Airbnb Luxe: nuova sfida agli hotel di lusso
15 Luglio 2019 | Commenti disabilitati su Airbnb Luxe: nuova sfida agli hotel di lusso
A poco più di un mese dal lancio dei pacchetti avventura, Airbnb non sembra voler fermare la sua corsa nel travel.
A poco più di un mese dal lancio dei pacchetti avventura, Airbnb non sembra voler fermare la sua corsa nel travel.
Le ultime strategie di Airbnb stanno generando malumori in diverse città europee. Il colosso è diventato una vera spina nel fianco per molte amministrazioni e per i loro cittadini, che vedono diminuire la disponibilità degli affitti a lungo termine e riscontrano di conseguenza anche un innalzamento dei prezzi.
Il cosiddetto effetto Airbnb. leggi l’articolo completo…
Airbnb continua nella sua inarrestabile evoluzione e lancia Airbnb Adventures, un’estensione del suo prodotto Experiences che offre tour esclusivi e avventure uniche in tutto il mondo. Di cosa si tratta?
Abbiamo recentemente parlato delle ultime evoluzioni di Airbnb e della sua invasione di campo nell’ area tradizionalmente occupata dagli hotel.
Il cammino è ormai tracciato da diversi anni e non si arresta.
Airbnb è in continua evoluzione.
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Dopo le esperienze – con Airbnb Experiences – e un sistema di verifica del listing simile a quello delle OTA – Airbnb Plus – il colosso delle sistemazione alternative continua la sua corsa.
Nel 2018 Airbnb si è affermato come nuovo colosso del turismo globale. Case private, esperienze e adesso anche hotel ne hanno fatto un punto di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo, al pari delle grandi OTA.
Dalla spinta in avanti verso il mondo dell’hotellerie alle nuove abitazioni smontabili che porteranno il suo marchio, ci chiediamo che cosa arriverà nel 2019. La sua ombra – gradita o sgradita che sia – è destinata ad allungarsi su tutto il settore in modo ancora difficile da decifrare.
Gli hotel hanno da sempre gli occhi puntati su Airbnb e su quello che rappresentano nel settore dell’ospitalità, ma ora anche l’Unione Europea inizia a drizzare le antenne.
La Commissione Europea ha infatti avvertito la compagnia di Home Sharing che i suoi termini e condizioni sono in pieno contrasto con la normativa europa a tutela dei consumatori, specialmente per quanto riguarda i prezzi.
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Parliamo spesso di turismo esperienziale, ma abbiamo sempre fatto un po’ fatica a misurarlo. Ma davvero è così rilevante nel nostro Paese, rimasto sotto molti aspetti cristallizzato ai primi anni Settanta? I dati condivisi da Airbnb sull’argomento sono per questo soprendenti (ma non troppo): l’Italia è il primo Paese in Europa e il secondo al mondo nelle Esperienze.
Le esperienze, nel gergo di Airbnb, sono le attività organizzate da persone del luogo vendute sul portale di home sharing e che possono riguardare i più svariati temi: cibo, arte, sport, moda, fotografia e tanti altri.
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Nonostante la polemica nei riguardi di Airbnb da parte degli addetti ai lavori non sembra proprio volersi arrestare, a quanto pare l’interesse dei viaggiatori per la sharing economy sta sensibilmente calando rispetto al passato.
Secondo lo studio Portrait of American Travellers di MMGY Global, basato sulle opinioni di 3.000 americani che hanno compiuto perlomeno un viaggio negli ultimi dodici mesi, solo il 33% degli intervistati è interessato a soggiornare in una casa in affitto breve; un calo notevole rispetto al 41% del 2017 e anche al 37% del 2016.
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Chi lavora nell’hotellerie non ha una grandissima opinione di Airbnb, vero, ma è impossibile negare la capacità della piattaforma di coinvolgere i propri clienti con ottimi contenuti: Airbnb e i suoi host si preoccupano di offrire ai propri ospiti tutte le informazioni e le personalizzazioni possibili.
Questo si traduce in un flusso costante di contenuti legati alla destinazione durante tutti i punti di contatto fra il cliente e la piattaforma. Gli ospiti così si sentono più a proprio agio – chi è del resto che non soffre almeno un poco di ansia pre-partenza? – e pronti al proprio soggiorno.
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I segnali erano già nell’aria da un po’, ma ora è ufficiale: Airbnb consentirà agli hotel di offrire il proprio inventario utilizzando anche channel manager esterni, diventando di fatto un canale ufficiale di distribuzione alberghiera.
Il primo a offrire ai propri clienti Airbnb fra i propri canali di distribuzione sarà SiteMinder dal marzo 2018, sebbene stia già testando la funzionalità con varie strutture sparse per il globo.
Non si tratta di una partnership esclusiva: probabilmente molte piattaforme offriranno la connessione diretta ad Airbnb nei prossimi mesi, considerato che già oggi molti Hotel e B&B hanno inserito manualmente la propria offerta sulla piattaforma di home sharing.
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Airbnb offre un prodotto diverso dagli hotel, per quanto tutto sommato in diretta concorrenza con l’offerta alberghiera.
Eppure, ci sono cose che Airbnb può insegnarci e che potrebbero essere utili per intercettare nuova clientela, al contempo coinvolgendo in maniera più efficace quella che già ci appartiene.
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Abbiamo trattato in passato come Airbnb abbia il potenziale per influenzare negativamente il giro d’affari complessivo degli hotel, e una ricerca della Boston University sembra corroborare questa sensazione mostrando un legame fra il numero di proprietà su Airbnb in una specifica destinazione e il revenue mensile degli hotel nella stessa zona.
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