Il Vostro hotel è stato rifiutato da Booking.com? Non portate abbastanza valore…
11 Ottobre 2007“Gentile Albergatore, La ringrazio per aver effettuato la registrazione della sua struttura su Booking.com. Mi spiace informarLa che purtroppo non possiamo accettare la Sua richiesta d'inserimento in quanto l'albergo non possiede uno o più dei requisiti considerati da noi indispensabili per la collaborazione.”
I requisiti ufficiali richiesti da Booking.com per l’inserimento di un hotel sono già noti:
– numero di camere adeguato
– accettazione delle più diffuse carte di credito
– essere in possesso di un numero di partita IVA
– localizzazione in una zona nella quale non abbiamo alberghi a sufficienza rispetto alla domanda
Ma quali sono i veri motivi, legati alla gestione commerciale del portale, per cui un hotel può essere rifiutato? Le spiegazioni arrivano direttamente da Andrea D'Amico, il responsabile Italia di Booking.com, intervenuto sul forum di web marketing turistico di Giorgio Taverniti…
Queste le parole di D’Amico:
Ci piacerebbe mettere sul nostro sito tutte le strutture che mostrano interesse per il nostro servizio ma siamo costretti a fare una selezione per 4 ragioni fondamentali:
– l'altissima mole di richieste di adesione che riceviamo ogni giorno;
– la necessità che ogni struttura aggiunta aumenti il numero di prenotazioni su una destinazione e non vada semplicemente a diluire tra più alberghi lo stesso volume d'affari;
– le strutture affiliate devono ricevere un congruo volume di prenotazioni altrimenti perdono interesse nei confronti del nostro servizio;
– la strutture affiliate devono avere dei requisiti minimi (ad esempio accettare carte di credito) onde evitare lamentele da parte dei nostri clienti.La nostra politica, quindi, cercando di coniugare gli interessi degli alberghi con quelli dei nostri utenti, varia da destinazione a destinazione e può cambiare da un momento all'altro in base agli andamenti del mercato
Detto questo, è ovvio che a parità di condizioni un albergo con 50 camere abbia più possibilità di essere accettato di un piccolo b&b perchè si presume che possa garantirci più disponibilità (non è sempre vero).
Il secondo punto della lista di Andrea D'Amico è fondamentale. Mentre alla nascita questo tipo di portali accettano qualsiasi struttura ricettiva, in un secondo momento, se il portale ha successo come nel caso di Booking.com, nascono degli equilibri sottili fra il desiderio di non rifiutare troppe strutture ricettive (con conseguenti problemi per il Brand) e la necessità di portare avanti strategie prettamente commerciali che favoriscano alcuni hotel rispetto ad altri. Chiaramente la seconda tendenza vince sulla prima.
Booking.com deve valutare se l’inserimento di un nuovo hotel porta con sé del valore ed aumenta la revenue generata totale per la località, o –semplicemente- aumenta la competizione e diluisce i ricavi dei singoli hotel.
Segue logicamente che per le piccole località con bassa concentrazione di strutture ricettive on-line l’inserimento è più probabile (è facile aggiungere valore al totale delle prenotazioni), mentre è più complicato nel caso di grandi località con target internazionale (dove il piccolo hotel lascia inalterate le prenotazioni totali generate e fa diminuire le prenotazioni ricevute dalle strutture ricettive già presenti nella lista di Booking.com).
La possibilità di inserimento dell’hotel su Booking.com per le grandi località turistiche è sensibilmente ridotta ed i nuovi hotel devono differenziarsi, portare un valore in più all’offerta che riguarda la destinazione.
In questo articolo abbiamo parlato di Booking.com, ma tutti i principali portali di intermediazione internazionali seguono questo meccanismo per decidere se accettare o meno la richieste di inserimento di un nuovo hotel.
>> Seguite anche questa interessante discussione su un hotel bannato da Booking.com
Commento da Alberto Franco — 12 Ottobre 2007, alle ore 09:26
Da albergatore posso dire che rifuggo completamente certi portali: sono loro a non dare valore al mio hotel, ho un albergo di lusso con poche camere, sarebbe assurdo iscriversi in Booking, Venere o altri di quel genere.
Preferisco rivolgermi a portali di nicchia che valorizzano la mia struttura, provate a fare una ricerca in lingua inglese con “amalfi coast” e ne troverete molti
Commento da Sergio Farinelli — 12 Ottobre 2007, alle ore 19:45
Ciao Alberto,
penso che le strategie di posizionamento online sui portali dipendano molto dal tipo di struttura ricettiva, dal target di riferimento, oltre che dalla location.
Un aspetto fondamentale poi di cui tener sempre conto è il posizionamento del portale in esame nelle SERP dei motori di ricerca.
Ogni hotel dovrebbe innanzitutto verificare, per le keyword più competitive per la propria location, quali siano i portali che si posizionano meglio nei risultati dei motori di ricerca e cercare di essere presenti almeno su quelli.
cosa ne pensi?
Commento da Alex — 13 Ottobre 2007, alle ore 18:25
Mi dispiace per il resp. per l’ Italia Andra D’ Amico. Non condivido! Grazie per le delucidazioni date, ma deve rispondere, perchè un Hotel o Albergo vienne bannato da Booking.com dopo aver fatto un sostanzioso fatturato, per colpa di un cliente REPRESSO? Confido in Giorgio Taverniti per avere una risposta, pubblica, da parte di D’ Amico. Ma anche privata, da parte di D’ Amico.
A noi nessuno ci ha detto grazie, che ci hai fatto incassare commissioni. Ora un cliente ha deciso che non vuole vedere più la tua Struttura? Booking.com dopo che gli ha dato la possibilità di diffamarti, con le recensioni, lo accontenta!!! Ma la Legge esiste anche per Booking.com. E pagherà i danni!!! Spero che gli Albergatori reagiscano al più presto a questa piccola forma di regime e/o dittatura e che si facciano sentire. Ci sono tanti Software in commercio, acquistateli e gestitevi da soli le prenotazioni con vendita diretta on-line. Vediamo che cosa farà senza Hotel il grande Booking.com. Risparmiate commissioni e DIFFAMAZIONI. E non state sotto stress, per paura che quando il cliente torna a casa, diffama Voi e la Vs. Struttura. NON VI SERVE BOOKING.COM. Booking.com, pensa solo alle proprie tasche! Cordiali saluti a tutti gli Operatori del settore.
Alex ( Albergatore ) del FVG.
Commento da sfarinel — 15 Ottobre 2007, alle ore 11:43
Ciao Alex,
dal tono in cui scrivi penso che tu sia ancora molto “arrabbiato” per essere stato bannato da booking.com.
Spero che D’Amico accolga il tuo ed il nostro invito a prendere parte a questa discussione e a fornire a tutti i lettori la versione ufficiale di booking.com sulla spiacevole vicenda che ha coinvolto il tuo hotel.
In questi casi però mi sento di suggerire sempre (e da ambo le parti) una certa calma, un’approccio più diretto e pragmatico alla questione. E’ chiaro che ne booking.com ne gli albergatori hanno interesse a che ciò che è accaduto, accada di nuovo. Vicende come quella che hai descritto penalizzano sia l’immagine dell’hotel che quella del portale e nessuno ha da guadagnarci.
Booking blog è uno spazio di discussione aperto ma moderato e sarebbe spiacevole dover bannare commenti di lettori perchè utilizzati per attaccare altri. Quindi, ti prego in futuro di utilizzare toni più morbidi, anche nel tuo interesse, altrimenti come accade spesso, dalla ragione finisci per passare al torto.
Commento da Alex — 1 Gennaio 2008, alle ore 16:42
Ad oggi sono ancora in attesa di esssere contattato dal sig. D’Aminco di Booking.com.
Buon Anno a Tutti.
Alex
Commento da Chiara — 15 Ottobre 2008, alle ore 14:30
Anche a me piacerebbe avere delle risposte che non siano quelle da manuale da parte di Booking.com, ma a quanto pare a ci si attiene alle loro regole oppure si può sempre scegliere di scindere il contratto…nel frattempo stanno dando l’opportunità alle persone di rovinare un’ottima e decennale reputazione di una struttura…
Commento da ederina — 29 Dicembre 2009, alle ore 19:06
penso che non bisogna giudicare un hotel dalla prima presenza o da un giudizi soggettivo.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Dicembre 2009, alle ore 12:08
è strategico per le OTA avere strutture che possono portare fatturato,
e per aggiungerne di nuove devono ritenerle appetibili e profittevoli,
per poter garantire inoltre un numero di strutture adeguato al mercato, che possa quindi soddisfare in termini di vendite le strutture già presenti.
S.
Commento da sfarinel — 31 Dicembre 2009, alle ore 11:20
Concordo pienamente Stefano e non ci trovo niente di strano in questo tipo di scelta da parte delle OTA.
Sergio
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 3 Gennaio 2010, alle ore 10:32
da articolo di repubblica di oggi:
http://viaggi.repubblica.it/notiziario-articolo/appuntamenti/enit-il-mercato-ha-tenuto-pronti-a-ripartire/219825
“Questo – ha aggiunto Marzotto – è un Paese che può permettersi di offrire turismo per 12 mesi all’anno, e deve cercare di farlo”. L’Italia del turismo, “con tutte le sue stranezze e contrasti”, per il presidente dell’Enit ha comunque il potenziale per poter reggere meglio e più flessibilmente la crisi. “Magari ci sarà un riposizionamento a tipi di fruibilità di servizi più a buon mercato – ha osservato -, ma bisogna cercare di seguire le richieste del mercato”.
1 REGGERE FLESSIBILMENTE
2 RIPOSIZIONAMENTO A TIPI DI FRUIBILITA’ PIù A BUON MERCATO
3 SEGUIRE LE RICHIESTE DEL MERCATO
cosa ne consegue?
qualità nel servizio e revenue management nella vendita del servizio.
S.