellazione flessibile, oggi principale leva del processo decisionale tra gli europei (11%). Se non ne applicate, vi consigliamo di ritoccare le vostre policy di prenotazione per farvi trovare pronti al recovery del travel, incerto e obbligatoriamente più flessibile del pre-Covid.

 

L’inverno inasprisce l’effetto a breve termine del virus

 

Ferme restando le preoccupazioni suscitate dalle misure di quarantena vigenti (15%), il report sottolinea come, per chi ha piani di viaggio a breve termine, le condizioni climatiche appaiono un forte deterrente. La possibilità concreta di ammalarsi nel luogo di destinazione e l’aumento del numero di casi di Covid-19, registrati in diverse aree d’Europa, incombono come ombre scure nelle menti degli intervistati.

Del resto, la stagione invernale, che nei prossimi mesi abbraccerà il nostro continente, conduce a cali importanti delle temperature e a condizioni favorevoli alla proliferazione dei virus influenzali, oltre che al temuto coronavirus. Un altro punto irrisolto scaturito dallo studio ETC riguarda il periodo esatto del viaggio, dichiarato come incerto dal 35% degli europei.

A commento della ricerca, Eduardo Santander, direttore esecutivo di ETC, si è mostrato fiducioso: “Gli ultimi numeri mostrano chiaramente che il desiderio di viaggiare degli europei rimane forte nonostante la reintroduzione di blocchi e restrizioni di viaggio in tutta Europa. I governi dell’UE devono trovare un compromesso insieme alle autorità sanitarie per mettere a punto soluzioni pratiche su come attuare i protocolli necessari e riavviare in sicurezza i viaggi. Gli europei meritano di vedere le loro famiglie o di fare una breve vacanza durante le prossime vacanze invernali “.