Hotel low cost: le strutture che faranno concorrenza a 2 stelle e b&b

leggi l’articolo completo...Qualche tempo fa mi è stato segnalato di dare un’occhiata alla piccola catena alberghiera malese Tune Hotels, 9 strutture in Indonesia ed una sola a Londra – con la promessa da parte della proprietà di aprire mille nuovi hotel in tutto il Mondo entro il 2015.

Quello che contraddistingue a colpo d’occhio questi hotel è la loro incalzante USP, aggressiva e provocatoria (il pay-off recita: “Letti a 5 stelle – tariffe ad 1 stella”):

  1. Prezzi molto bassi
  2. Ospitalità Minimal: paghi solo per ciò che usi
  3. Back to basics: hai solo la garanzia di godere dei fondamentali e indispensabili must di un buon soggiorno, come letto comodo, pulizia, doccia funzionante, sicurezza, privacy, location centrale.

La colazione, l’accesso wi-fi, l’asciugacapelli, gli asciugamani e persino la pulizia giornaliera e la TV, nei Tune Hotel sono tutti “adds-on”, che si possono richiedere con una minima spesa in più: si tratta quindi di cosiddette camere “no frills” fino all’osso.

Tune Hotel sembra abbia puntato su una clientela che ha bisogno solo e soltanto del minimo indispensabile, garantendo al contempo ciò che sempre più spesso anche nei migliori hotel viene a mancare dal punto di vista delle camere: pulizia, un buon letto, una doccia che funziona bene (vedi articolo Back to basics).

Insomma i Tune Hotels sono stati da molti già definiti come il corrispettivo alberghiero di Ryanair: prezzi molto aggressivi, servizio essenziale, extra solo e soltanto a pagamento.Adesso c’è solo da chiedersi se questa sia o meno una formula destinata al successo…
 
 

Giornalisti e clientela: opinioni contrastanti

Per capire la reazione avuta di chi vi ha soggiornato, sono andato a leggere un po’ di recensioni su TripAdvisor: c’è chi definisce questo tipo di hotel “una comoda scatoletta” e chi si lamenta di un’offerta commerciale “totalmente ingannevole”, ma anche chi si dichiara felice e soddisfatto perché ha trovato mantenute tutte le promesse fatte.

Sulla questione Tune Hotels si sono pronunciate anche diverse testate giornalistiche internazionali on-line: l’opinione della giornalista Bryony Gordon del Telegraph online, ad esempio, è tagliente e negativa. La giornalista condanna l’hotel senza mezzi termini: “Come definire il Tune Hotel di Londra […]? Potrebbe essere il posto perfetto dove organizzare il pranzo con la segretaria con cui avete una relazione, ma probabilmente non ci portereste mai vostra moglie per un weekend romantico”.

Cristina Nadotti di Repubblica invece apre il suo pezzo dedicato ai Tune Hotels con questa dichiarazione: “Il turismo low-cost, dopo aver rivoluzionato il settore aereo promette di cambiare quello della ricezione alberghiera…”.

A sostegno di questa teoria la Nadotti riporta l’opinione di Tom Hall, direttore di Lonely Planet in UK: “Ritengo sia soltanto l’inizio, per gli albergatori è una minaccia e insieme un modello, ma ora che la strada è aperta molti ne seguiranno l’esempio, soprattutto nelle grandi catene“.
 
 

Quando il low cost estremo può funzionare

Nonostante le numerose critiche ricevute soprattutto a Londra da questo tipo di hotel, personalmente credo che in fondo possano invece funzionare, a patto che:

  1. Si rivolgano ad uno specifico target di clientela, come giovani in viaggio con budget molto ridotti, persone che devono fermarsi in una destinazione solo per poche ore, gruppi di amici in viaggio.
  2. Siano collocati vicino ad aeroporti, stazioni o luoghi di passaggio dove spesso i viaggiatori si fermano solo per poco tempo
  3. Adottino una comunicazione coerente, efficace e trasparente che si rivolga esclusivamente alla propria nicchia e che metta in evidenza gli aspetti positivi della propria offerta senza creare false aspettative
  4. Curino l’aspetto del servizio e dello staff, indispensabile per mantenere una buona brand reputation online

Personalmente sono convinto che in Italia questa modalità troverebbe senza dubbio difficoltà ad affermarsi, poiché qui gli ospiti che provengono dall’estero hanno solitamente aspettative alte, anche se si tratta di soggiornare in un 2 stelle piuttosto che in un b&b. Per i turisti Americani, Russi o Giapponesi ad esempio, il viaggio in Europa è un evento unico molto importante da curare nei minimi dettagli e difficilmente sceglierebbero un hotel del genere, anche solo per una notte.

Detto questo anche da noi comunque si stanno sperimentando nuove formule di ospitalità: ad esempio l’iQ Hotel, un nostro cliente di Roma, propone un’offerta “cheap” nei servizi (ad es. snack, bibite, giornali, sono tutti acquistabili da distributori interni), ma “chic” negli arredi, la pulizia, il personale. In questo caso l’hotel si rivolge a quegli utenti che sono sempre a caccia del miglior affare in hotel 4-5 stelle.

L’hotel ha avuto fin da subito molto successo: ha aperto a luglio ma il suo sito raggiunge già tassi di conversione tripli rispetto alla media del settore ed è già secondo su TripAdvisor per Roma. Senza dubbio il management molto preparato ha avuto gran parte del merito, ma evidentemente anche la nuova offerta è stata recepita positivamente dai viaggiatori.

Non c’è dubbio che hotel come i Tune e l’iQ potranno col tempo conquistare un loro spazio nel mercato dell’ospitalità… e magari diventare una minaccia anche per tutte quelle strutture che si rivolgono al loro stesso target: hotel 2 stelle, b&b e ostelli.