Hotel low cost: le strutture che faranno concorrenza a 2 stelle e b&b
9 Settembre 2010Qualche tempo fa mi è stato segnalato di dare un’occhiata alla piccola catena alberghiera malese Tune Hotels, 9 strutture in Indonesia ed una sola a Londra – con la promessa da parte della proprietà di aprire mille nuovi hotel in tutto il Mondo entro il 2015.
Quello che contraddistingue a colpo d’occhio questi hotel è la loro incalzante USP, aggressiva e provocatoria (il pay-off recita: “Letti a 5 stelle – tariffe ad 1 stella”):
- Prezzi molto bassi
- Ospitalità Minimal: paghi solo per ciò che usi
- Back to basics: hai solo la garanzia di godere dei fondamentali e indispensabili must di un buon soggiorno, come letto comodo, pulizia, doccia funzionante, sicurezza, privacy, location centrale.
La colazione, l’accesso wi-fi, l’asciugacapelli, gli asciugamani e persino la pulizia giornaliera e la TV, nei Tune Hotel sono tutti “adds-on”, che si possono richiedere con una minima spesa in più: si tratta quindi di cosiddette camere “no frills” fino all’osso.
Tune Hotel sembra abbia puntato su una clientela che ha bisogno solo e soltanto del minimo indispensabile, garantendo al contempo ciò che sempre più spesso anche nei migliori hotel viene a mancare dal punto di vista delle camere: pulizia, un buon letto, una doccia che funziona bene (vedi articolo Back to basics).
Insomma i Tune Hotels sono stati da molti già definiti come il corrispettivo alberghiero di Ryanair: prezzi molto aggressivi, servizio essenziale, extra solo e soltanto a pagamento.Adesso c’è solo da chiedersi se questa sia o meno una formula destinata al successo…
Giornalisti e clientela: opinioni contrastanti
Per capire la reazione avuta di chi vi ha soggiornato, sono andato a leggere un po’ di recensioni su TripAdvisor: c’è chi definisce questo tipo di hotel “una comoda scatoletta” e chi si lamenta di un’offerta commerciale “totalmente ingannevole”, ma anche chi si dichiara felice e soddisfatto perché ha trovato mantenute tutte le promesse fatte.
Sulla questione Tune Hotels si sono pronunciate anche diverse testate giornalistiche internazionali on-line: l’opinione della giornalista Bryony Gordon del Telegraph online, ad esempio, è tagliente e negativa. La giornalista condanna l’hotel senza mezzi termini: “Come definire il Tune Hotel di Londra […]? Potrebbe essere il posto perfetto dove organizzare il pranzo con la segretaria con cui avete una relazione, ma probabilmente non ci portereste mai vostra moglie per un weekend romantico”.
Cristina Nadotti di Repubblica invece apre il suo pezzo dedicato ai Tune Hotels con questa dichiarazione: “Il turismo low-cost, dopo aver rivoluzionato il settore aereo promette di cambiare quello della ricezione alberghiera…”.
A sostegno di questa teoria la Nadotti riporta l’opinione di Tom Hall, direttore di Lonely Planet in UK: “Ritengo sia soltanto l’inizio, per gli albergatori è una minaccia e insieme un modello, ma ora che la strada è aperta molti ne seguiranno l’esempio, soprattutto nelle grandi catene“.
Quando il low cost estremo può funzionare
Nonostante le numerose critiche ricevute soprattutto a Londra da questo tipo di hotel, personalmente credo che in fondo possano invece funzionare, a patto che:
- Si rivolgano ad uno specifico target di clientela, come giovani in viaggio con budget molto ridotti, persone che devono fermarsi in una destinazione solo per poche ore, gruppi di amici in viaggio.
- Siano collocati vicino ad aeroporti, stazioni o luoghi di passaggio dove spesso i viaggiatori si fermano solo per poco tempo
- Adottino una comunicazione coerente, efficace e trasparente che si rivolga esclusivamente alla propria nicchia e che metta in evidenza gli aspetti positivi della propria offerta senza creare false aspettative
- Curino l’aspetto del servizio e dello staff, indispensabile per mantenere una buona brand reputation online
Personalmente sono convinto che in Italia questa modalità troverebbe senza dubbio difficoltà ad affermarsi, poiché qui gli ospiti che provengono dall’estero hanno solitamente aspettative alte, anche se si tratta di soggiornare in un 2 stelle piuttosto che in un b&b. Per i turisti Americani, Russi o Giapponesi ad esempio, il viaggio in Europa è un evento unico molto importante da curare nei minimi dettagli e difficilmente sceglierebbero un hotel del genere, anche solo per una notte.
Detto questo anche da noi comunque si stanno sperimentando nuove formule di ospitalità: ad esempio l’iQ Hotel, un nostro cliente di Roma, propone un’offerta “cheap” nei servizi (ad es. snack, bibite, giornali, sono tutti acquistabili da distributori interni), ma “chic” negli arredi, la pulizia, il personale. In questo caso l’hotel si rivolge a quegli utenti che sono sempre a caccia del miglior affare in hotel 4-5 stelle.
L’hotel ha avuto fin da subito molto successo: ha aperto a luglio ma il suo sito raggiunge già tassi di conversione tripli rispetto alla media del settore ed è già secondo su TripAdvisor per Roma. Senza dubbio il management molto preparato ha avuto gran parte del merito, ma evidentemente anche la nuova offerta è stata recepita positivamente dai viaggiatori.
Commento da Buaka — 9 Settembre 2010, alle ore 15:20
Gli hotel si stanno adeguando alle tendenze del mercato in crisi… e chi non lo farebbe!
Io preferisco gli ostelli 😀
Commento da Duccio Innocenti — 9 Settembre 2010, alle ore 18:03
il problema è che non faranno concorrenza solo ai 2 stelle e B&B ma anche ai 4 stelle vecchi e decrepiti con servizi scadenti… forse è tutto troppo standardizzato/inpersonale ma pulizia ed efficenza sono ineccepibili
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 10 Settembre 2010, alle ore 07:49
il modello funziona,
funziona perchè le loro strutture hanno 70 camere,
personale flessibile, economie di scala,
ostelli e due stelle se la vedranno male, tranne quelli che alzeranno la qualità, ma come alzarla con tariffe competitive?
si terranno comunque sul loro target, hanno provato nel video esplicativo della USC che il loro hotel è PER TUTTI ma dalle review non mi sembra, quindi resteranno, funzionando, relegati al loro segmento,
S.
S.
Commento da palingenius — 10 Settembre 2010, alle ore 10:03
Per il momento hanno il loro target e la loro nicchia….ma tra un po’? Pure i voli low cost erano riferiti ad un segmento preciso ma ora tutti ci viaggiano….. anzi….. Il discorso andrebbe sempre riferito sul medio periodo e pertanto potrebbero fare concorrenza a tutti gli Hotel. Perche’ ad esempio parte del segmento corporate non dovrebbe appoggiarsi a strutture del genere?
Commento da malecce — 10 Settembre 2010, alle ore 11:12
io sono convinto che quello che manca oggi agli alberghi italiani è il vecchio rapporto che si instaurava prima con i proprietari degli alberghi che ti faceva sentire a casa ma con tutti i servizi a disposizione, è questa nuova mentalità legata a tecnologie moderne e strutture all’altezza che devono coltivare gli albergatori e non solo il guadagno riduicendo al minimo la vera “ospitalità”
Noi siamo di ischia e ci proviamo a seguire le vecchie logiche di fiducia , cliente proprietario, ma senza trascurare nulla per fare stare bene il nostro cliente.
http://www.dimhotelischia.it
Commento da GiuseppeHMS — 10 Settembre 2010, alle ore 23:09
Stanno coprendo una nicchia di mercato e secondo me si affermeranno con prepotenza.
Buona serata a tutti.
Giuseppe
Commento da Duccio Innocenti — 11 Settembre 2010, alle ore 18:21
@Giuseppe, la nicchia è quelli dei viaggiatori “low cost” che spesso viene confusa con “low quality”… invece è un grande segmento a cui offrire il giusto prodotto.
credo anch’io che ci saranno grandi sviluppi e che i troppi hotel di basso profilo vecchi e decrepiti spariranno dal mercato.