Google Nest Hub: continua la scalata di Google nel travel

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Da un paio d’anni, Google fa prepotentemente sentire la sua presenza – e il suo importante know-how tecnologico – nel settore del travel.

Dal lancio di Google Travel nella primavera 2019 alle continue ottimizzazioni degli strumenti di advertising, passando attraverso il restyling di Google Maps, l’intento di Big G è parso chiaro a tutti. Ritagliarsi, passo dopo passo, una posizione dominante nel turismo, mirando a un vero e proprio monopolio.

Alla scalata concorre oggi un’innovazione potenzialmente rivoluzionaria per la gestione delle camere di hotel e resort: Google Nest Hub per hotel.

 

Soggiorni contactless e ricerca vocale

 

Tom Franklin, Product Manager di Google, annuncia la novità in un post sul blog aziendale, spiegando le nuove funzionalità disponibili, al momento, in alcuni selezionati hotel statunitensi e britannici. Partendo dal desiderio, più o meno recondito in ognuno di noi, di tornare a viaggiare con una certa frequenza, Franklin dichiara che l’innovativo prodotto amplierà il grado di protezione in camera, invogliando a godersi le proprie vacanze senza pensieri.

Ma cos’è Google Nest Hub? È un dispositivo dotato di schermo smart, in grado di personalizzare l’esperienza dell’ospite in hotel, inviando alla reception le richieste sui servizi offerti attraverso il semplice comando vocale. Rivolgendosi oralmente al dispositivo, il cliente può impostare una sveglia, richiedere asciugamani extra, ottenere gli orari di apertura della spa o della palestra interna, il tutto senza contatto e senza muoversi dalla propria camera. In alcune strutture, tramite il Google Assistant, è anche possibile effettuare le prime procedure per un fast check-out, onde evitare noiose, e potenzialmente pericolose, file al desk.

Lato albergatore, è possibile, già a metà soggiorno, monitorare il grado di soddisfazione del viaggiatore, attraverso l’invio di sondaggi appositi, ed eventualmente agire per migliorarne l’esperienza. Il device rende possibile, inoltre, la comunicazione di offerte speciali o particolari menù o eventi, con tutte le informazioni disponibili tramite ricerca vocale.

 

Hub di intrattenimento e informazione

 

Nest Hub, se non bastasse, offre innumerevoli opzioni per l’intrattenimento in camera. Gli ospiti possono accedere a YouTube per video musicali, tutorial, esercizi e molto altro ancora, tutto grazie alla funzione vocale. È possibile ancora connettere al dispositivo il proprio smartphone via Bluetooth, per riprodurre la propria musica. Ovviamente, ogni comando durante la riproduzione di video o audio può essere evaso oralmente: si può chiedere a Google Assistant di saltare una traccia, abbassare o alzare il volume, senza toccare nulla. Gli hotel più tecnologici, potranno settare l’assistente vocale in modo da permettere, agli ospiti, la gestione immediata di luci, tapparelle, TV e molto altro.

Accanto all’intrattenimento, l’informazione locale riveste un ruolo importante nella genesi del prodotto firmato Google. Il viaggiatore può facilmente sapere le previsioni del tempo, apprendere nozioni su località o attrazioni dei dintorni ed ottenere aggiornamenti di news da Google Assistant. È addirittura possibile reperire gli orari attualmente in vigore di negozi e ristoranti e altre indicazioni relative al Covid-19, compresi i sintomi a cui prestare attenzione. In alcune località, infine, l’ospite sarà in grado di finalizzare la prenotazione di un tavolo o di una seduta in centro spa, velocemente e senza muoversi dalla propria suite.

 

I dubbi sulla privacy

 

Tantissime, utilissime funzionalità insomma, sia dal punto di vista dell’albergatore che da quello dell’ospite. Tutto appare perfetto, ma non è così. L’installazione di simili dispositivi instillano sempre dubbi – legittimi – sulla gestione di dati sensibili e privacy. Basti pensare all’assistente Google sul vostro smartphone: se parlate spesso di un argomento o cercate informazioni tramite ricerca vocale, forse vi accorgerete che annunci e contenuti sullo stesso tema cominciano ad apparirvi durante la navigazione su internet. Non è un caso, quasi mai.

Conscio di simili perplessità, Franklin anticipa le critiche, affermando che la privacy è stato un perno fondamentale del nuovo progetto per hotel. Più precisamente sarà possibile, se si ritiene necessario, spegnere manualmente il microfono del Nest Hub, che inoltre non è dotato di webcam. In ogni caso, Google dichiara che nessun audio né video verrà archiviato dalla struttura o dal brand stesso e che, ad ogni nuovo soggiorno, le attività effettuate dal cliente precedente verranno resettate del tutto. Il fatto che, per utilizzare il device, non sia necessario il login con l’account Gmail dell’ospite, in effetti, aggiunge una certa dose di credibilità all’intento di protezione della privacy, ma la prudenza non è mai troppa.

Voi cosa ne pensate? Adottereste Google Nest Hub nel vostro hotel se e quando sbarcherà in Italia?