La fine di un’epoca: dopo 178 anni, chiude Thomas Cook
23 Settembre 2019 | Commenti disabilitati su La fine di un’epoca: dopo 178 anni, chiude Thomas CookIl colosso dei viaggi britannico Thomas Cook ha alzato bandiera bianca.
Il colosso dei viaggi britannico Thomas Cook ha alzato bandiera bianca.
Due giorni fa Amoma, portale con sede a Ginevra, con un comunicato apparso sul proprio sito internet ha dichiarato il proprio fallimento.
L’azienda, attraverso le righe del comunicato, ha spiegato che, con ogni probabilità, le prenotazioni effettuate dagli utenti verranno cancellate dai fornitori.
Che cosa sta combinando Uber? Il servizio tanto amato dagli utenti che ha fatto infuriare i tassisti di mezzo mondo negli ultimi mesi sembra avere sviluppato delle mire espansionistiche nel più ampio modo dei viaggi.
Dopo la partnership con Hilton e United Airlines, a dicembre Uber ha depositato un brevetto per lanciare una piattaforma di prenotazioni viaggi. Infine, solo pochi giorni fa ha siglato un accordo con il Gruppo HNA (Hainans Airlines Company), una delle maggiori compagnie aeree cinesi.
Larry Mogelonsky, esperto di web marketing turistico a livello internazionale, ci proietta nell’evoluzione dell’ospitalità online.
“Ho lavorato con molti hotel in qualsiasi parte del mondo – esordisce Mogelonsky – e posso assicurarvi che i problemi che affrontano gli albergatori tutti i giorni sono gli stessi dovunque. Le OTA fanno sembrare tutti gli alberghi uguali e alla fine il prezzo è il fattore che determina le decisioni d’acquisto. TripAdvisor è Dio… conosco manager licenziati perché il punteggio su TA era diminuito.”
Con l’acquisto di Starwood da parte di Marriott, il brand alberghiero batte svariati record, non solo sul piano economico.
Nel settore turistico questa è senz’altro la transazione più imponente di sempre. 12,2 miliardi di dollari è la mastodontica cifra con cui Starwood Hotels and Resorts passa a Marriott, facendo apparire quei 3,9 miliardi sborsarti la scorsa settimana da Expedia per HomeAway solo una manciata di noccioline.
Il mondo sta cambiando. I viaggiatori business stanno cambiando. Dopo la crisi, che tra le altre cose ha colpito impietosamente il corporate travel a livello globale, adesso ci si mette anche la sharing economy.
Oggi che le convenzioni aziendali sono una rarità, chi viaggia per lavoro inizia a preferire Uber e Airbnb ai taxi e agli hotel.
Secondo il Codacons questa è stata la peggior estate degli ultimi 20 anni per gli Italiani. Milano finisce nella lista nera delle città meno ospitali al mondo. E, per favorire gli arrivi, a Roma da settembre la tariffa di soggiorno praticamente raddoppia.
Tutto è perduto? Non direi. I nostri dati raccontano un’estate differente, per molti migliore degli anni passati dal punto di vista dell’occupazione. E a detta del TDLAB, ci aspetta un inverno ricco di iniziative.
Basta dare un’occhiata al calendario di aprile per capire che per il turismo questa Pasqua altissima ha significato una vera fortuna. Tra Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e Primo Maggio le possibilità di allungare le vacanze con i ponti ha portato molti Italiani a tirare un sospiro di sollievo e regalarsi un antipasto d’estate.
Ma sono diretti soprattutto all’estero, mentre molti sono gli arrivi degli stranieri, in particolare dalla Spagna.
Dopo un avvio un po’ lento, nel secondo semestre del 2013 il Turismo italiano sembra aver ritrovato un po’ di smalto e chiude l’anno sotto il segno positivo della crescita. Questo a quanto riportano l’Osservatorio Nazionale del Lavoro e Isnart in una nota diffusa nella prima settimana dell’anno.
Ma non è tutto oro quel che luccica e l’Italia resta sempre indietro rispetto alla maggior parte dei Paesi europei.
“Intercontinental e Hilton hanno più di 650.000 camere. Noi ne abbiamo 500.000, sebbene loro abbiano un tasso d’occupazione più alto del nostro.” A parlare è Nathan Blecharczyk di Airbnb, che intervistato dal Sunday Telgraph ha affermato che il prossimo anno spera di superare i due gruppi alberghieri in termini di camere e di vendite.
“Se guardate la nostra curva di crescita, non credo che le cose cambieranno di qui a breve. Le nostre prenotazioni e revenue stanno crescendo di 2/3 volte all’anno e mi aspetto che questo trend prosegua.”
“I viaggiatori Millennial saranno la più grossa fetta dei nostri clienti nei prossimi 20 anni”, ha dichiarato Janis Milham, global brand manager della Marriott durante l’ultima conferenza rivolta ai general manager della catena.
Più noti anche come Generation Y, i Millennial sono quella generazione di nati dagli anni ’80 in poi che costituiranno gran parte dei turisti nei prossimi anni. Ma che cosa li contraddistingue? Quali sono i loro gusti? Capire i Millennial significa essere pronti ad accogliere al meglio i viaggiatori di domani.
Il servizio in camera è sempre stato una certezza incrollabile per ogni viaggiatore, ma evidentemente, niente è per sempre. Per ridurre i costi infatti, sono moltissime le strutture che in USA recentemente hanno abbandonando il “room service”, adottando un approccio al cliente simile a quello delle compagnie aeree, che offrono solo servizi aggiuntivi a pagamento.
“In gran parte come le compagnie aeree, gli hotel cercano nuovi modi per massimizzare le ancillary revenues e ridurre i costi”, ha detto l’esperto di Turismo Andrew Young, di Travelzoo.
Che cosa si aspettano i viaggiatori USA per l’estate 2013? Come stanno pianificando le loro vacanze? Un recente sondaggio rivela i trend più hot 2013 per una delle più grosse fette di mercato dell’ospitalità italiana.
Trend che fanno da specchio a evoluzioni e cambiamenti che stanno avvenendo a livello globale e che dovrebbero ispirare e rinnovare il vostro modo di fare marketing e di costruire un’offerta di viaggio di sicuro appeal per un viaggiatore sempre più esigente.
Sconforto, rabbia, sdegno, incredulità: sinceramente ho difficoltà a capire quale di queste emozioni abbia prevalso dopo aver visto la puntata del 5 Maggio di “Report” su Rai 3, dedicata agli scandali nascosti di Turismo e Beni Culturali in Italia.
“Belli da Morire”, si chiama ironicamente il servizio, che racconta il quadro nero, nerissimo, molto peggiore di quello che avrei mai osato immaginare, della nostra Italia. E la puntata durava solo 52 minuti, figurati che cos’altro ci avrebbero raccontato con qualche ora in più a disposizione.
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