Viaggi, cultura e identità: cosa guida le aspettative degli ospiti
24 Settembre 2025 | nessun commento: scrivi il primo!Ogni partenza racchiude una storia che inizia ben prima del check-in.
Ogni partenza racchiude una storia che inizia ben prima del check-in.
Negli ultimi anni l’andamento delle tariffe alberghiere a livello globale ha subito significativi cambiamenti, complici in parte le dinamiche post-pandemia e le incertezze economiche e geopolitiche che hanno caratterizzato questo periodo.
Booking.com è un colosso nell’ambito travel, su questo non ci sono dubbi. Tra le OTA più insidiose per le prenotazioni dirette dei vostri hotel, sembra sempre essere un passo avanti.
La pandemia ha ridefinito gli equilibri nel mondo del travel, rendendo i confini tra viaggio d’affari e viaggio di piacere sempre più blandi. Vediamo insieme qual è il profilo del nuovo business traveler, basandoci su un recente articolo pubblicato da We:ll magazine.
Nonostante gli incoraggianti segnali positivi per l’industria dei viaggi nel 2022, in Europa come in USA e in APAC, il settore business sta assistendo a una ripresa più lenta del previsto, in particolare per i viaggi internazionali.
Questa branchia del travel deve fare i conti con una serie di aspetti e complessità aggiuntive, che ne rallentano il pieno recovery.
Come reagire a questo scenario, soprattutto se gestite strutture a vocazione business? Sicuramente il primo passo è valutare con calma la vostra situazione, in termini di conversioni e carrello medio, confrontando i dati con quelli dello stesso periodo in anni precedenti alla pandemia. In secondo luogo, chiedetevi dove potete agire per invertire il trend, emulando competitor o player che stanno implementando best practice che portano risultati, come le catene alberghiere di cui parliamo nell’ultima parte di questo articolo.
Il ritorno del turismo business a pieno regime non è proprio dietro l’angolo: secondo nuovi sondaggi ci si aspetta che la ripresa arrivi nel 2023.
Le stime dicono che entro il 2018 il mercato dei viaggi di lavoro in Asia aumenterà 4 volte più velocemente che in Nord America e 2 volte più velocemente che in Europa. Il giro d’affari per gli hotel europei che ospiteranno i businessman asiatici potrebbe essere enorme.
Ma cosa sappiamo ad oggi di questi viaggiatori? Per capirne qualcosa di più, la McKinsey & Company ha intervistato 2.500 viaggiatori business asiatici (ABT) sulle loro preferenze di viaggio e sul modo in cui prenotano.
Di solito al centro dei vostri pensieri c’è il viaggiatore leisure, lo sappiamo: ogni giorno voi e il vostro staff vi fate in quattro per coccolarlo, viziarlo e per farlo ripartire con il sorriso.
Ma chi si prende cura dei clienti business? Quelli sempre stressati, sempre indaffarati, che li vedi solo per poche ore perché tanto non ci sono mai, che fanno colazione prima di tutti gli altri e poi scompaiono senza salutare nel traffico urbano?
I viaggiatori business sono ufficialmente tornati a far parlare di sé. In Italia le imprese hanno ripreso ad investire sui viaggi di lavoro, sia nazionali che internazionali. A loro sono dedicati nuovi portali, nuove offerte e nuovi incentivi da parte di Airbnb, Booking.com, Expedia e HRS.
Ma cosa può fare l’hotel indipendente per attirare l’attenzione della clientela business?
Il mondo sta cambiando. I viaggiatori business stanno cambiando. Dopo la crisi, che tra le altre cose ha colpito impietosamente il corporate travel a livello globale, adesso ci si mette anche la sharing economy.
Oggi che le convenzioni aziendali sono una rarità, chi viaggia per lavoro inizia a preferire Uber e Airbnb ai taxi e agli hotel.
Recentemente la catena alberghiera Marriott Hotels & Resorts ha commissionato alla rivista di tecnologia più famosa d’America, ovvero WIRED, un sondaggio rivolto ai suoi lettori allo scopo di capire meglio le esigenze di chi viaggia abitualmente per lavoro.
I risultati, se per certi versi sono scontati, mostrano nuovi trend su cui ogni hotel che si rivolga a clienti business dovrebbe riflettere.
Le esigenze degli utenti e dei viaggiatori evolvono e cambiano nel tempo: secondo l’indagine “The Business Traveler Market Segmentation Study” condotta dalla Global Business Travel Association Foundation (GBTA), oggi chi viaggia per lavoro, desidera essere sempre connesso, per aumentare maggiormente la produttività ma, soprattutto, per stare in contatto diretto con la famiglia.
Una necessità che dovrebbe spingere gli operatori del turismo e gli albergatori a ridisegnare l’esperienza del cliente business sulla base di questi bisogni, valorizzando soprattutto la qualità dei servizi tecnologici offerti dalla propria struttura.
Business e leisure: due diverse tipologie di viaggiatori, due diverse modalità di ricerca sul web. L’ultimo studio della Cornell University “How Travelers Use Online and Social Media Channels to make Hotel-choice Decisions” focalizza particolarmente l’attenzione proprio sull’approccio alla ricerca online di viaggiatori business e leisure.
L’esigenza di questo studio nasce soprattutto dalla vertiginosa crescita nell’utilizzo dei social media come strumenti di pianificazione per i viaggi.
Il riemergere della domanda repressa nel settore dei viaggi business dovrebbe favorire nel 2010 un leggero innalzamento delle tariffe in molti ambiti del Turismo internazionale: questi i risultati della ricerca condotta dall’American Express Global Business Travel Forecast, pubblicata lo scorso 30 settembre.
“Adesso che il Mondo sta mostrando segni di ripresa dalla recessione – sostiene Hervè Sedky, vice presidente e general manager dell’America Express Business Travel – le aziende si stanno adattando a un nuovo stile di pensiero, focalizzato sul valore dei viaggi d’affari e degli incontri per i dipendenti”.
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